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Il forte odore di incenso che giunse alle sue narici lo fece svegliare di botto; aprì gli occhi, consapevole di non avere incensi per casa.
La stanza era immersa nel buio. Era già notte e il riflesso della luna penetrava dalla finestra appena aperta, dandogli un po' di luce per permettergli di guardarsi attorno.
Il suo cuore fece un sussulto e si bloccò in gola quando vide qualcosa ...o meglio qualcuno di fronte all'armadio.

《Chi sei ?》
Subito scattò in piedi.
Pensò  fosse un sogno...o un incubo.
Non lo sapeva più, non riusciva più a distinguere la fantasia dalla realtà.
Si passò le mani sul viso e se le picchiettó sugli occhi.
Ma nulla, davanti a lui la figura di quel ragazzo non scomparve.

Un ragazzo dai capelli chiari e occhi di un viola profondo chd lo stavano guardando dalla testa ai piedi; ma non era il problema di avere uno sconosciuto in casa che ti osservava tanto quanto che lo  sconosciuto aveva delle orecchie e non una ma più code ricoperte di peli chiari,  sul viso inoltre portava un velo davanti alla bocca e indossava degli abiti tradizionali, da festa.
Uno yukata intriso di motivi vari, abbastanza largo da fargli capire che l'altro stesse indossando qualche taglia in più da quella che metteva di solito.

《Mi chiamo Toge.》
Disse; era tranquillo.
Se ne stava lì in piedi e Yuta non percepí nessuna malizia nelle sue parole.
Insomma, se l'altro avesse voluto ucciderlo ne avrebbe approfittato prima quando stava dormendo.

《Cosa ci fai in casa mia ?》

《Mi hai chiamato tu, lo hai dimenticato ?》
Il biondino inarcó un sopracciglio.

《Chiamato...come ...come è possibile? Io non ti conosco nemmeno e non ho il tuo numero di cellulare.》
Sussurrò Yuta in risposta, stava trovando quella situazione parecchio strana e imbarazzante.

《Sí che lo hai fatto.》
Si avvicinò appena, Yuta sentí tutto il corpo irrigidirsi era pronto ad attaccare nonostante l'aspetto strano dell'altro.
Non era umano, o almeno non lo era in parte.
Ma, invece di avvicinarsi a lui, raggiunse il comodino e raccolse in una mano la collana che aveva appoggiato, facendola dondolare davanti ai suoi occhi.

《Questa mi ha attirato a te e tu, conservandola,  mi hai chiamato.
Hai bisogno di qualcosa, si vede.》
Lanciò la collana in mezzo alle mani del corvino, il quale le prese e abbassò il viso per osservare la rifinitura di quell'oggetto. 
《Sembri un disperato.》
Il ragazzo volpe, intrecciando le braccia dietro la schiena, si dondoló sulle gambe e lo guardò.

《Hey, bada a come parli.》
Yuta alzò il viso verso di lui, arcuando un sopracciglio e appoggiando la collana sul comodino.
《Prima di tutto, cosa sei ?》

《Sono una Kumiho,  una volpe a nove code.》

Kumiho (JJK)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora