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Il pensiero della notte precedente non lo aveva proprio fatto dormire per paura che quello strano essere si potesse ripresentare di nuovo nella sua stanza.
Quella mattina, quando aprì gli occhi, era così stanco che sarebbe potuto crollare nuovamente da un momento all'altro ma no, non poteva permettersi di saltare la scuola.
Era da sempre stato il sogno di suo madre vederlo diplomato e non avrebbe mai potuto deluderla, nonostante la donna non ci fosse più.
Yuta si sentiva male solo al pensiero.
Gli occhi si chiudevano automaticamente,  ma lui riuscì a trovare la forza di spingersi fuori dal letto e cercare la divisa scolastica.
Cosa di cui ne avrebbe potuto farne a meno, ma era obbligatoria.

Aveva dormito sì e no un'ora scarsa.
Era abituato alle notti insonni, ma più di un paio d'ore riusciva a dormire la notte.

Prese lo zaino, preparato diligentemente già dalla sera prima e se lo portò in spalla, uscendo fuori casa.
Non aveva nemmeno fatto colazione, era solito da lui.
Non riusciva a mangiare nulla la mattina.

Camminava a piedi, di tanto in tanto gettava lo sguardo al cellulare con quella paura e quell'ansia di fare ritardo per la lezione.

Nei pressi dell'edificio, gli arrivò una chiamata;
Maki.
Ebbe il tempo di accettarla prima di entrare all'interno.

《Tu stasera uscirai.
Altrimenti io e Panda verremo a recuperarti a casa e ti trascineremo per le orecchie. Intesi ?》
Il tono di Maki era esasperato, ma non poteva darle tutti i torti; il giorno precedente aveva ignorato sia lei che Panda e quella mattina da loro si era ritrovato mille messaggi e chiamate, a cui non aveva risposto.
《Ieri sei sparito. Eravamo preoccupati.》
Poi fece un sospiro.
Yuta già se la stava immaginando; aveva appoggiato una mano sulla fronte e aveva socchiuso  gli occhi.
Probabilmente Panda era lì vicino a lei, paziente che staccasse la chiamata per chiederle cosa lui avesse riposto.
Li conosceva come le sue tasche, ormai.

《Buongiorno anche a te, principessa.》
Sbuffó il corvino, passando il cellulare da un orecchio a un altro.
《Ho avuto ... da fare delle cose.》
Si passò istintivamente le dita sul collo e si congelò quando, con le dita, tastò il freddo metallo di una colla.
Pinzò il ciondolo con le dita e lo osservò: era tutto reale.
Quella volpe...era vera.
Al collo stava indossando la sua maledetta collana, convinto di averla appoggiata sul comodino.

《Cosa ?》
La domanda della ragazza, con quella voce profonda, lo strappó via dai pensieri.
Lo aveva riportato alla realtà ma aveva ancora tutti i nervi tesi e una grandissima ansia che lo stava mangiando vivo.

《Vi spiego tutto stasera.
Vediamoci al solito pub, stessa ora di sempre.》

《Yu-》
Sentí la voce di lei.
Ma ormai era troppo tardi: aveva appena staccato e la campanella di inizio lezioni stava suonando.

Kumiho (JJK)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora