Il Club dei Numeri avanzava velocemente in modo compatto. Yuma guidava la marcia, seguito a ruota da Bronk e Cathy. Tori, invece, era appena più indietro, accanto a Chloe.
Quest'ultima avanzava in modo sicuro, dando piena fiducia alle parole di Yuma. Dopotutto, se Shark aveva duellato con suo fratello adottivo sicuramente era suo amico. Quando si duella con qualcuno ci si fa amicizia.
Ci volle loro un po' di tempo, ma poi giunsero sul luogo dell'incontro. Lì, li attendeva Caswell, con le braccia conserte.
"Eccoci!" esclamò Yuma, avvicinandosi a lui "Dov'è Shark?"
Il rappresentante di classe indicò uno dei vicoli lì presenti, dicendo "È andato di lì. Però io non lo seguirei, era accompagnato da dei tipacci."
"Nessun problema, ci penso io." rispose Yuma con sicurezza, per poi voltarsi verso il vicolo.
"Non da solo, Yuma!" intervenne Bronk, affiancandolo.
Tori fece un sospiro, per poi dire "Cathy, stai qui con Caswell a controllare la situazione. Noi entriamo."
"Io vengo con voi!" esclamò a quel punto Chloe, chiudendo i pugni davanti a sé.
Caswell parve notarla in quel momento e guardandola le disse "Ciao Chloe. È passato tanto tempo."
Lei lo guardò, dicendogli rapidamente "Sì, sì. È un piacere anche per me rivederti. Ma ora non c'è tempo."
"Sì, hai ragione. Io sto qua a controllare la situazione, andate pure avanti." disse a quel punto il ragazzo, annuendo con fare solenne e facendo un passo indietro.
Cathy lo affiancò, tenendo d'occhio la situazione dalla parte opposta della strada, assicurandosi così che non giungesse nessuno a rompere le scatole.
Una volta assicuratosi il controllo delle retrovie, Yuma procedette insieme a Bronk, seguito a ruota dalle ragazze. Tori emanava una certa sicurezza, mentre Chloe... faceva il possibile.
Nel vicolo c'era un unico edificio accessibile, una vecchia sala giochi abbandonata che sicuramente fungeva da base per le persone con cui era stato visto Shark.
"Qual è il piano?" domandò Tori, osservando Yuma con uno sguardo critico.
"Piano? Non c'è bisogno di un piano. Entriamo e diciamo loro di lasciare in pace Shark." disse semplicemente Yuma, contraccambiando lo sguardo.
"Mi sembra giusto!" concordò Bronk, annuendo.
"Mi pare sensato." concordò anche Chloe.
E così Yuma aprì le porte e il quartetto entrò nell'edificio.
La stanza in cui si ritrovarono era buia, illuminata fiocamente dalle luci al neon provenienti dai cabinati arcade. Proseguirono fino ad arrivare al centro della stessa, guardandosi attorno.
"Non c'è nessuno?" chiese Chloe, guardandosi in giro.
Fu in quel momento che le luci si accesero all'improvviso e i ragazzi si resero conto di essere circondati.
"Bene, bene, bene. Ma guarda che bei pesciolini sono caduti nella rete oggi." ridacchiò un uomo, facendo due passi verso di loro.
Si trattava di un individuo parecchio alto, con addosso un abito interamente bianco con finiture rosse. Aveva capelli castano scuro molto corti, con tatuaggi rossi nelle zone della fronte libera dai capelli.
Lo affiancò un bestione con i capelli a dread corvini e una canottiera nera. Era estremamente muscoloso.
"Già, un gruppetto interessante." commentò, ridacchiando.
C'erano altri individui con loro, ma erano tutti piuttosto anonimi.
"Farabutti! Dove avete nascosto Shark?!" esclamò Yuma, mettendosi davanti al gruppo.
Il tizio vestito di bianco ridacchiò, dicendo "Certo che il moccioso ha fegato. Forse non ti è chiaro, bamboccio, di dove sei."
Il tredicenne lo ignorò completamente, mettendosi invece ad urlare in giro "Shark! Shark, vieni fuori! Siamo qui per te!"
In tutta risposta ricevette una risata generale dai brutti ceffi, che sembravano trovare la situazione particolarmente divertente.
"Già, Shark. Esci fuori, il tuo amico ti sta cercando." rise il tizio muscoloso.
Da un angolo buio, lentamente, emerse un ragazzo. Tutti si voltarono a fissarlo, dato che si trattava effettivamente di Shark.
Il ragazzo era esattamente come Chloe se lo ricordava: la pettinatura stravagante e violacea, la giacca viola che sormontava una maglietta rossastra. Pantaloni scuri, cintura con fibbia dorata, un pendente al collo e una sorta di diadema sulla fronte. Ma soprattutto dei profondissimi occhi blu come il ghiaccio.
"Reginald!" esclamò subito lei, facendo un passo nella sua direzione "Torna a casa con noi!"
Il tizio vestito di bianco si voltò a guardarlo, dicendo con un sorrisetto "Cos'è, li conosci?"
"Certo che ci conosce!" esclamò Yuma "Siamo amici!"
La risposta di Shark, però, fu fredda tanto quanto il suo sguardo: "No, non lo siamo."
Voltò quindi lo sguardo verso Chloe, per poi aggiungere "Vedo che avete ripreso a fare da babysitter. Non era sparita da un pezzo?"
Quell'uscita fece ribollire il sangue della fanciulla, che guardandolo con sfida esclamò "Non sono sparita! Ero solo tornata dalla mia famiglia! E sarà meglio che ci lasciate tutti andare, altrimenti mio fratello lo verrà a sapere!"
"Tuo fratello, eh? Non è al tuo fianco?" chiese Shark, incuriosito.
I criminali non stavano parlando, forse perché volevano sentire dove la conversazione andasse a parare.
Chloe annuì, replicando "Sì, quello adottivo con cui sono cresciuta. Ma ho anche dei fratelli veri e propri! E ve la faranno pagare se ci farete del male!"
Fu a quel punto che l'individuo muscoloso intervenne, ridacchiando e dicendo "Ma davvero? E chi sarebbero questi fratelli?"
Tori si slanciò verso Chloe, per impedire che sparlasse troppo. Ma non fece in tempo, non riuscendo così ad impedire alla ragazza di dire "La famiglia Arclight."
La ragazza dai capelli verdi le mise una mano sulla bocca, ma era troppo tardi... ormai l'aveva detto.
Il silenzio cadde per un attimo nella stanza, poi un sorriso inquietante comparve sul volto di entrambi i capi dei criminali.
"Ma davvero." ridacchiò quello vestito di bianco, avvicinandosi "Questa sì che è una notizia interessante."
"Già, decisamente." rise anche l'altro, affiancando il compagno "Sono certo che il suo riscatto ci frutterebbe un sacco di grana."
"Sì, mi permetterebbe di risolvere una questione personale." concordò anche Shark "Sarà il caso di prenderla."
Non che i due capi avessero bisogno dell'autorizzazione del ragazzo, ma l'avere il sostegno del duellante migliore del loro gruppo cementificò le loro convinzioni.
Chloe fece un passo indietro, spaventata. Yuma si gettò davanti a lei, facendole scudo col proprio corpo.
"Dovrete passare prima su di me!" esclamò.
Il tizio grosso rise, dicendo semplicemente "Non sarà un problema."
La colluttazione che seguì fu rapida. Il bestione sollevò Bronk come se fosse stato fatto d'aria, gettandolo con facilità fuori dal covo.
Quello vestito di bianco balzò invece su Yuma, dandogli un pesante spintone che lo fece cadere addosso a Tori. I due ruzzolarono a terra, lasciando Chloe da sola in piedi.
"Vieni con me, tu!" le urlò, afferrandola per un polso.
D'istinto, la fanciulla sferrò un calcio nello stinco dell'aggressore.
Questi urlò e la lasciò andare, facendo sì che la ragazza corresse subito verso l'uscita.
Ma non riuscì a raggiungerla giacché un altro paio di scagnozzi si misero davanti alla porta, guidati nientemeno che da Shark in persona.
Ciò fece fermare la fanciulla quel tanto che bastava per permettere al bestione di prenderla. La afferrò per le spalle e dopodiché la sollevò, cingendole un braccio attorno alla gola.
"No, Chloe!" esclamò Yuma, balzando verso di lei.
"Fermo lì!" disse però l'individuo "Se fai un passo di troppo le spezzo il collo!"
Yuma si bloccò subito, terrorizzato all'idea che potessero far del male alla sua adorata sorellina.
"Lasciatela subito andare!" gridò.
"Oh, lo faremo." rispose il criminale "Comunica ai suoi fratelli che attendiamo il riscatto per lasciarla libera."
"E dì loro che Four deve presentarsi da solo." aggiunse anche Shark.
"Codardi!" esclamò il tredicenne, serrando i pugni con rabbia "Se avete fegato estraete i deck e affrontatemi!"
Il criminale vestito di bianco rise, rispondendo "E perché mai dovremmo farlo? Chi si mette a contrattare quando ha in mano tutte le carte?"
"Non fa una piega." mormorò Astral, all'orecchio di Yuma.
Il ragazzo lo guardò malissimo, esclamando "Tu fatti gli affari tuoi!"
"Con chi stai parlando?" domandò il criminale vestito di bianco.
"Lasciate perdere, ha qualche rotella fuori posto." disse Shark, spostandosi verso di lui e aggiungendo "Sai cosa fare. Vai a parlare con gli Arclight e dì a Four di presentarsi qui con il riscatto."
Non vedendo altra soluzione, il tredicenne fu costretto ad annuire, accettando le condizioni.
"Lo farò. Ma Shark... ti stanno usando." gli disse.
Reginald gli passò accanto dandogli una spallata, per poi dire semplicemente "E digli di fare in fretta. Sono impaziente."
In tutto quello, Chloe stava guardando Yuma con occhi supplicanti. Non poteva lasciarla lì con quella gente, non poteva.
Il ragazzo la guardò preoccupato, facendogli intendere col proprio sguardo che non aveva intenzione di abbandonarla. Stava solo programmando un modo più sensato per liberarla, il modo migliore era effettivamente contare sugli Arclight.
Senza dire null'altro, Yuma e Tori andarono verso l'uscita. Tuttavia, il tredicenne si chinò per un attimo a raccogliere qualcosa, prima di sparire al dì là della porta.
"Cos'hai raccolto?" gli domandò Tori, una volta che furono fuori di lì.
"Il deck di Chloe. Le è caduto durante la colluttazione, non volevo che lo vedessero." rispose, mettendosi il deck vicino al proprio.
Poco dopo che Yuma e gli altri si furono allontanati, il criminale che stava tenendo ferma Chloe la mollò, lasciandola cadere con malagrazia a terra.
"Ahia!" esclamò lei, rimettendosi in piedi e guardandolo male.
"Su, non ti ho fatto nulla." sbuffò lui "Non metterti a frignare come una poppante."
La fanciulla si guardò attorno, sentendosi il cuore che batteva forte nel petto. Era rimasta sola, il quel luogo pieno di sconosciuti, molti dei quali con l'aria per nulla amichevole.
D'istinto, si voltò a guardare Shark e gli chiese "Perché vuoi che Thomas venga da solo?"
Lui la guardò con sguardo estremamente serio e senza rispondere direttamente le diede le spalle, dicendo semplicemente "È tempo di rimettere a posto le cose."
Mentre lui tornava con il resto della banda, i due capi si avvicinarono a lei sghignazzando. La guardavano come un succulento pezzo di carne da azzannare.
"Beh, ragazzina, sembra che sarai nostra ospite." ridacchiò quello vestito di bianco.
"E lo sarai finché i tuoi fratelli non ci pagano." aggiunse l'altro.
Il criminale vestito di bianco rise ancora e aggiunse "Spero apprezzerai l'ospitalità di Chills e Scorch."
La dodicenne si segnò i loro nomi mentalmente, pensando che sarebbero potuti risultare utili.
Uno dei due, quello chiamato Chills, fece un cenno agli altri membri della banda, i quali la fecero accomodare ad un tavolo. Nonostante la stessero tenendo prigioniera non sembrava volessero farle del male.
La fanciulla sospirò, mentre si sedeva. Certo che si era messa proprio in un bel guaio.
Per fortuna da illesa sembrava valere di più, era contenta di non dover ritenersi in pericolo. Decisamente contenta.
Chissà come avrebbe reagito Five... meglio non pensarci.
Nel frattempo, Yuma, seguito dal resto del Club dei Numeri, si era recato verso la villa Arclight. Si sentiva molto teso durante il viaggio, preoccupato a come i fratelli di Chloe avrebbero reagito alla scoperta del suo rapimento.
Dopo aver camminato per un bel po' il gruppo giunse d'innanzi ai cancelli della villa. Una volta lì, Yuma si voltò verso i suoi amici.
"Ehm... chi va a parlare con loro?" chiese.
Tori, Bronk, Caswell e Cathy lo guardarono tutti malissimo, senza dire una parola.
"Credo che vogliano che vada tu." mormorò Astral, grattandosi il mento.
Con un pesante sospiro, il tredicenne si voltò e fece qualche passo verso il maniero. Si fermò d'innanzi al cancello e, prendendo coraggio, suonò il campanello.
Come l'ebbe fatto, i cancelli si aprirono per farlo passare e, in modo molto titubante, fece un passo dopo l'altro per raggiungere la porta principale. Era decisamente teso.
Giunto d'innanzi alla porta quella si aprì e al dì là di essa fece la sua comparsa Manny, il maggiordomo della casa.
"Ah, il signorino Tsukumo." disse quest'ultimo, lanciando uno sguardo alle spalle di Yuma "La signorina Chloe non è con voi?"
"Chiama i tuoi datori di lavoro. Ho delle cose da dirgli." rispose semplicemente il ragazzo, cercando di evitare di guardarlo negli occhi.
Con lo sguardo decisamente preoccupato il maggiordomo corse all'interno della villa, cercando di trovare la prima persona disponibile. Per sua fortuna trovò Five e gli rivelò che Yuma era tornato da solo.
Il primogenito della famiglia, decisamente non tranquillo da quella scoperta, si precipitò subito alla porta.
"Che è successo?" chiese subito, guardando Yuma dall'alto in basso.
Il giovane Tsukumo si ritrovò a guardare verso l'alto, mentre un armadio lo squadrava con fare superiore. Certamente non era in una bella situazione.
"C'è stato un contrattempo." disse semplicemente, deglutendo per l'ansia.
"Contrattempo?" disse Five, con tono estremamente serio "Dov'è Chloe?"
Il proprietario di Utopia sentì la rabbia crescergli nel petto, dirompendo come un'eruzione.
Stringendo i pugni, gridò in faccia all'altro "È tutta colpa vostra! Siete voi che l'avete fatta duellare!"
Il rampollo degli Arclight alzò un sopracciglio, perplesso, e gli domandò "Che stai dicendo?"
"È così! L'hanno presa dei criminali! E tutto perché le avete messo in testa delle idee assurde sul fatto che possa duellare!" gridò il ragazzo, non vedendoci più dalla rabbia.
Quell'ultima frase ebbe il potere di smuovere la calma glaciale di Five. Il ventenne, infatti, afferrò Yuma per il bavero e lo tirò su alla propria altezza, dicendogli "Cosa vuoi dire?! Chi l'ha presa?!"
"Ehi! Mollami subito!"
Rendendosi conto che facendo così non avrebbe risolto nulla, il maggiore lasciò andare Yuma, rimettendolo a terra.
"Le ho insegnato a duellare perché così avrebbe potuto difendersi." disse semplicemente "Ora dimmi in che situazione vi siete ficcati."
Il tredicenne si portò le mani alla gola, tossendo lievemente. La rabbia che gli era eruttata nel petto era scemata rapidamente, e guardando il ragazzo più grande cominciava a sentirsi una formica davanti a lui.
"Dei criminali... abbiamo cercato di convincere un nostro amico a ritornare in sé, e quella gentaglia l'ha presa." spiegò.
"Di chi si tratta?"
"Una banda di criminali. Il ragazzo che volevamo aiutare si chiama Shark."
"Shark, eh?" fece Five "Vuoi dire Reginald Kastle?"
"Proprio lui. La banda per cui lavora ha preso vostra sorella e vogliono un riscatto. E deve essere Four a consegnarlo." rivelò Yuma.
"Ma davvero?"
A parlare non era stato Five, bensì una voce che veniva dalle sue spalle.
Fu proprio in quel momento, infatti, che Four emerse. Aveva ascoltato l'intera conversazione e stava sogghignando.
"Evidentemente il mio vecchio amico vuole un'altra lezione." ridacchiò "Sarà un piacere dargliela."
Five sospirò, ritenendo quello un potenziale problema. Certo, il rapimento di Chloe era un grosso problema e doveva risolverlo il prima possibile. Ma il coinvolgimento di Four non lo metteva a suo agio.
Tornò a guardare Yuma e gli disse "Va bene, grazie per averci avvisato. Da qui in poi ci pensiamo noi."
"Ma..."
"Ringrazia che non ti consideri responsabile per aver messo mia sorella in pericolo." disse il primogenito, col tono di chi non ammetteva repliche.
Quell'ultima frase fece deglutire forte Yuma, gli fece girare i tacchi e lo fece allontanare dalla villa facendo un cenno ai due.
"Vuoi davvero che se ne occupino loro?" domandò Astral, continuando a seguire Yuma "Non facciamo nulla?"
"Sì, la faccenda non ci riguarda." rispose semplicemente Yuma "Sono i suoi fratelli, e hanno più mezzi di noi per salvarla. Se però qualcosa andrà storto... sarò pronto ad intervenire."
Si allontanarono così dalla villa, raggiungendo il resto del Club dei Numeri.
All'interno di villa Arclight il maggiore fissò il fratello uno sguardo severo, dicendogli "Spero che tu sappia quello che fai."
"Tranquillo, te la riporto sana e salva." ridacchiò l'altro, dando una sorta di buffetto sulla spalla del fratello maggiore.
Se ne pentì immediatamente quando ricevette un'occhiataccia dal maggiore, e ringraziò mentalmente che gli sguardi non avessero il potere di uccidere altrimenti sarebbe finito stecchito al suolo.
"Prendi il riscatto e parti immediatamente." disse semplicemente Five, facendo per allontanarsi.
"No."
Entrambi i fratelli si voltarono di scatto verso il luogo dove proveniva la voce, e si ritrovarono d'innanzi Tron in persona.
"La cara piccola Two è nel covo dove c'è anche Reginald Kastle." ridacchiò il patriarca "Direi che non c'è fretta di salvarla."
"Non c'è fretta?!"
Ad esclamare ciò era stato Five, che dopo essersi voltato aveva mosso velocemente la mano in un gesto di rabbia, non credendo alle proprie orecchie.
"Padre! Non puoi certo pensare di lasciare nostra sorella con quella gentaglia!" aggiunse, guardando per la prima volta il bambino con occhi furenti.
"Per una volta sono d'accordo con Five." aggiunse anche Four "Sarebbe meglio se tornasse a casa il prima possibile."
"Molto interessante..."
Tron si voltò verso Manny, che aveva assistito all'intera scena, e gli chiese "Maggiordomo, ti dispiace informarmi da quando i miei figli sono a capo della famiglia?"
Sentendosi estremamente a disagio, il ragazzo fece un piccolo passo indietro e mormorò "Non lo sono."
"Ah, mi sembrava." ridacchiò Tron, per poi tornare a guardare i figli e aggiungere "Fate quanto ho detto. Lasciatela lì per una notte, ci porterà qualche informazione interessante... se non è completamente un'inetta."
Senza aggiungere altro, il patriarca se ne andò ridacchiando.
Five, Four e Manny rimasero così da soli nella sala. Si stavano guardando perplessi, mentre un'atmosfera carica di tensione pervadeva l'intera stanza.
"Che facciamo?" domandò Four.
"Hai sentito gli ordini di nostro padre." rispose semplicemente Five, allontanandosi a propria volta.
Una volta che si fu allontanato, il mezzano scoppiò in una risata nervosa.
"Certo che Five è proprio il cagnolino di Tron!"
Disse quella frase senza una minima gioia, come se quella constatazione non gli piacesse per niente.
Una volta che ebbe detto ciò, come se fosse stato da solo nella stanza, semplicemente si allontanò a propria volta, pronto a recuperare la sorella il giorno dopo.
Manny era rimasto da solo nella sala ad assistere alla scena allibito. Non poteva credere a quanto appena sentito: Tron voleva lasciare la figlia in mano a dei criminali e Five era pronto ad obbedirgli, mentre Four era pazzo come al solito. Veramente... in che razza di famiglia era finito?
Il giovane corse immediatamente nella propria stanza, e prese in mano il proprio deck. Si fidava della famiglia Arclight, era certo che ci avrebbero pensato loro a salvare Chloe. Ma se nemmeno il giorno dopo Tron avesse deciso di agire... ci avrebbe pensato lui.
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Yu-Gi-Oh Zexal - Legami di Sangue
FanfictionLa giovane Chloe è vissuta sotto una campana di vetro posta da suo fratello Yuma. Il vetro comincia ad infrangersi quando la fanciulla scopre la propria vera origine: il sangue più nobile scorre nelle sue vene. Dilaniata da questa rivelazione, dovr...