Dahlia

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*Presente*

Argh! Mi toccai la testa. Che dolore! Aprii gli occhi. Ma dove mi trovavo?
Ero su un letto che noto non essere mio. Guardai in torno provando a ricordare come sia potuta arrivare lì. Niente.
Non ricordavo nulla.
Il mio sguardo scattò verso la porta che pian piano venne spalancata. Entrò una figura, aveva una cicatrice che gli tagliava le labbra. Quell'uomo aveva i capelli castani, tendenti al biondo cenere, e occhi color nocciola. Quindi evitai subito la possibile idea che fosse uno sconosciuto. Riuscii a riconoscerlo dopo un paio di secondi. Sarà stata colpa della botta in testa magari.

Aveva il petto nudo.
Feci scattare gli occhi sul corpo atletico e sudato facendomi pensare che avesse appena finito di allenarsi.
<<Finalmente sei sveglia! Non ci speravo più>> disse passandosi l'asciugamano, che era appeso al collo, sugli addominali scolpiti. Con quel movimento notai dei tatuaggi che gli percorrevano entrambe le braccia muscolose. I pantaloni erano messi leggermente sotto i fianchi facendo intravedere le linea a v che portavano verso l'inguine.
<<Noto con piacere che apprezzi quello che stai osservando eh>> disse togliendosi la bandana scoprendo il ghigno che si era affacciato sulle sue labbra.
Aiden?
Sul serio? Glielo chiesi lo stesso prendendomi gioco di lui.
<<Davvero? Sei tu?>> domandai con fare annoiato. <<Aah Dio! Quando te ne andrai? Mai? Pff>> sbottai sussurrando tra me e me.
<<E chi dovrei essere?>> domandò stuzzicandomi.
<<Perché?>> gli domandai. <<Perché cosa?>> mi stuzzicò facendo finta di non capire. Scosse la testa e lo vidi sogghignare.
Tutto ciò non gli bastava, così si avvicinò lentamente.
<<Perché mi hai portata in qui?>> chiesi con perplessità.
<<Secondo te perché l'ho fatto?>> disse sogghignando. <<Perché hai la mente contorta? O forse perché mi adori così tanto da non potermi stare lontano?>> replicai con sfrontatezza.
<<Chissà? Forse si o forse no>> disse prendendosi gioco di me.
<<Comunque sia, sorellina, tu mi appartieni!>> sputò adirato dalla cruda verità.
<<IO NON SONO TUA SORELLA! Quindi smettila di chiamarmi in quel modo>> ribadii con furia, mentre il veleno cominciava a farsi sentire nella mia bocca. <<Comunque sia, non ti appartengo e non lo farò mai perciò rassegnati!>> lo presi in giro e poi continuai come se fossi schizzata da un momento all'altro.
<<Ah, si? E allora dimmi a chi appartieni>>.
<<Forse lo so! Kaden Koslov eh? Lo brami non è vero?>> disse giocoso e con goccio di disprezzo verso quel nome, che aveva appena nominato, e me.
Abbassai il capo.
Si, era lui.
Come l'aveva scoperto?
Tutte le volte che parlavo di lui con mio fratello, beccavo Aiden origliare di nascosto. E quando da piccola lo rimproveravo se ne usciva sempre con una scusa.
<<Sei geloso?>> scherzai.
<<No, è vero. Tu pensi di essere migliore di tutti, giusto?>> lo guardai dritto negli occhi mentre lui si avvicinava a me.
<<Vedo che capisci in fretta>> si burlò di me.
Si avvicinò sempre di più. Mi afferrò il braccio e mi sbatté il corpo contro al muro.
Cristo! Quella si che era una brutta abitudine. La farò sparire prima o poi. Quando ne avrò l'occasione.
Mi toccherà aspettare il momento giusto.
Riuscì a sentire i battiti del cuore accelerare ogni secondo di più, e l'adrenalina salire alle stelle. <<Se vuoi andartene sei libera di farlo>> sogghignò mentre lo diceva.
Io lo guardai esitante. Scattai verso la porta ma lui mi prese dalle spalle e mi immobilizzò. Mi afferrò la mascella con forza e riuscii a vedere la collera impadronirsi di Aiden e prendere il sopravvento. <<Ti renderò la vita un inferno!>> sbraitò.
Non avevo più sedici anni e non dovevo più avere paura di lui. Trattenni il mio sguardo sul suo. Feci un ghigno per provocarlo. Strinse con più forza. Pensai che la mia mascella potrebbe spezzarsi da un momento all'altro; era diventato più forte rispetto all'ultima volta. Beh, in quel momento sapevo che aveva funzionato!
<<Hai detto che sarei potuta andare via>> lo guardai senza comprendere esattamente perché non mi avesse lasciata andare.
<<Sì, è vero. Ma non ho mai detto che te l'avrei reso facile>> mi provocò.
<<Dimmi la verità!>> sbottai.
<<Lia, ce l'hai sotto il naso solo che non lo vuoi capire>> disse, quasi malinconico.
Ho un idea!
<<Da quanto tempo vivi qui? E da quanto sei solo?>> dissi in tono curioso. <<Tuo padre lo sa dove sei finito? E che lavoro fai, eh? Sa che mi hai portato qui? Aspetta, ma vi parlate ancora oppure ti ha cacciato via?>> continuai ostinata.
<<Fai troppe domande te l'hanno mai detto?>>.
<<Beh giusto un paio di volte>> dissi, alzando le spalle in segno di menefreghismo, in tono sarcastico.
Allentò la presa e mi accarezzò il volto.
Sembrava pazzo quando faceva così.
E Non mi aveva mai trattato bene neanche per un secondo in tutti questi anni.
Sembrava un'altra persona.
Avvicinò il suo volto al mio.
Volevo allontanarmi a tutti i costi se solo non avesse bloccato contro al muro.
<<Aiden non farlo te ne pentirai>> dissi calma sperando di allontanarlo.
Sentii un sasso colpire il vetro della finestra della stanza in cui eravamo.
<<EI! BRUTTO STRONZO! Allontanati subito da mia sorella o ti faccio fuori, idiota!>> gridò una voce familiare.
Risi al tono in cui vennero pronunciate quelle parole e voltai la testa in direzione della voce. Il vetro della finestra si spaccò in mille pezzi e una figura saltò dentro la stanza.
Mi salirono le lacrime agli occhi nel vedere finalmente mio fratello. Erano anni che non lo vedevo.
Lo abbracciai e lui ricambiò accarezzandomi la schiena con i palmi delle mani ma qualcosa era diverso, riuscivo a sentirlo anche se era quasi impercettibile, come se il contatto fisico lo infastidisse ma allo stesso tempo lo desiderasse.
<<Perfetto! Ora che la famiglia è riunita possiamo iniziare i festeggiamenti come si deve>> disse sarcastico Aiden.
Nath mi sorrise e mi si sciolse il cuore.
Era cambiato, come tutti noi infondo.
Da un momento all'altro diventò furioso e colpì con forza il volto dell'idiota che qualche secondo prima mi stava molestando.
<<Ti avevo avvertito di starle lontano, stronzo!>>. Entrambi avevano un espressione divertita come se non avessero aspettato altro nella loro vita oltre a questo momento. Si sussurrarono qualcosa che non riuscì a sentire. E subito dopo Nathan lo scaraventò a terra e cominciò a tirargli cazzotti senza mai smettere. Aiden cercava di difendersi ma i colpi erano forti. Mi preoccupai. Mi chiesi se sarebbe stato in grado di ucciderlo. Sembrava così pieno di rancore che l'avrebbe fatto e anche svelto.
<<Nathaniel, può bastare>> dissi gentile.
Mio fratello si alzò e scattò in piedi.
<<Ah, cazzo>> disse Aiden divertito e al contempo preoccupato che Nath gli avesse procurato qualche lesione.
<<Un ultima cosa e poi abbiamo finito>> aggiunse il biondino.
Io e Nath lo guardammo da capo a piede. << Vai avanti>>.
<<Lia, ci tenevo davvero a farti vedere qualcuno>>. <<Puoi entrare>> disse alla persona fuori dalla porta della stanza.
Oh merda! Sono identici! Non avevo la minima idea che avesse un gemello.
<<Beh, lui è Aiden>> disse scaltro. <<Mi sono preso anche i cazzotti che erano per te, grandissimo stronzo!>> sbraitò contro suo fratello. Aiden roteò gli occhi.
Ma che diavolo?
Fantastico! Uno non bastava vero?
Mi voltai verso mio fratello e vidi sul suo volto un espressione perplessa, che doveva probabilmente somigliare a quella che avevo anch'io.
Ma... Allora lui chi è?
<<E tu sei...?>> Nath domandò per lo più schifato.
<<Isack, piacere>> disse per poi porre la mano davanti a sé. Fissai la mano sanguinante di fronte a me, rifiutandomi di stringergliela.
<<Va bene, me lo merito dopo che mio fratello ti ha rapita>> si affrettò a dire.
Ma quindi... <<Come fai a sapere tutte quelle cose su di me?>>, lo guardai negli occhi ancora esterrefatta.
<<Non è ovvio, Lia?>> disse con vena maliziosa. Muovo la testa in segno di negazione.
<<Non lo sai, eh?>> disse nel momento in cui spuntò nel suo volto un sogghigno. Questa volta non mi mossi affatto.
<<Dal momento che sei un argomento molto discusso tra le persone di spicco a Boston, diciamo che ho iniziato a scoprirlo di mia spontanea volontà>> continuò scherzoso.
In che senso?
È per caso un maniaco?
<<Cosa intendi con questo? Mi hai seguita?>>.
<<Mmh, non proprio>> disse con un ghigno stampato sul viso.
Si diverte con cosi poco?
<<Allora come hai fatto?>>.
<<Chiedilo al tuo dolce fratellone>> sbottò ridendomi in faccia, guardando poi Nathan.
Aspetta!
Cosa centra lui con questo?
Non può essere!
Li guardai dubbiosa della mia supposizione.
<<Nathaniel... A cosa si riferisce?>> domandai, sperando che la mia intuizione fosse sbagliata.
<<Dai Nathan diglielo>> dissero i gemelli all'unisono quando ci guardarono.
Oltre a essere dei maniaci sono anche inquietanti.
Perfetto!
Sembrano le gemelle di Shining, solo che a loro manca il vestitino azzurro, ed eccole lì.
Secondo me sarebbero molto carini. Nel mio viso si affacciò all'istante l'ombra di un sorriso ma subito dopo diventai seria iniziando a ricordare dov'ero e con chi.
Osservai Nath, che mi fissava ansioso.
Sbuffò e iniziò ad aprire in bocca. <<D'accordo, Lia, i tuoi presentimenti erano corretti>>.
<<Intendo, quelli di cui mi parlavi e quando eri più piccola, sul fatto che ti sentivi seguita e osservata>> continuò.
Beh, mi sentivo sempre in quel modo.
Persino adesso ma sapendo che loro sono qui, mi domando chi mi stia fissando oltre a quei due inquietanti davanti a me.
<<Avevo scoperto già da tempo che erano loro a volte a seguirti>>.
Come ha potuto non dirmelo!
Lo guardai come se mi avesse appena pugnalato al petto.
<<Mi dispiace, Dahlia... Davvero>>.
Sapevo che non mi aveva detto tutto. Ma forse non voleva farlo sapere agli altri.
Non so perché ogni sui volti dei due fratelli.
<<Perfetto, adesso è libera>> disse Aiden con ancora il ghigno stampato in faccia.
Si avvicino al mio orecchio. <<Ma ricorda che... Non lo sarai mai davvero. Mi appartieni Dahlia>> ripetè il mio nome con ferocia, ridendo subito dopo.
Il suo volto diventò d'un tratto improvvisamente serio.
Si voltarono, spalancando la porta che aveva colpito la parete.
Dopo qualche secondo li seguimmo diretti all'entrata per uscire da quella dannata casa.
Finalmente potevo chiedere a Nath che cosa non andasse in lui.
<<So che c'è altro oltre a quello che mi hai detto davanti loro prima. Dimmelo, Natty, per favore>> gli feci gli occhioni dolci.
Quando lo chiamavo in quel modo mi ha sempre detto tutto quello che mi nascondeva.
Quindi un tentativo non fa male.
Lui sorrise alla vista dei miei occhioni. E lo vidi sforzarsi, senza riuscirsi, per resistermi.
Finalmente si decise a parlare.
<<Va bene, hai vinto. Visto che sapevo di loro e non ero quasi mai nelle vicinanze, ho sempre chiesto di controllarti>> rimase vago.
<<Andiamo, Nathan, sputa il rospo>> senza accorgermene, trattenni il respiro per qualche secondo.
Gli lanciai un'occhiata. Notavo che stava dubitando.
Perciò lo fermai lungo la strada, mettendomi davanti a lui.
Sospirai e finalmente aprì bocca. <<Va bene, te lo dico. Tu non arrabbiarti, però>>.
Se me lo stava chiedendo significa che probabilmente mi incazzerò e non poco.
Ma ero pronta.
Devo saperlo!
Gli feci segno di continuare.
<<Ho chiesto di farti controllare a... Kaden>> sbottò, nervoso.
<<Che cosa!>>.
<<Perché da lui?>>.
Non riuscivo a capire perché proprio lui.
<<Devo dirti un'altra cosa>> mi guardò dritto negli occhi. Annuii sospettosa.
<<Non ti ho detto che eravamo, e tuttora lo siamo, migliori amici. Ecco il perché, Lia. Mi fido di lui>>.
La mia bocca si spalancò. Tutte le bugie che mi ero detta, cedettero. Mi crollò addosso il mondo.
<<Perché non me l'hai mai detto, Nath, sono tua sorella!>>, le lacrime iniziarono a farsi strada lungo la mia gola ma riuscii a reprimerle per quel momento.
<<Lo so, volevo solo proteggerti!>>, continuò. <<Volevo solo quello>>, sfiorò la mia guancia.
<<E da chi?>> chiesi, indirizzando il mio sguardo altrove. <<Non dirmi da lui stesso>> dissi ironicamente.
<<Da lui stesso!>> affermò. Mi prese il volto tra le dita e continuò <<Lui non è per te>>, era così calmo e sereno che lo invidiavo.
Non ce la feci più e scoppiai a piangere.
Le lacrime sgorgavano dai miei occhi, bloccandomi la vista.
<<Non sei nessuno per dire che qualcuno è o non è per me!>>
<<È pericoloso>>, provò ad avvicinarsi per calmarmi.
Ma non glielo permisi.
No. Non è vero!
Scossi la testa, respingendolo.
<<Sai che in fondo è così, devi andare avanti e farti una vita senza di lui, Lia>>.
<<Ormai sei adulta>> disse in tono repentorio.
Come se avessi mai vissuto realmente. I gemelli avevano ragione, non ero mai stata libera e forse non lo sarei mai stata...
Una volta ce l'avevo fatta, ero riuscita a vivere ed era bellissimo ma riuscivo a farlo solo se al mio fianco c'era Kaden.
Ma non potevo arrendermi!
Perché vogliono allontanarlo da me? Pensai nella mia mente più come un'affermazione che una domanda.
<<Non importa!>>, scappai via da lui senza che sapessi dove andare.
Sapevo che mi avrebbe seguita, ma volevo sparire all'istante.

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