capitolo 6°

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Le nostre gambe affaticate non riuscirono a portarci abbastanza lontano. Improvvisamente,le torce accecanti dei soldati ci circondarono, illuminando il nostro fallimento.Senza esitazione,la mia compagna mi fece un cenno veloce e si lanciò verso una direzione opposta, scomparendo tra gli alberi.
"Ferma lui!"gridò uno dei soldati, indicandomi con il fucile.
Le loro mani forti mi afferrarono, legandomi dietro la schiena con corda grezza.Guardai impotente mentre il mio compagno scompariva tra i boschi, sperando che trovasse la libertà che avevamo cercato insieme.Ero stata riportata nella cella fredda e spoglia, il cuore pesante dietro il petto. Guardai attraverso le sbarra di metallo mentre le guardie se ne andavano, lasciandomi sola.
Il tempo sembrava dilatarsi in quella stanza senza tempo. Non sapevo quanto fosse passato prima che la porta si aprisse di nuovo con un clamore metallico. Entrò una guardia, alta e severa, con un mucchio di vestiti in mano.
"Ti è stata assegnata la lavanderia come punizione," disse, gettandomi il mucchio di vestiti sul pavimento. "Porta via questo bucato e fai in fretta. Non vogliamo altre complicazioni."
Senza una parola, raccolsi i vestiti e mi avviai verso la lavanderia, una stanza grigia e buia all'interno del complesso penitenziario. Il rumore delle lavatrici ronzanti riempiva l'aria mentre mi sedevo a un tavolo con un secchio d'acqua e un sapone duro.
Ero immersa nei miei pensieri, immergendomi nel lavoro fisico come una forma di fuga temporanea.
"Guarda chi abbiamo qui,"disse una voce sibilante alle mie spalle."La nuova arrivata."Non sembri abituata."
Mi voltai lentamente per vedere un giovane con un fisico atletico e un viso bello,ma con un'espressione arrogante e maliziosa.Era Tommaso, un prigioniero più grande di me di due anni.
"Tommaso..."mormorai, riconoscendolo nonostante il tempo e le circostanze.Non pensavi di vedermi di nuovo così presto, vero?" disse, con un sorriso beffardo."Il mondo è più piccolo
Continua a tormentarmi con domande indiscrete e commenti irrispettosi mentre lavoravo, cercando di provocare una reazione. Mi sentivo in trappola, sapendo che non potevo permettermi di rispondere alle sue provocazioni senza peggiorare la situazione.Guarda cosa ho trovato,"disse all'improvviso.
"E chi è quello?"
Guardai la foto.
Tommaso rise sguaiatamente, gettando la foto di nuovo nel mio secchio.
"Forse la prossima volta ti sforzerai di tenere meglio i tuoi segreti, nuova arrivata."
Senza aggiungere altro.
Ero prigioniera non solo fisicamente, ma anche nelle strette maglie del passato che continuava a tormentarmi.

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