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Il giorno dopo scesi per andare a trovare i ragazzi visto che avevano una sorpresa per me, Madelyn lavorava e come lei anche Alex quindi dovetti andare con lo skate.
Mi ero vestita così:

arrivai avanti la loro porta e bussai, «Buongiornooo, come sei bella tesoroo!» Bill mi abbracciò ed io sorrisi, «Allora cosa devo vedere?» lui mi fece sedere e poi arrivarono anche Gustav e George, «Ascolta» i due cominciarono a suonare e Bill a c...

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arrivai avanti la loro porta e bussai, «Buongiornooo, come sei bella tesoroo!» Bill mi abbracciò ed io sorrisi, «Allora cosa devo vedere?» lui mi fece sedere e poi arrivarono anche Gustav e George, «Ascolta» i due cominciarono a suonare e Bill a cantare. Era la canzone per Tom, Don't Jump ed era stupenda ma aveva anche un significato che straziava, Tom mi ha distrutta in tutti i sensi ma non riesco ad essere felice del fatto che si volesse uccidere...mi viene solo da piangere ma nulla, di lacrime non ne escono, «Allora che ne pensi?» chiese Bill, «È stupenda» dissi io «Grazie» risposero in coro e poi scese Tom che uscì di casa ignorandomi completamente, «Avete litigato ancora?» chiese Gustav, «nah...mi ha dato solo dello stecchino» dissi indifferente, «Tom la deve smettere» disse George ed io feci spallucce, «Sentite mi è venuta un idea, ieri sera ho visto una ricetta per fare i pancake blu e se li facessimo?» i ragazzi sorrisero e ci mettemmo subito a lavoro, Bill cominciò a prendere gli ingredienti, George si stava mettendo il cappello da chef e gustav prendeva lo zucchero e riscaldava il microonde, io invece registravo tutto, chi sa quando rivedrò questi video cosa starò facendo...
Mi feci una foto con George lo chef, Gustav si era versato metà zucchero addosso e Bill era l'unico serio tra tutti.
Finito di colorarli era stupendo, prendemmo la teglia, facemmo una foto e poi mettemmo tutto a cuocere, «Ragzzi ci vuole mezz'ora per cuocere quindi mettete il timer» misi il timer sul cellulare e poi tutti esausti ci poggiammo sul divano a guardare una serie, tempo 2 minuti dormivamo tutti.

*driiin! driiin! driiin!*

Aprii di colpo gli occhi, sentii il timer suonare e poi del fumo che usciva dal microonde, «RAGAZZI I PANCAKE!» andai ad aprire ed uscì ancora più fumo, «O MERDA!» urlò Gustav che con un guanto li prese da dentro, si erano letteralmente carbonizzati.
«Gustosi devo dire» disse George e tutti ridemmo, «Dai ragazzi ci rifaremo!» disse Bill, io rimasi un pò delusa ma fa nulla li rifaremo.
Nel frattempo tornò a casa Tom che teneva sotto braccio una ragazza, mi guardò per qualche secondo e poi salì al piano di sopra.
«Ti va se andiamo a fare shopping?» chiese Bill ma io feci cenno di no con la testa, avevo un sonno incredibile, «Io vado che ho sonno, ci sentiamo domani?» lui sorrise, «perchè non facciamo un pigiama party? Invitiamo anche Madelyn?» all'idea mi brillarono gli occhi, «Posso invitare anche la mia ragazza?» chiese Gustav un pò intimidito, «LA TUA RAGAZZA?!» urlammo tutti e tre e poi saltammo dalla gioia, «Dopo parliamo un attimo io e te» dissi a Gustav, «Comunque per me va bene ma devo prendere la roba a casa quindi vado, prendo sia la roba che Madelyn e torno, i ragazzi sorrisero e poi me ne andai.
Arrivata a casa chiamai Madelyn, «Hey i ragazzi ci hanno invitate a dormire da loro vieni?» lei sorrise e poi iniziò a preparare la roba come alla fine feci anche io.
Portai il pigiama estivo di Victoria's Secret anche se era letteralmente gennaio ma vabbè, spazzolino, spazzola, trucchi, vestiti, profumo, ciabatte e degli asciugamani.
«Sei pronta?» mi chiamò Madelyn e poi entrambe entrammo in taxi.
Arrivate a casa Kaulitz bussammo e ci aprì una ragazza con i capelli rossi, occhi azzurri, un fisico bellissimo ed anche il suo stile era molto bello.
«Oh ciao ragazze voi dovete essere Selene e Madelyn giusto? Piacere sono Adeline la ragazza di Gustav» le sorrise, era così carina, già mi stava simpatica, «Si siamo noi, piacere!» entrambe le stringemmo la mano, «Amore!» George corse da Madelyn, non si vedevano da un anno cazzo che belli vederli ancora insieme, Bill mi abbracciò e poi sorrisi a Gustav e lui sorrise a me.
«Ragazze ci andiamo a cambiare?» propose Madelyn e tutte e tre andammo nel bagno al piano di sopra per metterci i pigiami.

«Ragazze ci andiamo a cambiare?» propose Madelyn e tutte e tre andammo nel bagno al piano di sopra per metterci i pigiami

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lasciai i capelli lisci sciolti e poi scendemmo tutte di sotto.
Era arrivato anche Tom fortunatamente senza la ragazzina, mi guardò subito anzi mi squadrò dall'alto verso il basso come se fosse stupito, «Allora ragazzi ci guardiamo un bel film?!» propose Gustav e tutti accettammo, Madelyn si mise vicino a George, Adeline vicino a Gustav, Tom vicino a Bill ed io preparai i pop-corn perchè in quella casa ero l'unica che non aveva paura di schizzarsi con l'olio bollente.
«Selene vieni?» mi chiese Bill, «faccio i pop-corn e vengo» dissi aspettando che scoppiassero, «Tom va ad aiutare Selene» spalancai gli occhi, «No ma non ho bisogno di aiuto!» dissi frettolosamente, «Hai visto non ha bisogno di aiut-» Bill fulminò Tom con lo sguardo e lui si alzò sospirando e poi mi raggiunse, «Cosa devo fare?» si appoggiò con un braccio al muro, «proprio nulla, sono capace di fare da sola» dissi guardando la padella piena di mais, «Devi accendere i fornelli se vuoi che si cuociano» disse serio e poi confusa accesi il fuoco sotto la padella, cazzo, «si stavo guardando che non lavate le cose in questa casa, c'è una crosta gigante qui!» inventai una scusa sul momento.
«Si non laviamo e quindi?» disse serio e con tono incazzato, «non ti scaldare o l'unico a scoppiare qui sarai tu Tom Kaulitz» misi il coperchio sopra la padella e poi mi appoggiai al muro guardando avanti a me.
Tom si avvicinò ridendo, «verrai al concerto quindi si o no?» ma era serio? Prima mi insultava sul fisico quando avevo solo cercato di aiutarlo e ora mi tratta come la sua migliore amica? «ma sei sordo o cosa? Non ho i biglietti e poi solo perché ci sei tu non verrei» lui sorrise e giocherellò con il suo piercing, «sei sicura? Io credo che tu non voglia venire non per me ma per il mio carattere da narcisista e ipocrito» disse convinto e avvicinandosi ancora di più a me, «o almeno lo sai» dissi «lo so benissimo ma non posso cambiare, sono fatto così» alzai un sopracciglio «quindi per stare bene e colmare anche solo per un secondo il male che hai dentro avevi bisogno di farmi sentire sbagliata, una balena e poi uno stecchino Tom? No spiegami perché non capisco» dissi il al limite della mia pazienza, eravamo a pochi centimetri di distanza, lui si avvicinò al mio orecchio e sussurrò, «ma a te cosa importa di quello che dico io? Se ti fossi indifferente mi avresti totalmente ignorato ed invece guardati...sei così...» lo fermai «così come Tom? Facile? Condizionabile? Beh ti sbagli, sono solo una persona insicura d'altronde come te o sbaglio? Quella sera cos'hai detto? Non credo arriverà mai l'amore per me. Giusto? E quindi tu non sei insicuro?» lui sembrava essere diventato di pietra, «Fidati io so dove colpire per farti affogare ma non lo faccio perché non sono una persona che per sentirsi all'altezza fa sentire gli altri una merda, io sono una persona che per sentirmi all'altezza fa arrivare le persone dove credono di non poter andare» Tom guardò per terra ma poi tornò sui miei occhi, ci fu un attimo di silenzio, «credi che questo lo pensino anche le altre ragazze che ti porti sotto le coperte Tom? E se io sono come loro mi spieghi perché non sono ancora caduta ai tuoi piedi?» lui sorrise, «Perchè semplicemente non mi interessi» gli tirai il collo della maglia e lo attirai a me facendo toccare la punta del suo naso con la mia, le nostre labbra si sfioravano, «Ne sei sicuro Tom? Sembra quasi che tu penda dalla mie labbra» a quel punto Tom mi bloccò alla parete tra le sue braccia, si avvicinò troppo a me, adesso i nostri nasi erano uniti e le labbra si toccavano quasi, «Zitta cazzo, pensi che io non veda che ogni volta che incroci il mio sguardo ti incanti ragazzina?» risi ma ero anche agitata, «Credi che io non veda come tu mi osservi con desiderio nei tuoi occhi Tom?» lui sospirò, «Lo sento come sei nervosa, che c'è? Ti eccito?» rimasi bloccata, non sapevo più che altro dire, le sue labbra si stavano per unire alle mie ma il pop di uno dei pezzetti di mais mi fece saltare e ci fece anche riprendere le distanze, una volta scoppiati tutti Tom li portò in salone, io mi poggia un attimo al tavolo, «cosa mi è preso?» mi asciugai la fronte e poi raggiunsi gli altri in salone, Bill avviò il film e la serata era cominciata.

little girl - Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora