capitolo 9°

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Nella mensa della prigione, l'atmosfera era sempre tesa.Il rumore delle stoviglie, le conversazioni frammentate, e i passi degli agenti di sorveglianza si mescolavano creando un sottofondo costante. Era un altro giorno come tanti, ma quella volta qualcosa di diverso stava per accadere.
Stavo seduta al mio solito posto insieme a Lilly cercando di ignorare gli sguardi ostili e i mormorii.Ma poi vidi Tommaso,
avvicinarsi con il suo solito ghigno malefico.Sapevo che quel sorriso non prometteva niente di buono.
"Allora, principessa,"iniziò, la sua voce stridula risuonando nell'aria."Ancora a nasconderti dietro la tua amichetta, eh?"
Provai a ignorarlo,concentrandomi sul mio piatto,ma sentivo la rabbia crescere dentro di me.Non era la prima volta che Tommaso mi provocava, ma quel giorno ero stanca di sopportare.
"Parla più forte,Tommaso,non ti sento con tutto questo rumore,"risposi, mantenendo lo sguardo fisso sul mio cibo.
Lui ridacchiò,sporgendosi verso di me. "Che c'è, ti è passata la voglia di fare la dura?O hai solo paura di mostrare chi sei veramente?"
Le sue parole erano come spine. Mi alzai in piedi, fissandolo negli occhi. "Sai cosa, Tommaso? Mi hai stancato. Sei solo un codardo che si nasconde dietro le sue insicurezze."
Il sorriso di Tommaso scomparve, sostituito da un'espressione di pura rabbia."Ripeti quello che hai detto, puttana," ringhiò, avvicinandosi minacciosamente.
La tensione nella mensa era palpabile, tutti si erano fermati a guardare."Hai sentito bene,"dissi, la mia voce ferma nonostante il cuore mi battesse all'impazzata."Sei un codardo."
In un attimo,Tommaso mi afferrò per il colletto della camicia,tirandomi a sé."Ti faccio vedere io chi è il codardo,"sibilò, mentre la sua stretta si faceva più forte.
Prima che la situazione degenerasse ulteriormente,gli agenti di sorveglianza intervennero,separandoci.Ma sapevo che quel confronto non era finito lì.Quel giorno avevo fatto un passo importante, avevo smesso di nascondermi e avevo mostrato a tutti che non ero disposta a farmi intimidire.

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