Dalla sera di quella discussione erano passati diversi giorni. Erano stati giorni sia tranquilli che intensi in un certo senso, giacché non erano successi eventi particolari, era vero, ma Chloe si era dovuta allenare duramente con Five.
Gli allenamenti avevano dato dei frutti. Non che la ragazza in quei pochi giorni fosse diventata una gran duellante, per niente in realtà. Tuttavia, un leggero miglioramento almeno c'era stato. Confondeva meno le carte rispetto a qualche giorno prima, il che era un enorme passo avanti.
Gli allenamenti pratici continuavano ad essere un completo disastro, ma quantomeno quelli teorici stavano mostrando leggeri segni di miglioramento.
Quello che non sembrava migliorare era la malinconia della fanciulla. Sembrava spesso perdersi nei ricordi, come voler annegare in essi. La circondava fino a soffocarla.
Questo continuò finché un giorno non sentì suonare alla porta.
Quel suono giunse inaspettato. Gli Arclight non avevano praticamente mai ospiti né ricevevano posta. Chi poteva essere?
Quando il campanello suonò Chloe era nella sua stanza, insieme a Five. Stavano studiando e la ragazza pensò che il fratello sarebbe stato molto seccato da quell'interruzione. Con sua enorme sorpresa, però, non sembrava affatto stupito.
"Chloe, vai tu ad aprire. Penso sia per te." disse semplicemente, chiudendo il libro.
La dodicenne rimase estremamente colpita. Non si sarebbe mai aspettata di terminare la lezione di strategia dei duelli così velocemente e senza battito di ciglia da parte di Five. Non che la cosa le dispiacesse, visto che tale lezione era una palla allucinante.
Con la curiosità a mille, lei annuì, si alzò e uscì rapidamente dalla stanza per dirigersi alla porta principale.
Ovviamente il primogenito la seguì, ma rimanendo a debita distanza, senza tenerle il fiato sul collo.
Quando Chloe arrivò al salone d'ingresso, trovò Manny accanto alla porta, come in attesa.
"Signorina, è arrivato l'ospite." disse, guardandola.
"Ospite?" domandò la fanciulla, guardandolo perplessa.
Di quale ospite si trattava? Lei non aspettava nessuno, non aveva invitato qualcuno lì.
Anche perché chi avrebbe potuto invitare? Non conosceva nessuno, non aveva contatti tra la nobiltà che poteva frequentare la sua famiglia.
Curiosa come non mai, raggiunse la porta e con un gesto rapido, la aprì.
Si ritrovò davanti un ragazzo non molto alto che indossava una maglietta smanicata verde e blu, e sopra ad essa un gilet rosso con un cappuccio bianco. Aveva una grossa cintura, pantaloni bianchi con finiture arancioni e scarpe blu e nere. Aveva occhi rossi come quelli di un coniglio, capelli neri all'insù sui quali spiccavano due ciuffi fucsia davanti alla fronte. Oltre a ciò, splendeva particolarmente un pendente dorato che portava al collo.
Con un gigantesco sorriso sul volto, il ragazzo la apostrofò "Ciao Chloe. Sono felice di rivederti."
La dodicenne rimase imbambolata per qualche istante, completamente stupita. Poi gli occhi le si riempirono di lacrime, e balzò in avanti gettandogli le braccia al collo.
"Yuma!" esclamò, stringendosi a lui.
Il giovane contraccambiò subito l'abbraccio della sorella con cui era cresciuto, ridacchiando come un ragazzino. Si staccarono poco dopo e si scambiarono uno strano saluto con le mani, dandosi una sorta di cinque rituale e continuando a ridacchiare insieme.
Si diedero qualche colpetto l'un l'altro, come dei piccoli pugnetti sulle spalle, poi Yuma provò a farle il solletico, venendo respinto da uno spintone giocoso. In quell'atmosfera ilare che si era creata, Five si avvicinò con un sospiro.
"Avete finito?" domandò.
I due si voltarono a guardarlo e per un singolo istante Yuma lo guardò male. Poi tornò il ragazzo gioviale di sempre e diede uno schiaffetto sul sedere della fanciulla.
"Ahia!" ridacchiò lei, dandogli di contro uno schiaffo sulla spalla.
Si voltò a quel punto verso Five, guardandolo con occhi stupiti e gli disse "Fratellone, questa è stata proprio una bella sorpresa."
"Sì, ti concedo di rivedere questo ragazzo per un po'. Potete... uscire insieme. Per farla breve, voglio concederti un po' di libertà." disse, facendo un enorme sforzo al dire quelle parole.
Chloe lo guardò con occhi sognanti, veramente allibita del fatto che le stesse concedendo una cosa simile.
"Grazie, grazie, grazie!" esclamò, mostrando un enorme sorriso.
Il rampollo della famiglia Arclight voltò lo sguardo verso Yuma, e con voce severa gli disse "Voglio che me la riporti a casa entro una certa ora. Credo che le otto di sera andranno bene."
Il giovane della famiglia Tsukumo annuì e si portò un pugno davanti al petto con fare melodrammatico, per poi esclamare "Certamente!"
"Molto bene." disse semplicemente Five "Andate pure, allora. Divertitevi."
Yuma annuì e si allontanò senza farselo ripetere dai cancelli della villa, con Chloe che lo seguì subito a ruota.
La ragazza inspirò a pieni polmoni. Non le sembrava vero di aver lasciato la dimora, di essere temporaneamente libera. Non che le dispiacesse passare del tempo con i suoi fratelli, anzi, ma le mancava un po' di libertà.
Non dissero nulla mentre si allontanavano, volendo aspettare di essere i più lontani possibili prima di parlare tra loro.
Una volta che la villa fu alle loro spalle, la fanciulla guardò il fratello adottivo e gli disse "Mi sei mancato."
Il giovane le rivolse un radioso sorriso, rispondendole "Anche tu. Tanto."
"Yuma, perché non sei venuto a prendermi?"
Quella frase fu detta con una forte tristezza di fondo, come se in fondo al cuore Chloe si fosse sentita tradita dal fatto che lui non fosse venuto per lei.
Contrariamente a quanto si sarebbe aspettata, però, ciò che vide in lui non fu tristezza... fu rabbia.
"Credimi, avrei voluto!" esclamò infatti lui "Se solo avessi potuto, avrei sfasciato tutto e sarei venuto per te!"
"Se solo avessi potuto?"
Lui annuì, e le spiegò "Sì, purtroppo avevo le mani legate. Sai, la nonna e mia sorella me l'hanno impedito."
"Quella stronza di Kari!" esclamò la ragazza, non essendo mai andata d'accordo con la sorella adottiva "Non mi stupisce non aspettasse altra occasione per sbarazzarsi di me!"
"Beh, no... è un po' più complesso di così."
Senza ascoltarlo, la fanciulla diede ancora qualche insulto verso Kari, per poi aggiungere "E la nonna? Veramente mi ha venduta così?"
"Chloe, no! Non saltare a conclusioni affrettate!"
Ma le parole di Yuma caddero nel vuoto totale, mentre la dodicenne continuava a dire "Ma la mamma non può avermi abbandonato. Lei no."
A quel punto, per interrompere il flusso ininterrotto di parole, Yuma le prese con forza le spalle, guardandola dritta negli occhi.
"Chloe, ascoltami!" le disse, in modo estremamente serio "Non ti abbiamo abbandonata, nessuno di noi l'ha fatto!"
La ragazza lo guardò, colpita da tanta sicurezza da parte sua. Rimase in silenzio, ascoltando dove volesse andare a parare.
"Vedi, la mamma, la nonna e anche Kari sapevano perfettamente la tua origine. Volevano tenerti al sicuro, ma quando la tua vera famiglia è tornata a cercarti... era giusto che stessi con loro. Questa decisione ha spezzato il cuore della mamma, ma a detta sua era la cosa giusta da fare."
"Tu non lo sapevi?"
Yuma scosse la testa "No, a me non avevano detto niente. E credimi che se non mi avessero fermato, sarei certamente venuto a prenderti."
Chloe capì che la situazione era decisamente più complessa di quanto avesse pensato. C'erano in ballo dei legami interpersonali estremamente profondi, di famiglia e di sangue. Non poteva biasimare coloro che l'avevano cresciuta per averla voluta ridare alla famiglia d'origine. Ma le scappò un sorriso a pensare che Yuma sarebbe stato pronto a combattere per lei.
"Grazie... fratello." disse semplicemente lei, mettendo a propria volta le proprie mani sulle sue spalle.
Si sentiva legata ai tre fratelli Arclight, li chiamava fratelloni, gli piacevano. Ma Yuma era Yuma, e il legame che li univa era estremamente più forte, legame di sangue o meno.
Il tredicenne le rivolse un caloroso sorriso nel sentirsi chiamare di nuovo così, poi si voltò e prendendola per mano si mise a correre.
"Ehi! Dove stiamo andando?!" esclamò, stando al suo passo a fatica.
"Vedrai." ridacchiò lui, continuando a correre.
Passo dopo passo, Chloe seguì da vicino Yuma, cercando di non rimanere indietro. La sua stretta era salda e se fosse rimasta indietro avrebbe rischiato solamente di cadere.
Corsero per un po' finché non arrivarono ad un parchetto. La fanciulla si guardò attorno stupita, con sguardo meravigliato. Quello era un parchetto che conosceva, giacché ci passava le giornate quando era più piccola.
Heartland City era un luogo meraviglioso, un'utopia che prosperava grazie all'energia pulita. Quel parco, uno dei tanti che punteggiava la città, era il perfetto esempio. La ragazza era contenta di ciò, non avrebbe sopportato di vivere in una vecchia città inquinata.
Yuma continuò a procedere in esso, senza esitazione alcuna. Sembrava avere una meta precisa in mente e la dodicenne era seriamente curiosa di vedere di cosa si trattasse.
Esattamente al centro del parco i ragazzi giunsero ad una panchina. Lì, c'erano delle persone sedute e Yuma salutò con un gesto della mano.
"Ehi, ragazzi! Siamo arrivati!" esclamò il giovane, continuando a correre.
Le tre persone in questione erano giovani della loro età, un ragazzo e due ragazze. Il ragazzo era grosso e corpulento, una delle ragazze sfoggiava dei vistosi capelli verdi mentre l'altra sembrava timida e nascosta dietro un paio di grossi occhiali.
"Yuma! Chloe!" gridò il ragazzo, rispondendo al saluto "Quanto tempo!"
Gli occhi della ragazza si inumidirono di colpo non appena riconobbe Bronk e Tori, due cari amici di Yuma. L'altra ragazza l'aveva intravista in classe qualche volta, ma non la conosceva.
Quando i due furono arrivati davanti al terzetto, il ragazzo lasciò finalmente il polso della sorella adottiva. Questa rivolse a tutti un caloroso sorriso, veramente contenta di rivederli.
"Ciao Chloe." la salutò Tori, avvicinandosi a lei "Sono veramente contenta di vedere che stai bene."
La dodicenne ricambiò il sorriso, rispondendo "Anche a me fa piacere rivederti, Tori."
Si rivolse verso il ragazzo, aggiungendo "È un piacere rivedere anche te, Bronk."
Questi le rivolse un enorme sorriso e d'istinto le diede uno schiaffetto sulla spalla, che era leggero ma data la sua decisamente superiore mole la fece quasi cadere.
"Ahia! Fai piano!" disse lei, ridacchiando.
"Scusa, scusa. Tendo a dimenticare che sei fragilina." si scusò lui.
La giovane Arclight rise di gusto, veramente felice di essere di nuovo con i suoi amici. Fu a quel punto che i suoi occhi caddero sull'altra ragazza, quella che non conosceva.
Le porse una mano, dicendole "Io sono Chloe, la sorella di Yuma. Piacere."
La ragazza in questione annuì, stringendole subito la mano.
"Sì, lo so. S'è parlato molto di te." le rispose semplicemente, per poi aggiungere "Io sono Cathy, piacere."
"Sì, si è unita anche lei al Club dei Numeri." aggiunse Yuma, tutto fiero.
"Club dei Numeri?" domandò Chloe, guardandolo "L'avete fondato davvero allora?"
Il gruppo non era stato ancora fondato ufficialmente quando Chloe era ancora insieme a Yuma. Però gliene aveva parlato, aveva accennato che volessero creare questo gruppo a protezione dei mostri Numero con lo scopo di riunirli per permettere ad Astral di riacquisire la memoria e di tornare a casa. L'esatto opposto dei cacciatori di Numeri che invece volevano collezionarli per sé.
Cacciatori di Numeri... come il ragazzo la cui foto aveva visto nella camera di Five e come la stessa famiglia Arclight di cui lei faceva parte.
La fanciulla non sapeva tutti i dettagli, ma sapeva che c'era sicuramente competizione tra gli Tsukumo e gli Arclight. La cosa non le faceva particolarmente piacere.
Yuma annuì, replicando "Sì, certo. Stiamo collaborando tutti per cercare di riunire i Numeri."
"E siete solo voi quattro?" chiese Chloe.
"No, c'è anche Caswell." intervenne Tori "Al momento non è qui, aveva da fare."
"Ah, anche Caswell?" ridacchiò lei "Mi farebbe piacere rivederlo, è un bravo ragazzo."
"Oh, lo vedrai. Più tardi dovrebbe arrivare pure lui." disse semplicemente Bronk, mettendosi le mani sui fianchi.
La dodicenne annuì contenta, per poi dire "Benissimo allora. Quindi... che si fa?"
"Ci si diverte!" esclamò Yuma, cominciando a correre verso una direzione ben specifica.
Con un enorme sospiro, Tori cominciò a seguirlo, seguita poi a ruota sia da Bronk che da Cathy e anche dalla stessa Chloe.
La dodicenne ridacchiò "Certo che ne ha di energia."
"Ce l'ha sempre al massimo." rispose semplicemente Cathy, lasciandosi scappare una risatina a propria volta.
Cercarono un punto di ritrovo tranquillo, un piccolo supermarket dove vendevano diverse cose e c'erano varie zone ristoro. Passarono lì in verità buona parte del pomeriggio, parlando del più e del meno e di quello che era successo dall'ultima volta che erano stati tutti insieme.
Passò diverso tempo in totale calma, poi ad un certo punto Bronk disse a Yuma "E comunque, il mio Arciduca di Latta è una delle carte più potenti che ci siano."
"È potente ma non è un Numero." rispose Yuma "E non c'è Numero più potente di Utopia."
"Eccoli che ricominciano." sbuffò Tori, abbandonandosi sulla sedia.
I due infatti si misero animatamente a discutere dei rispettivi deck. Bronk continuava a sostenere la forza di Arciduca di Latta mentre Yuma di focalizzò soprattutto sui supporti di tipo Gagaga.
Dopo un po' anche Cathy si unì alla discussione, suggerendo la forza nascosta dei deck Gatto. Anche Tori poi disse la sua parlando del suo deck Fata, che stava costruendo pian piano.
"Ok, basta così." disse ad un certo punto Yuma "Staremmo annoiando Chloe, lei non se ne intende di duelli."
La dodicenne scosse la testa, dicendo "No, lo trovo interessante invece."
"Davvero?" le domandò Yuma, cominciando a guardarla preoccupato.
"Certo. Ho anche io un mio deck, eh."
Con quella frase lo estrasse, mostrando a tutti i presenti il proprio deck Bambolaombra.
"Questo è il deck che mi ha dato Five, con dei supporti che ho aggiunto io. È un deck Bambolaombra." sorrise "Ve lo faccio vedere, così mi date qualche idea per i supporti."
Yuma si accigliò immediatamente come vide il deck, e non fu nemmeno l'unico.
All'insaputa di Chloe, infatti, Astral si manifestò accanto al ragazzo. Aveva uno sguardo preoccupato.
"Yuma." gli sussurrò all'orecchio "C'è un mostro Numero lì dentro."
Il tredicenne annuì, e con fare preoccupato si rivolse subito alla sorella adottiva "Dimmi... hai dei mostri Xyz?"
Lei annuì con un sorriso e rispose "Sì, uno ce l'ho."
"Posso vederlo?" le domandò Yuma.
La fanciulla annuì di nuovo e senza esitare mostrò al ragazzo il proprio mostro Xyz: Numero 50 Navenera di Corn.
Yuma si accigliò ancora di più. I mostri numero erano estremamente pericolosi, non potevano essere usati senza le dovute protezioni.
"Non l'hai usato in duello, vero?" le domandò.
In realtà avrebbe voluto semplicemente chiederle se avesse duellato veramente, dato che con tutti i suoi problemi non avrebbe dovuto farlo affatto. Ma il fatto che avesse un mostro Numero rendeva quella la priorità.
"Sì, l'ho evocato in duello una volta." disse "È un mostro molto forte e... ehi, Yuma! Che ti succede?"
Aveva fatto quella domanda perché il ragazzo era improvvisamente impallidito non appena ebbe detto quella frase.
Yuma era allibito. Davvero le avevano fatto usare un mostro Numero? Ma era pericolosissimo. Era un miracolo che non le fosse successo nulla.
Di nuovo, Astral intervenne, rivolgendosi solo a Yuma.
"Tranquillo, l'ho protetta io." disse "Ho fatto da scudo in modo che quella carta non prendesse il controllo della sua mente."
Il tredicenne trasse un profondo sospiro di sollievo. Quindi Astral stava proteggendo anche sua sorella, questo lo faceva stare decisamente meglio. Certo, sarebbe stato anche meglio se lei fosse stata al sicuro al suo fianco e non con una famiglia di matti, ma d'altro canto quella era la sua famiglia di sangue.
Constatato ciò, Yuma tornò alla sua preoccupazione originaria.
"Quindi duelli davvero?" le domandò.
Quando lei annuì il ragazzo aggiunse "Va bene, promettimi però di stare attenta."
La fanciulla annuì, promettendo che l'avrebbe fatto. Sarebbe stata attenta, anche perché pure lo stesso Five non sarebbe stato felice se si fosse messa nei guai. Glielo aveva fatto capire bene.
Chiarito ciò, il sorriso tornò sul volto di Yuma mentre diceva "Beh, mostraci questo deck."
La ragazza annuì contenta e mostrò le carte al fratello adottivo e ai suoi amici. Mostrò loro i mostri Bambolaombra e le rispettive carte magia e trappola, ovvero il deck che era stato costruito. Mostrò anche i supporti che aveva inserito lei.
"Che ne pensi?" chiese "Secondo mio fratello questi supporti non vanno bene."
"Scherzi?" esclamò Yuma, prendendo in mano Amicizia Splendente "Sono perfetti! Sono adattissimi a te!"
Nessuno sentì il profondo sospiro di Astral a quell'uscita. Yuma non sarebbe mai cambiato.
"Sentite... ma Caswell?" domandò Tori, guardandosi attorno "Non doveva arrivare anche lui?"
"Infatti. È in ritardo." disse anche Bronk "Strano, il Signor Perfettino non è mai in ritardo."
Fu proprio in quel momento che Yuma ricevette una chiamata.
"Ehi, parli del diavolo..." disse, prendendo sottomano il Duel Gazer.
Yuma rispose, mettendo subito la chiamata in vivavoce.
"Ehi, ti stiamo aspettando!" esclamò.
Chloe voleva salutare il ragazzo, ma non fece in tempo. La voce preoccupata di Caswell, infatti, anticipò qualsiasi cosa.
"Yuma, c'è un grosso problema." disse infatti "Si tratta di Shark. L'ho visto infilarsi in un vicolo con dei tipi poco raccomandabili."
Il tredicenne si alzò in piedi di scatto, esclamando "Accidenti! Resta lì, arrivo subito!"
"Certo, tengo d'occhio la situazione." disse semplicemente il ragazzo dall'altra parte del Duel Gazer, riagganciando poi la chiamata.
"Dobbiamo andare subito!" esclamò a quel punto Yuma, pronto a partire.
"Yuma... hai chiesto dove dobbiamo andare?" domandò Astral, bloccando così la corsa del ragazzo.
Yuma si fermò sul colpo, cominciando poi a grattarsi la nuca.
"Ehm... no." ammise.
"Risultato dell'osservazione numero quarantasette: gli esseri umani sanno ritrovarsi ad un appuntamento anche senza darsi le coordinate."
"Ma insomma!" esclamò Chloe, alzandosi a propria volta "Qualcuno mi può spiegare che cosa sta succedendo?!"
"È molto semplice." le disse Tori "Ricordi di Shark?"
"Shark? Sì, me lo ricordo. Yuma non l'aveva sconfitto?"
Chloe si ricordava di Shark. Il duello tra lui e suo fratello adottivo era stato veramente epico.
"Beh, dopo aver perso contro Yuma ha cominciato a deprimersi e a fare cose strane. Yuma è preoccupato per lui, e anche noi." le spiegò la ragazza.
"Ma è terribile!" esclamò la dodicenne "Dobbiamo fare qualcosa!"
"Lo faremo." disse Yuma "Infatti ora vado."
"Vengo anch'io."
"Certo, vieni pure. Dopotutto Shark è un amico. Ci ho duellato."
Dopo pochi istanti arrivò un messaggio da Caswell, che specificava il punto in cui aveva visto Shark. Senza attendere oltre, Yuma partì subito, con Chloe al seguito.
Anche il resto del Club dei Numeri li seguì, anche se non avevano la stessa fiducia di Yuma sulle buone intenzioni di Shark.
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Yu-Gi-Oh Zexal - Legami di Sangue
FanfictionLa giovane Chloe è vissuta sotto una campana di vetro posta da suo fratello Yuma. Il vetro comincia ad infrangersi quando la fanciulla scopre la propria vera origine: il sangue più nobile scorre nelle sue vene. Dilaniata da questa rivelazione, dovr...