Capitolo 4

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Aprii gli occhi e mi ritrovai su un carro, più precisamente, legata ad un carro.

Avevo la visione ancora appannata per tutto il fango che era finito nei miei occhi, ma nonostante ciò riuscii a capire che non ero sola.

Infatti vicino a me c'erano altri ragazzi, erano tutti magri e pallidi...a guidare il carro  c'erano due soldati, uno di loro aveva un aria abbastanza familiare...

I ragazzi e le ragazze che mi circondavano avevano circa tra i dieci e i vent'anni, mi avvicinai ad una ragazza e le chiesi "sai come siamo finiti qui?"

Lei mi guardò con uno sguardo spento e mi rispose "da quanto so ho capito che ci deporteranno come schiavi a palazzo"

Io la guardai incredula, il palazzo? Nel mio villaggio si narravano storie di questo re tiranno ed avido, odiato da tutti...sarà stato lui a dare questo comando?

"Comunque mi chiamo Delailah"

"Oh...piacere, Catherine, per gli amici Cat"

"Io non sono tua amica Catherine, pensa a sopravvivere, non a fare amicizie."

La continuai a guardare per un altro minuto e poi distolsi lo sguardo e difronte a me mi ritrovai una ragazzo con i capelli di un biondo cenere, quasi grigi. I suoi occhi erano rossi, simil fuoco.

MI guardò e mi sorrise, "Io mi chiamo Icaro, piacere di conoscerti Cat"

CAT?! MA chi sei? Ma chi ti conosce? Ma per tutti gli alberi della foresta di Casseus. Che cafone.

Frustrazioni a parte, sul quel carretto ci rimasi fino al tramonto, senza acqua e senza cibo.

Si sentivano i più piccoli piangere in cerca della loro madre, probabilmente ormai defunta.

Chiesi più informazioni ad Icaro ed egli mi spiegò che ognuno di noi era il nipote di coloro che erano sopravvissuti alla famosa battaglia post anarchica.

Tutti i nostri nonni erano morti per mano di quel farabutto del Re Ephasio.

Icaro e tutti noi eravamo schiavi, discendenti da tutte quelle vittime innocenti, che meritano vendetta.

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