CAPITOLO 12:STA TRANQUILLA

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Verso mezzanotte decidemmo di andare a dormire, visto che domani i ragazzi avrebbero avuto gli allenamenti.

Salì le scale sbuffando in quanto sarei dovuta stare con Yamal, ma dai, infondo era solo una notte.
Aprì la porta svogliatamente, e ad ogni movimento, percepivo lo sguardo di Yamal su di me.

A:"Hai finito?"
Y:"Adesso sei tu a fare la stronza"
Mi sfidò con il suo solito sorriso, che mi faceva voglia di tirargli uno schiaffo, ma allo stesso tempo era bellissimo
Y:"Cosa c'è ti sei incavolata?"
A:"No, stavo pensando"
Rise leggermente poi si buttò sul letto, e io andai in bagno a fare la skincare a cui non potevo mai rinunciare, per poi andare a letto, mantenendo le giuste distanze.

Lui si era sicuramente già addormentato, si vedeva che era distrutto, quindi mi voltai verso di lui a guardarlo, e si, come pensavo, era bello anche quando dormiva, ma come mi venivano questi pensieri.
Mi addormentai qualche minuto dopo, persa nei mie soliti pensieri negativi riguardanti mio padre, che ogni sera mi portavano incubi, seguiti da attacchi di panico, speravo solo che stasera non sarebbe successo, ma ovviamente non fu così.

A:"LASCIAMI"
Urlai disperatamente a mio padre quando mi afferrò per il polso, stringendo con forza,
ma uno schiaffo arrivò violentemente sul mio viso, seguito da tanti altri e alternati dalle continue lacrime che scorrevano lungo il mio viso.

Mi svegliai di colpo, sedendomi, portando una mano al mio petto
Il mio respiro era affannato, e mano a mano si faceva sempre più rumoroso, tanto che Yamal si svegliò
Y:"Cos'è questo rumore?"
Domandò accedendo la luce, poi si voltò verso di me
Y:"Che succede? stai bene?"
Domandò preoccupato avviciandosi a me
Non riuscivo nemmeno a parlare, ma, fortunatamente Yamal riuscì a tranquillizzarmi
Y:"Sta tranquilla"
Mi parlò con voce tranquilla facendo appoggiare la mia testa al suo petto, abbracciandomi facendo passare le sua braccia tra il mio collo.
Mi stava accarrenzando la spalla, e fortunatamente, il mio respiro tornò regolare, ma i pensieri tornavano più di prima, soprattutto uno, il peggiore, e stavolta ricominciai a piangere, ma per davvero.
A:"Non me lo meritavo"
Singhiozzai finché mi "aggrappavo" al suo braccio
Yamal stava in silenzio, ma nel frattempo portò una suo mano ai miei capelli accarezzandoli
A:"Ha detto che me l'ero cercata ma non è così"
Piansi ancora di più, mentre ricambiavo l'abbraccio del ragazzo, che sembrava aver capito
Y:"Mi dispiace, davvero"
Stavolta parlava onestamente

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