Capitolo 22 - Tra i criminali

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Chloe era seduta e si guardava le scarpe con aria nervosa. Era circondata da baccano, dai due capibanda e dal resto della loro combriccola che parlavano tra loro in modo estremamente rumoroso.
Decisamente erano diversi dagli Arclight: non solo erano estremamente rozzi e con una parlata degna di uno scaricatore di porto, ma le loro battute erano volgari e sessiste.
Valeva un po' per tutti e i due capi non facevano certo eccezione. Non solo, sembravano essere anche più volgari degli altri.
L'unico che non si era unito a quel baccano era Shark, che se ne stava con le braccia conserte appoggiato a una tramezza, lontano da tutto e da tutti.
Ad un certo punto l'attenzione della fanciulla fu richiamata da uno schiaffo sulla spalla, non troppo forte ma abbastanza da sentirlo. Era stato Chills a darglielo, e quando si girò verso di lui a guardarlo vide che le sorrideva come uno squalo.
"Allora, mocciosa... spero tu stia gradendo la nostra compagnia." rise sguaiatamente.
Lei annuì, decisamente controvoglia. Non voleva dare loro nessun pretesto per farle del male, ma allo stesso tempo voleva interagire con loro il meno possibile. Si chiedeva quando i suoi fratelli sarebbero venuti a prenderla.
"Non fare quella faccia!" intervenne Scorch "Vedrai che pagheranno il riscatto, i ricconi lo fanno sempre!"
"Già, per loro sei solo un altro problema da risolvere con i soldi." ridacchiò anche Chills.
"Non è vero!" esclamò però Chloe, non riuscendo più a tacere davanti una frase simile "I miei fratelli mi vogliono bene!"
I due energumeni si limitarono a ridacchiare, non rispondendo alle sue parole.
Poco più tardi i vari membri della banda si misero a fare varie faccende. C'era chi giocava con i cabinati arcade, chi si faceva i fatti suoi in altra maniera, chi contava delle banconote e chi controllava dei documenti.
Anche i due capi si alzarono e come l'ebbero fatto si voltarono verso la ragazzina.
"Tu stai buona. Se provi a scappare te ne pentirai." disse semplicemente Scorch, per poi dirigersi verso un divanetto.
Chills si limitò ad annuire con un sorriso sardonico e seguì il proprio compagno.
I due si sedettero sul divano che si trovava d'innanzi a una TV. La accesero e si misero a guardare ciò che veniva trasmesso, ovvero una partita di calcio.
La giovane, dato che nessuno la stava effettivamente tenendo d'occhio, decise di approfittarne. Non per fuggire, provarci in quella situazione sarebbe stato veramente stupido, era isolata in territorio nemico dopotutto. Tuttavia, c'era qualcosa che poteva fare.
Senza esitare, la dodicenne si alzò e si recò da una persona specifica.
Come l'ebbe raggiunto, nonostante la situazione cercò di mostrare un grande sorriso per rompere il ghiaccio.
"Shark, ho un paio di cose da chiederti." disse.
"Che vuoi?" rispose scocciato il ragazzo, guardandola molto male.
"Ecco, vorrei capire cosa ti è successo. Come mai ti sei unito a questa gente?" gli domandò "Non sei mai stato un gran simpaticone, ma questo mi sembra troppo."
"Cerco la forza. È colpa di tuo fratello adottivo se adesso sono ridotto così." rispose lui "E parlando di cose che non ci si aspetta... Arclight, eh?"
Chloe annuì, dicendo semplicemente "Sì, è così. È stato molto inaspettato anche per me, credimi."
"La tua famiglia non mi sta simpatica. Per niente."
La ragazza percepì in quelle parole un fortissimo astio, sottolineato dallo sguardo freddo e di puro disprezzo che aveva negli occhi. Non sapeva che cosa fosse successo tra Shark e i suoi fratelli, in particolare con Four, ma poteva percepire che di qualsiasi cosa si trattasse era una cosa che segnava profondamente l'animo di Reginald. Molto profondamente.
"Sono sicura che possiate trovare un punto d'incontro. Dopotutto se avete duellato siete amici." disse, citando molto ingenuamente il modo di pensare di Yuma.
"No, basta per carità!" esclamò il ragazzo, staccandosi dalla tramezza "Ne ho già sentite fin troppe di queste assurdità! Non mettertici anche tu."
"Ma..."
Il ragazzo la zittì con uno sguardo talmente gelido che avrebbe congelato l'inferno.
"Basta. Questa conversazione è finita." disse, allontanandosi.
La ragazza rimase ferma qualche secondo, guardando la schiena di lui che si allontanava. Poi però si fece forza e fece un passo nella sua direzione.
"Shark... Reginald!"
"Ho detto basta. Non ho nulla da dire a una Arclight." disse semplicemente lui, allontanandosi da lì.
La lasciò così da sola in compagnia del resto della banda. Alcuni che avevano assistito alla scena le fecero anche il verso, dicendo Reginald con voce effemminata.
La dodicenne li ignorò, concentrandosi invece sulle parole di Shark. Erano state estremamente dure, e doveva esserci certamente un motivo per un odio così profondo. Forse con lui non avrebbe scoperto nulla, ma avrebbe certamente chiesto a Four delucidazioni a riguardo una volta a casa.
Non sapendo che altro fare decise di raggiungere i due capi della banda. Raggiunse il divanetto, e osservò mentre guardavano la partita.
"Posso sedermi con voi?" domandò.
I due la guardarono, stupiti dalla sua audacia. Poi, Scorch annuì e le fece spazio.
"Sì, siediti pure. Ma stai zitta." le disse.
La fanciulla, così, prese posto accanto ai due criminali. Certo, non era la sistemazione ideale ma era certamente meglio che girare a caso per quella base.
Non è che fosse una grande stratega, tutt'altro, ma un piano in mente ce l'aveva: voleva conoscere meglio quei due per poter eventualmente escogitare un piano di fuga più avanti.
Rimase lì ferma e zitta a guardare con loro la partita di calcio. La resistenza della ragazza durò per diversi minuti, ma poi cominciò ad annoiarsi.
Non era molto entusiasmante, per lei le azioni sembravano tutte uguali, e anche i commenti di quei due erano banali e scontati. Perfino lei che non seguiva il calcio e anzi lo riteneva uno sport abbastanza inutile probabilmente ne sapeva tecnicamente più di loro.
"Per quale squadra tifate?" chiese ad un certo punto, tanto per dire qualcosa.
"Per la squadra di Heartland, ovviamente." rispose Scorch "Quest'anno vinceremo il campionato."
"Oh, allora deve essere una squadra forte." disse la ragazza.
"Certamente." aggiunse Chills "La nostra squadra è la più forte che esista."
"Wow, non sapevo avessimo una squadra così forte!"
Scorch le diede uno schiaffetto sulla spalla, sogghignando.
"Sei proprio una mocciosetta ignorante, eh?" rise "Non sai proprio nulla."
"Dai, Scorch, non essere troppo duro con lei." ridacchiò Chills "Fino a ieri portava ancora i pannolini."
Chloe arrossì e nonostante sentì nel petto la sensazione prorompente di voler urlare loro in faccia che non era affatto così e che dovevano portarle rispetto perché non era così piccola, decise di stare tranquilla poiché aveva una strategia in mente.
Tratto un profondo sospiro per calmarsi, disse invece, approfittando del fatto che avevano iniziato a conversare "Voi due siete duellanti?"
"Certo!" rispose subito Chills "Siamo i migliori di tutta Heartland City!"
Scorch annuì pesantemente e con una risatina aggiunse "Tutti nella banda sono bravi duellanti, incluso Shark, lui è veramente bravo. Ma nessuno è al nostro livello. Noi due siamo i migliori di tutti."
"Dovete avere dei deck molto forti." constatò Chloe.
Scorch annuì di nuovo, per poi dirle "Ognuno di noi ha nel deck un boss monster che non ha eguali. Abbiamo i rarissimi mostri Numero."
"Sono mostri unici al mondo." aggiunse anche Chills, estremamente soddisfatto.
Era abbastanza evidente che ritenessero i loro mostri estremamente potenti e che basassero la loro fiducia su di essi.
La fanciulla drizzò le orecchie, non aspettandosi che quei due avessero dei mostri Numero con loro. Ragionò che essendo i suoi fratelli cacciatori di Numeri prima o poi sarebbero venuti a prenderli, anche senza il suo coinvolgimento.Oppure sarebbero stati avversari di Yuma e del Club dei Numeri, chi poteva saperlo. C'era anche un'altra opzione, che a Chloe venne in mente proprio mentre ragionava su ciò: potevano finire preda dell'altro ragazzo che aveva visto, il cacciatore di Numeri di nome Kite."Ma davvero? Wow!" esclamò, guardandoli sorpresa "Sono mostri molto potenti.""Che, vuoi farci credere che conosci i mostri Numero?" rise Scorch.La dodicenne annuì, rispondendo subito "Certo che sì! Anch'io ho un mostro Numero!" Quell'esclamazione fece scoppiare i due a ridere come matti, in una risata incontenibile ed incontrollabile."Certo, certo!" rise sguaiatamente Chills "E poi cosa ci racconterai? Che hai imparato a volare? Che puoi viaggiare nel tempo?" "Ma... è vero!""Non si dicono le bugie" la redarguì Scorch "Alle bambine che mentono si lava la bocca col sapone."Chloe rimase sconvolta da quella reazione. Certo, i mostri Numero erano solo cento e ognuno di loro esisteva in copia singola... ma quella reazione era esagerata, poteva averne uno."Non puoi avere un mostro Numero, mocciosa." aggiunse Chills "Ne esistono solo due e li abbiamo entrambi noi."Quindi quei due erano convinti di avere gli unici due mostri Numero in circolazione. Era una cosa idiota, visto che a parte la possibilità che avessero il Numero 1 e il Numero 2 doveva essere chiaro ce ne fossero anche altri... ma era una cosa che Chloe si appuntò, poteva essere utile saperlo."Va bene, mi avete beccata." disse, una palese bugia "Avete dei mostri veramente rari."Se non le credevano, tanto valeva non insistere. Rischiava solo di farli arrabbiare nel migliore dei casi, o di rivelare un asso della manica dei suoi fratelli nel peggiore. Dopotutto non aveva bisogno di flexare Navenera di Corn.Rimase seduta lì, a guardare la partita con loro. Non che la trovasse particolarmente interessante, anzi, però era sempre meglio che avere a che fare con il resto della banda.I due erano molto presi e lei non osò interromperli di nuovo. Il discorso sulle carte Numero era stato interessante, ma non voleva rischiare di farli arrabbiare.Era lì tranquilla che cercava di rilassarsi... poi, sentì improvvisamente le forze mancarle.Le palpebre le si fecero pesanti e all'improvviso scivolò di lato, finendo adagiata su un fianco sulle ginocchia dei due criminali.
"Ma che diavolo...?"
Quella frase di Chills fu tutto quello che sentì, poi perse i sensi.
I due capibanda si ritrovarono così con la fanciulla svenuta in grembo, una situazione che decisamente non si sarebbero aspettati.
"Ma che diavolo gli hai fatto?!" esclamò Chills, guardando il compagno.
"Io? Ma non le ho fatto niente!" rispose l'altro.
"Cos'è? È svenuta da sola?"
"Così sembrerebbe." constatò Scorch.
Incerti sul da farsi, i due cercarono di prendere la dodicenne nel modo più delicato possibile e la sollevarono. Si spostarono dal divanetto e la fecero sdraiare, cercando di capire che cosa accidenti fosse successo.
"Perché diamine questa impiastra è svenuta?" chiese Chills "Era lì tranquilla e all'improvviso..."
Scorch scrollò le spalle, perplesso quanto il compagno.
"Non ne ho proprio idea." disse semplicemente, continuando ad osservare la fanciulla.
"Che facciamo?"
"Boh, teniamola d'occhio."
"E se chiamassimo un medico?"
Come sentì quella frase Scorch gli diede uno schiaffo sulla spalla, rispondendogli "Ma sei matto? Lei non dovrebbe essere qui!"
Chills sospirò, rispondendo "Sì, hai ragione. Limitiamoci a tenerla d'occhio."
Mentre gli altri membri della banda continuarono a farsi gli affari propri, i due capi così tennero d'occhio la fanciulla svenuta.
Chloe riaprì gli occhi diverso tempo più tardi. Non avrebbe saputo dire quanto, dopotutto l'attacco era stato improvviso come sempre.
Schiudendo le palpebre, la fanciulla si ritrovò d'innanzi i due manigoldi che la stavano guardando male. Anche se la cosa era stata improvvisa, tutta la situazione era facilmente decifrabile: evidentemente aveva avuto un attacco di narcolessia.
"Scusate, a volte mi capita." disse semplicemente, rimettendosi man mano seduta.
I due la guardarono con un misto di severità e preoccupazione, come sollevati dal fatto che si fosse ripresa ma allo stesso tempo seccati da tutta la faccenda.
"Come sarebbe che a volte ti capita?" domandò Scorch "Che problema hai?"
"Già, non è mica normale svenire in quel modo." aggiunse l'altro.
La dodicenne valutò attentamente le sue parole seguenti, in dubbio sul da farsi. Non era mai saggio rivelare agli altri le proprie debolezze e non le piaceva parlare in generale della propria malattia. Era anche vero però che in quel momento era sotto la loro custodia ed era svenuta d'innanzi a loro.
Importava? No, affatto. Non per lei. Non se la sentiva di rivelare quella cosa, era troppo personale. Perfino con Five aveva avuto problemi a confidarsi, figurati se vuotava il sacco con due completi sconosciuti.
"Nulla di che, semplicemente ogni tanto mi mancano le forze." disse semplicemente, scrollando le spalle.
"E questo è dovuto a...?" domandò Chills.
"Boh, non lo so. È sempre stato così." rispose lei.
I due si scambiarono una rapida occhiata, come per comunicare silenziosamente a vicenda. Chiaramente si stavano domandando se quello che stava dicendo la fanciulla fosse vero o meno. Tuttavia, arrivarono entrambi alla conclusione che quella mocciosa non era in grado di mentire per cui non c'era nulla di cui preoccuparsi.
"Va bene, va bene." sbuffò Scorch "Se però stai per svenire di nuovo, facci la cortesia di avvertirci."
"Ma è una cosa improvvisa! Non posso mica avvertirvi prima!" esclamò la fanciulla.
"Certo che sei proprio un'enorme seccatura." sbuffò Chills "Sarà meglio che il riscatto sia degno di un re."
"Lo sarà."
A dire ciò era stata una voce che provenne da dietro ai due. Essi si voltarono di scatto e si ritrovarono d'innanzi Shark.
Scorch fece un sorrisetto, dicendogli scherzosamente "Ehi, non ti hanno insegnato che non si ascoltano le conversazioni degli altri?"
Reginald Kastle sbuffò lievemente poi, ignorando completamente la frase e continuando con il proprio discorso, disse "Non temete, verranno. Conosco bene quella famiglia e so che non mancano loro i soldi... né l'orgoglio."
La giovane Arclight lo guardò fisso, non riuscendo a capire che cosa gli passasse per la testa. Perché si comportava così? Perché si era unito a loro? Lui era molto più forte di quella gentaglia, era di un livello estremamente superiore. Veramente, non riusciva a capire.
I due criminali si misero a discutere con lui, allontanandosi progressivamente da lei e lasciandola così sola sul divanetto. Sola con i propri pensieri, a riflettere.
Una cosa in particolare si stava domandando la ragazza: perché Four non era ancora arrivato? Per quanto voleva lasciarla lì?
Purtroppo per lei dovette constatare che non sarebbe stato presto. Passarono infatti diverse ore e del fratello nessuna traccia.
I pensieri più oscuri cominciarono ad affollarsi nella mente della fanciulla, che cominciò a sentirsi abbandonata. Non aveva dubbi che i suoi fratelli sarebbero venuti a prenderla, eppure le sembrava strano che ci stessero mettendo tanto. Perché? Volevano lasciarla lì? No, non poteva essere.
E, dopo un po', fu l'ora di cena.
L'annuncio dell'imminente cena da parte dei capibanda fu accolto con interesse dalla fanciulla. Dopotutto, si domandava cosa avrebbero mangiato in quel posto.
La risposta non tardò molto ad arrivare, giacché il tizio della banda che era stato mandato a prendere da mangiare tornò poco dopo, portando diverse buste che appoggiò con malagrazia sul tavolo.
"Ecco, è arrivata la cena." esclamò, ribaltando le buste e mostrando così che contenevano cibo da fast food.
Cheeseburger con cheddar e carne, salse di vario tipo, patatine fritte e bibite gassate. Lo stereotipo più puro del fast food.
Prendendo tra le mani un grosso panino grondante di salse, Chills lanciò uno sguardo a Chloe, facendo una risatina e dicendole "Spero ti vada bene, principessa."
"Eccome!"
Con somma sorpresa di tutti i presenti, infatti, la fanciulla si avventò sul cibo con una furia famelica. Afferrò il panino più unto che c'era e lo azzannò senza esitare, mentre con l'altra mano, quella libera, afferrava una grossa manciata di patatine fritte.
Quello spettacolo lasciò senza fiato tutti i presenti, che osservavano la scena con occhi attoniti.
"Ehi, mocciosa, ma non ti danno da mangiare a casa tua?" domandò Scorch, sgranando gli occhi.
Chloe bevette della coca cola avidamente, per poi rivolgergli un sorriso e rispondere con sicurezza "No, mi danno da mangiare... ma questa roba è molto meglio!"
La sua reazione genuina riuscì a strappare una grassa risata ai vari membri della banda, che trovarono la situazione parecchio ilare.
Anche Chills ridacchiò e disse "Ma guarda un po' te, la principessa viziata a quanto pare in realtà è una scaricatrice di porto. Mi piace."
La giovane gli rivolse un leggero sorriso, poi continuò ad ingozzarsi. Diamine, quanto le era mancato mangiare in modo normale. Niente robe strane da nobili inglesi, niente piatti ricercati... solo della roba buona e appetitosa, per quanto non proprio salutare.
Il resto della cena procedette tranquillo. Beh, tranquillo un parolone: erano chiassosi, maleducati, si rubavano il cibo a vicenda. Ma nessuno fece nulla di particolare nei suoi confronti e poté gustarsi in relativa calma quel pasto così normale, qualcosa a cui era abituata ma negli ultimi giorni le era mancato parecchio.
L'unico che non partecipò attivamente alla cena fu Shark. Lui si prese un panino, qualche patatina e una bibita e si mise in un angolo da solo, lontano da tutto e da tutti. Era veramente strano, non sembrava per nulla parte di quella banda e la giovane non riusciva a capire cosa ci facesse lì.
Una volta terminata la cena, i vari membri della banda si dispersero e Chloe rimase lì con Scorch e Chills.
Fu proprio quest'ultimo a guardarla e a dire "Sembra che i tuoi fratelli per un po' non verranno. Beh, vorrà dire che stanotte sarai ancora nostra ospite."
"Verranno. Sicuramente verranno domani, probabilmente hanno avuto un contrattempo." mormorò lei, non volendo far trasparire quanto si fosse sentita abbandonata in quel momento.
"Ne sono certo." disse invece Scorh "Forza, è ora di prepararsi per la notte."
Chloe annuì, per poi chiedere "E dove dormo?"
"Seguici, ti facciamo vedere."
Dette quelle parole, Chills le fece segno di alzarsi e si diresse in una parte specifica del covo, subito seguito da Scorch. Lei non poté fare altro che seguirli, volendo vedere dove l'avrebbero fatta dormire.
Arrivarono così in una zona dove era stato rapidamente allestito un letto di fortuna. Non sembrava neanche male, anche se certamente non era chissà quanto raffinato.
"Tu dormirai qui." disse Scorch "Gli altri membri della banda tornano alle rispettive case durante la notte, tu invece starai qui con noi."
"Rispettive case?"
"Certo. Cosa credi, che viviamo qua tutti i giorni?" ridacchiò Chills.
Lei scrollò le spalle, per poi dire "Va bene, va bene. Grazie per il letto, ci dormirò molto più che volentieri."
Mentre la fanciulla si preparava a coricarsi, però, i due la fermarono.
"Ehi, aspetta bambola." fece uno di loro "Non così in fretta."
La giovane li guardò perplessa, chiedendo "Che problema c'è?"
"C'è che non ci fidiamo a farti dormire qui."
Detto ciò, Scorch prese una grossa corda e in essa fece un nodo, andando così a creare quello che sembrava una sorta di lazzo.
"Questa te la leghiamo al petto, così siamo sicuri che non scappi." le spiegò.
Chloe avvampò, guardando la corda con sdegno.
"No!" esclamò, facendo un passo indietro "Io quella non la voglio!"
"Non fare i capricci." la redarguì Scorch "Altrimenti ti arriverà una bella sculacciata."
La minaccia, che strappò una risatina ad entrambi i criminali, era stata chiaramente fatta in tono derisorio e non letterale. Ciononostante, Chloe arrossì ancor più profondamente.
Sbuffando, decise di lasciarsi legare. La cosa non le piaceva per niente ma capiva anche che era in una situazione tale da non potersi permettere di fare chissà quale resistenza.
Una volta che fu legata e che la corda fosse assicurata a un supporto, i due criminali la lasciarono lì.
La dodicenne a quel punto finalmente si coricò.
Pensò a tutti gli avvenimenti che le erano accaduto in quella giornata, che era iniziata così bene.
La sorpresa che era stata l'incontro con Yuma, la giornata con lui, l'incontro con il Club dei Numeri. Si era divertita veramente tanto. Poi era andato tutto a rotoli, per colpa di quella banda di criminali che era saltata fuori dal nulla. Tutta colpa di Shark, maledizione.
Era in una situazione veramente precaria e non vedeva l'ora che i suoi fratelli venissero a salvarla. Certo, c'era stato un lato positivo che era stata la cena, ma avrebbe decisamente preferito essere di nuovo insieme ai suoi fratelli, piuttosto che lì in mezzo ai criminali.
Ripensò al volto di Five e i suoi occhi le si inumidirono per un attimo. Perché non era ancora venuto a salvarla? Perché non era venuto qualcuno degli altri sennò? Perché l'avevano lasciata lì, da sola? Non riusciva a capacitarsene.
Mentre quei pensieri le affollavano la mente, la ragazza cominciò a chiudere lentamente le palpebre e finalmente scivolò nel mondo dei sogni.
La nottata fu estremamente tranquilla. Chloe non fece sogni particolari e dormì nella totale quiete, riposandosi dopo quella lunga giornata.
Quando il sole sorse su Heartland City illuminò la sagoma di un ragazzo che camminava per le vie della città. Un ragazzo estremamente robusto che portava con sé una valigetta.
Naturalmente si trattava di Thomas Arclight, determinato a riprendersi sua sorella. Camminava con fare sicuro, svoltando ovunque servisse e si stava dirigendo senza esitazione verso il covo dei criminali.
Non c'era la minima agitazione in lui, né la minima paura. Anzi, un sorrisetto beffardo era dipinto sulle sue labbra.
Quando trovò il vicolo che stava cercando vi ci si infilò dentro rapidamente e con passo sicuro. Procedette in esso finché non giunse d'innanzi alla sala giochi abbandonata, dove un criminale era appoggiato con le braccia conserte alla porta d'ingresso.
"Saluti." esclamò il ragazzo, avvicinandosi all'uomo "Immagino che sia qui che dovevo venire."
Il tono beffardo con cui aveva parlato non sfuggì all'interlocutore, che lo guardò parecchio male.
"Sì, è qui." rispose "Immagino tu sia l'Arclight."
"Sono io. Sono venuto a recuperare la mocciosa." disse lui, mostrando la valigetta "Qui ho il riscatto."
Il tizio si spostò dalla porta, guardando la valigetta con occhi interessati.
"Molto bene. Ti conduco dai capi."
"Molte grazie. Ah, una domanda..."
"Sì, che c'è?"
Il sorrisetto beffardo di Four ricomparve di nuovo sulle sue labbra, ancora più evidente, mentre diceva "Shark c'è?"
"Sì, è con i capi."
"Perfetto. Davvero perfetto." ridacchiò il ragazzo, seguendo poi l'uomo verso la porta.
La piccola Chloe stava ancora dormendo, quando sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla che la fece svegliare.
"No, fratellone, ancora cinque minuti..." mormorò, ancora mezza addormentata.
"Confondimi di nuovo con uno dei tuoi fratelli e vedi."
Il tono di voce era deciso, autoritario. Molto meno aggressivo di quelli di Scorch e Chills ma ancora più autorevole.
Chloe riconobbe quella voce e non appena ebbe aperto gli occhi ebbe la conferma che si trattava proprio di Reginald Kastle.
"Ciao Shark." disse, sbadigliando nel frattempo.
"Ciao a te. Qualcuno è venuto a prenderti."
Dicendo quella semplice frase, il ragazzo sciolse la corda che legava la fanciulla e poi si allontanò senza dire nient'altro.
"Ehi!" esclamò lei, alzandosi in piedi "Ma te ne vai così?"
Shark si voltò a guardarla, rispondendole "Sì, perché? Avevi qualcosa da dirmi?"
"No, però..."
"Allora non seccarmi."
Disse ciò, per poi farle segno di seguirlo.
La ragazza lo seguì, arrivando fino all'ingresso della base. Lì, vide che Scorch e Chills stavano parlando con qualcuno.
Chiunque fosse, era nascosto al dì là di loro. I due criminali oltretutto non erano soli, ma c'erano altri diversi membri della banda che li accompagnavano.
Sentendo che la fanciulla si avvicinava, però, Scorch si scostò e disse "Eccola. Come promesso."
"Ottimo. Sono contento che non le abbiate fatto del male."
Chloe non era mai stata così felice in vita sua di vedere il fratello maggiore. Fece per andare in avanti, per raggiungerlo, ma fu fermata da Shark.
"Lasciami andare!" esclamò, cercando di liberarsi dalla presa del ragazzo che le aveva afferrato un polso.
"Tranquilla, ti lascio andare. Ma prima devo vedere se ha rispettato i patti."
"Già, hai rispettato l'accordo?" domandò Chills "Mostraci il contenuto di quella valigetta."
Four non se lo fece ripetere e senza dire nulla si limitò ad aprire la valigetta, mostrandone così il contenuto ai presenti.
L'interno era pieno di carte di Duel Monsters. Non erano carte particolarmente potenti o utili, ma erano tutte carte rare e dall'alto valore monetario.
Si trattava prevalentemente di magie, trappole, mostri normali e mostri fusione senza effetto. Nulla di particolarmente interessante per un duellante, ma che avrebbero fatto la gioia di qualsiasi collezionista... dato che si trattava di tutte carte di prima edizione.
"Carte stampate dalla Industrial Illusions quando ancora era in mano a Pegasus." disse Four, per poi richiudere la valigetta e porgerla ai criminali.
Chills fece per afferrarla, ma Four la spostò verso di sé.
"Un attimo. Prima voglio mia sorella qui di fianco a me."
Scorch emise un piccolo grugnito, dicendo "Certo che ne hai di fegato, ragazzo. Sei nella nostra base. E pretendi di dettare le regole?"
Four scrollò le spalle, con un sorrisetto in faccia.
"Questi sono i patti. O fate così, o me ne vado. Potete tenervi la ragazzina. Ma immagino che queste carte vi farebbero più piacere."
"Ehi! Non puoi essere serio!" esclamò Chloe, sgranando gli occhi.
"E va bene." disse però Chills "Shark, lasciala andare."
Reginald lasciò così il polso di Chloe, la quale era finalmente libera e non esitò un solo secondo a correre al fianco del fratello, mettendosi dietro di lui.
"Tutto bene?" le domandò.
La ragazza annuì, rispondendo "Sì, mi hanno trattata bene."
"La valigetta." intervenne Scorch.
"È tutta tua."
Con quella frase Four gliela lanciò, lasciando che la prendesse al volo.
Come ebbe la valigetta di inestimabile valore tra le mani, Scorch ridacchiò e si rivolse ai due, dicendo loro "Bene. Abbiamo quello che volevamo e ora potete anche andare."
"Un momento!"
Shark intervenne, scostando gli altri membri della banda e mettendosi di fronte a Four, guardandolo con uno sguardo di fuoco.
"Thomas Arclight! Abbiamo un conto in sospeso!"
Un sorriso gelido si dipinse sul volto di Four, tanto da far rabbrividire la sorella che era accanto a lui.
"Ma guarda un po' chi c'è qui. Il mio vecchio amico Reginald. Oh, volevo dire Shark. È così che ti fai chiamare adesso, no?" disse con tono beffardo.
Il più giovane strinse i pugni, sentendo tutto il corpo irrigidirsi. La tensione aumentò nella stanza nel giro di un nanosecondo, mentre guardava l'avversario negli occhi.
"Pensavo di non duellare più... ma ho atteso troppo a lungo questo momento. Ora te la farò pagare." disse, mettendo una mano al deck.
I membri della banda, inclusi i due capi, fecero istintivamente un passo indietro, come a lasciare lo spazio per il duello che stava palesemente per cominciare.
"Volete duellare?" le domandò Chloe, guardando stupita il fratello "Ma non ce ne stavamo andando?"
Four non si girò nemmeno a guardarla, tenne invece lo sguardo fisso su Shark. Con tono derisorio e leggero, le disse semplicemente "Tranquilla, sorellina. Osserva bene... stai per osservare un campione in azione. E non dovrai nemmeno pagare il biglietto."
Fece un passo avanti, lasciando la sorella dietro di sé. Così, i due ragazzi si ritrovarono uno di fronte all'altro, con i rispettivi deck pronti all'uso.
"Oggi avrò la mia vendetta." disse Shark, attivando il Duel Gazer e impugnando il Dueling Disk.
Four fece altrettanto, e con tono beffardo rispose semplicemente "Nei tuoi sogni, moccioso. Nei tuoi sogni."
La dodicenne fece un passo indietro, leggermente intimorita. Non aveva mai visto Four comportarsi in quel modo e la cosa non le piaceva particolarmente. Però doveva ammetterlo, era anche estremamente curiosa di vederlo duellare.
I vari membri della banda si misero a fare rumorosamente il tifo per Shark, gridando il suo nome ed inneggiando l'inizio del duello. Ma il ragazzo sembrava non dar loro peso, teneva lo sguardo fisso sull'avversario, non riuscendo a trattenere del tutto l'odio che emanava da esso.
Qualsiasi cosa fosse successa tra loro, ragionò Chloe, era qualcosa di estremamente profondo.
O almeno così era per Shark, perché, notò la ragazza, il diciottenne sembrava essere quasi divertito. Che diavolo gli passava per la testa?
"Osserva bene, sorellina.” disse beffardamente “Tuo fratello sta per darti una dimostrazione di abilità."
Da tutt'altra parte, un bambino mascherato sorrideva in modo perverso.
"Tutto procede secondo i piani." ridacchiò, contemplando una carta che teneva tra le mani "Presto anche tu avrai modo di entrare in azione... mio caro Numero 32."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 21 ⏰

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