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Ameli

È passato un po di tempo da quell'episodio.

Ho fatto fatica a staccarmi da Tom quella sera, o in generale a lasciarlo da solo nei giorni seguenti.

Non volevo essere esasperante per lui, ma non riuscivo a togliermi quella possibile immagine dalla mia testa

Il tetto

Cercavo di non pensarci, non sapevo perché me lo volesse tenere nascosto, forse per non farmi preoccupare, o per evitare che io diventassi iper protettiva nei suoi confronti, anche se lo sono diventata in ogni caso.

Ormai ogni volta che uscire di casa non riuscivo a non preoccuparmi, gli scrivevo più spesso del solito per chiedergli se stava bene, ero la prima ad andare da lui quando tornava a casa.

Sembravo una mogliettina paranoica.

Oggi dovrei andare a lezione, I campionati europei si avvicinano e nonostante questa brutta situazione non posso farmi distrarre.

Mi legai le trecce, rendendole una coda unica di trecce, mi struccai, mi cambiai in un abbigliamento più sportivo, per poi prendere il mio borsone e scendere di sotto.

Con l'arrivo degli europei, e per la mia incolumità, il mio menager ha deciso che per il resto della stagione dovrò andare in giro con le mie guardie del corpo, anche perché se i ragazzi continuano a portarmi in giro, potrebbero capitare situazioni scomode, con i paparazzi e tutto.

Ultimamente arrivavano anche diversi fan alle porte della mia scuola di ballo, avvolte anche sotto casa, era la scelta migliore per la mia incolumità.

Anche se andare a lezione con la limousine non era volto antisgamo.

Le lezioni stavano diventando impegnative, anche per me, tornavo sempre a casa stanca, Ultimamente anche con dei lividi, come quella sera.

Ero crollata sul letto una volta tornata a casa, ancora con le scarpe ai piedi, il sudore si era leggermente asciugato sulla mia pelle, rendendola leggermente appiccicosa, sentivo il retro della maglietta d'allenamento appiccicata sulla mia schiena.

Ero stanca, più del normale e la cosa mi preoccupava non poco.

Mi alzai dal letto e mi sedetti davanti alla mia scrivania a specchio, dandomi un'occhiata attraverso il mio riflesso, ero orribile.

Erano evidenti le mie occhiaie leggermente violastre, le goccioline di sudore sul mio viso, la faccia tutta arrossata per la fatica, e dalle mie trecce uscivano le punte dei miei capelli leggermente più corti, in effetti le dovrei sciogliere, apparte perché mi devo lavare i capelli, agli europei volendo li posso tenere anche così intrecciati, ma per almeno una settimana meglio se li tengo sciolti, se no rischio di stressarli troppo.

<dai, togliamocelo di dosso>

Mi alzai, mi tolsi finalmente le scarpe, e presi le mie scarpette da ballo marroncine, e le possibilità accanto alla finestra per farle arieggiare.

Mi diressi verso il bagno, fortunatamente vuoto, mi chiusi la porta alle spalle, dato che era giorno non dovetti accendere la luce perché la luce del sole fuori mi bastava e avanzava.

Presi un barattolino dove tenevo gli elastici per farmi le trecce, e con una santa pazienza iniziai a sciogliere la prima trecca, guardando il processo dallo specchio dul muro, le ho fatte pettinandole con il gel, e le ho tenute per un mese, quindi i miei capelli avevano preso una forma arricciata abbastanza voluminosa, solo che erano molto strette e già a metà treccia mi stavo stancando.

Non appena io ebbi finito la prima treccia, vidi la porta aprirsi dal riflesso dello specchio, e la figura di Tom rimanere sullo stipite della porta.

<oh, scusa, non sapevo ci fossi tu, ho fiato che la luce era spenta e credevo che non ci fosse nessuno>

sei il meglio di me~tom kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora