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Era così surreale, quella volpe a nove code lì nella sua stanza.
L'altro lo guardava, senza dire nulla.
Yuta conosceva la storia, sua madre era coreana e da piccolo gli aveva raccontato quella storia.
La kumiho era una volpe che aveva vissuto mille anni e avevano il potere di trasformarsi in esseri umani.
Con l'obiettivo di innamorarsi e di vivere con il partner per cento giorni, poi fuggire via: lui no,  non era tipo da relazioni e ne tantomeno da farsi abbindolare da quel ragazzo che si trovava ancora nella sua stanza.
《Senti. Io non capisco cosa tu voglia da me: io voglio solo dormire ora e se non te ne vai chiamo la polizia.》
Rispose tranquillamente il corvino, facendo un sospiro.
Non sapeva perché fosse entrato proprio in quella casa, lui non possedeva nulla.

《La polizia ...?》
L'altro aggrottó le ciglia: solo in quel momento il giovane si accorse che l'altro, ai lati della bocca, avesse dei segni neri fatti di linee e cerchi.
Le linee si intravedevano dal velo che aveva sulla bocca, trasparente al punto tale da farglielo notare.

《Sí, hai capito bene.
Non sembri un tipo che voglia uccidermi e ne tantomeno un ladro, ma come pensi che io possa reagire alla vista di uno sconosciuto in casa mia e soprattutto nella mia camera ?》
Yuta a quel punto si mise seduto sul bordo del letto; sentiva gli occhi pesanti.
Aveva un sonno incredibile ma fin quando non fosse stato sicuro di trovarsi da solo non si sarebbe mai potuto addormentare.

《Te l'ho detto; sei stato tu a chiamarmi.》
Dal tono che aveva usato l'altro nel rispondere sembrava calmo.
Ma era solamente una calma apparente, anche Toge si stava innervosendo  e la prova gliela aveva data nel momento in cui aveva intravisto la vaporosa cosa sventolare a destra e a sinistra.

《E come posso farti sparire ?》
Il corvino riformulò la domanda.
Almeno così l'altro avrebbe capito.
A quel punto, fece un mezzo sbadiglio e si strinse nelle spalle.
Non ce  la faceva più, voleva ritornare a dormire.

《Oh...》
Fu la sola risposta del biondo.
Aggrottó maggiormente le sopracciglia e incurvò le labbra in un mezzo sorriso.
《Io non posso sparire...fin quando...》

《La conosco la storia.》
Ringhió Yuta.
Stava anche lui perdendo la pazienza, voleva essere lasciato da solo.
Strinse il bordo del letto tra le dita fino a farsi sbiancare le nocche e fece un altro sospiro stressato.
Dio, in che situazione si era cacciato ?
Tutto per aver raccolto un pezzo di plastica.
《Non ho intenzione di innamorarmi di qualcuno, ne ora e ne mai.》

Gli occhi di Toge, o come si chiamava, si sgranarono.
La loro lucidità violacea venne messo più in risalto dal riflesso lunare che con prepotenza si infilò dalla finestra e si infranse sul viso del biondo, andandolo a illuminare.
Alzò una mano e schioccò le dita: si dissolse in una nebbia bianca.

《Finalmente.》
Sospirò Yuta, lasciandosi cadere con la testa nel cuscino e chiudendo immediatamente gli occhi.
Cadde in un sonno profondo.

Kumiho (JJK)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora