Il rumore lontano della prigione mi portò gradualmente nel sonno,mentre mi preparavo mentalmente per il prossimo incontro con Tommaso e le difficoltà che avrei dovuto affrontare. Il sonno mi colse in un abbraccio inaspettato, trascinandomi in un mondo di sogni confusi e frammentati. Immagini di sbarre d'acciaio, volti conosciuti e ombre minacciose si alternavano senza sosta, come se la mia mente stesse cercando di avvertirmi di qualcosa.Mi svegliai con un sussulto, il cuore che batteva forte nel petto. La luce grigia dell'alba filtrava attraverso la piccola finestra della mia cella, proiettando ombre lunghe e inquietanti sulle pareti. Sapevo che il giorno sarebbe stato lungo e difficile. Tommaso non era un uomo facile da affrontare, e i suoi piani erano sempre complessi e pieni di rischi.Mi alzai lentamente, cercando di scuotermi di dosso la sensazione di oppressione che il sogno mi aveva lasciato. Mi avvicinai alla finestra e guardai fuori, cercando conforto nella vista del cielo che lentamente si tingeva di rosa."Devo essere forte," mi dissi, "per me stesso e per chi conta su di me."
Poco dopo,il suono metallico della porta della cella che si apriva mi riportò alla realtà.Una guardia, con un'espressione impassibile,mi fece cenno di seguirlo. Era il momento.Il momento di affrontare Tommaso e di capire quale fosse il suo piano.
Con le mani legate dietro la schiena, seguii la guardia lungo i corridoi scarsamente illuminati della prigione.Le pareti di pietra fredda sembravano stringersi intorno a me,mentre i miei passi risuonavano nel silenzio opprimente. Alla fine,arriviamo davanti a una porta di legno massiccio,sorvegliata da altre due guardie.La porta si aprì lentamente, rivelando una stanza buia,illuminata solo da una debole lampada a olio.Dentro,seduto dietro un tavolo di legno grezzo,c'era Tommaso.Il suo sguardo freddo e calcolatore incontrò il mio mentre la guardia mi spingeva dentro la stanza e chiudeva la porta dietro di me.Tommaso indicò una sedia di fronte a lui.Mi sedetti, cercando di mantenere la calma.
Finalmente ci incontriamo di nuovo," disse Tommaso con un sorriso sottile. "Spero che il soggiorno qui non sia stato troppo sgradevole."
"Sappiamo entrambi che non sono qui per una visita di cortesia,"risposi, cercando di mantenere la voce ferma. "Qual è il tuo gioco, Tommaso? Cosa vuoi da me?"
Tommaso si inclinò in avanti, intrecciando le dita."Il mio piano è semplice," disse."Voglio che tu collabori con me.Abbiamo bisogno delle stesse cose,anche se non te ne rendi conto.Se lavoriamo insieme, potremo ottenere molto di più di quanto potremmo fare separatamente."
Scossi la testa, incredula."E perché dovrei fidarmi di te?Dopo tutto quello che è successo?"
Tommaso sorrise di nuovo,questa volta con una scintilla di crudeltà nei suoi occhi."Perché,mia cara,non hai altra scelta.O collabora con me,o le conseguenze saranno disastrose per te e per chiunque ti sia caro."
Il peso delle sue parole mi colpì come un pugno nello stomaco.Sapevo che non stava scherzando.Ero in trappola,e l'unico modo per uscirne vivo era giocare secondo le sue regole.Ma dentro di me,sapevo anche che avrei trovato un modo per ribaltare la situazione.