Dahlia

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*Presente*
Mi svegliai accorgendomi che non c'erano tracce di Kaden, era scappato.
Le lacrime erano sul punto di sgorgare come un dannato rubinetto ma riuscì a scacciarle via.
L'oscurità della stanza faceva quasi paura, ogni cosa di quella casa faceva paura a partire dall'entrata, possedente una chiusura a scatto apribile solo dall'esterno se non si conosceva il codice dell'allarme, fino al proprietario della villetta tenebrosa.
Decisi di alzarmi dall'enorme letto, andai verso il bagno e aprii la porta scricchiolante, accesi la luce e mi guardai allo specchio per qualche minuto.
<<Va tutto bene, Dahlia>>, rassicurai me stessa.
<<Ce la farai, ce la farò>> mormorai, facendo vagare la mente ai dolorosi ricordi appartenenti al passato.
Feci scorrere l'acqua gelida del rubinetto e mi sciacquai il viso, mi asciugai e spensi la luce per poi mettermi nuovamente a letto.
Mi ero promessa che non avrei pianto per me stessa, quindi la promessa era ancora mantenuta perché una lacrima cadde sul mio volto al solo pensiero di Kaden.
Lo odiavo ma non potevo stare nemmeno un secondo senza di lui.
E odiavo anche che io pensassi di aver bisogno di lui.

Ero in una stanza al buio.
Mi ero riaddormentata piangendo abbracciata al suo cuscino. Sapevo di avere gli occhi gonfi.
Risvegliandomi in un letto dopo grande per essere mio.
Fuori era buio pesto e non potevo nemmeno immaginare o vedere dove fossi.
Ad un certo punto notai uno sguardo su di me dall'altra parte della finestra pensando che quello sguardo fosse di Kaden.
Mi stava osservando... come aveva fatto da sempre.
Andai verso la porta della stanza. Ma quando afferrai la maniglia e l'abbassai la porta non si mosse di un millimetro.
Cazzo!
Perfetto, adesso sono bloccata da un'altra parte.
A questo punto immagino che io sia voluta da troppe persone e anche talmente tanto da essere pure rapita.
Vicino alla porta riuscii a scovare a tentoni un interruttore.
Lo schiacciai ma non successe nulla.
Ero stanca e annoiata, non sapevo cosa fare ma mi venne in mente una sorta d'idea che sarebbe potuta funzionare.
L'avrebbe portato da me gattonando.
La luce fioca della luna illuminava una parte di letto così mi ci misi sopra.
Mi ero accorta di non avere più i vestiti del giorno prima addosso.
Me l'aveva messo lui questo pigiama?
Sia i pantaloncini che la canottiera aveva l'orlo in pizzo.
Sorrisi e scossi la testa divertita.
Non avevo l'intimo.
E pensai che mi sarei divertita ancora di più.
Iniziai ad abbassarmi i pantaloncini, buttandoli da qualche parte a terra nella stanza.
Spalancai le gambe e feci scendere le dita dentro di me pian piano.
Le iniziai a muoverle in modo circolare, fissando fuori dalla finestra come se lui fosse lì in piedi a bramare il mio corpo.
Andai sempre più veloce e con la mano libera mi calai una spallina.
Palpai con il palmo della mano un seno e poi con i polpastrelli massaggiai il capezzolo già turgido al solo pensiero che mi stesse guardando.
Vidi un movimento fuori dal vetro e scorsi una figura alta rivolta verso di me capendo che si trattava di lui.
Sorrisi alla figura e continuai a toccarmi.
Poi sfilai le dita da dentro di me e presi i due cuscini al mio fianco.
L'impilai e li misi sotto di me, per poi cavalcarli osservando la figura là fuori.
Immaginai che ci fosse lui sotto di me ma non riuscii a odiare quel pensiero.
Avrei dovuto farlo ma non in quel momento, magari dopo mi sarei odiata per averlo bramato.

La figura all'esterno si avvicinò sempre di più, in modo fuggitivo.
Ma lo sentivo ancora troppo lontano da me.
Lo volevo addosso. Volevo il suo profumo.
Volevo assaporare le sue labbra ancora e poi ancora.
Solo per l'ultima volta.
E finalmente magari avrei smesso di pensarlo o avrei soltanto peggiorato il tutto.
Ma in quel momento non m'importava di nulla.
C'eravamo solo lui ed io.
Noi.

Sparisce dalla mia visuale.
E smisi di fare ciò che stavo facendo, rimanendo incuriosita su cosa potermi aspettare da lui.
Era troppo imprevedibile la maggior parte delle volte.
Forse è soltanto colpa dell'oscurità della notte.
Lo sta aiutando a nascondersi e ad apparire quando meno me lo aspetto.
Riesco a sentire un forte tonfo.
Immaginai che fosse la porta d'ingresso, sbattuta con così tanta rabbia che sarei stata certa che l'avrebbe potuta buttare a terra con colpo secco se avesse voluto farlo.
Suoni di passi felpati e pesanti come cemento iniziarono a farsi sentire sempre di più fino a quando arrivarono vicino alla porta.
Ci fu un attimo di assoluto silenzio in cui si poteva udire solo il cadere della pioggia.
Indietreggiai nel letto come se già sentissi tutto il suo rancore e le fiamme della sua rabbia addosso come se fossero la mia pelle.
Sblocco la porta, aprendola di scatto e facendomi balzare dal materasso.
Venne verso di me con passo svelto e deciso.
Mi fece indietreggiare ed io colpii con il mio corpo il letto, non avevo altra scelta.
Dovevo farmi indietro, perché per quanto lo volessi non avrei smesso di odiarlo.
Inclinò il suo corpo sul mio senza lasciar spazio al mio respiro.
Mi arretrai al suo tocco avvicinandomi più al materasso che alla sua figura dannatamente divina.
<<Che c'è adesso hai paura di me Dahlia?>> sputò malizioso nel mentre fissavo le mie iridi alle sue.
Scossi la testa per far apparire poi un sorrisetto talmente provocante ma giocoso allo stesso momento.
<<Perché mai dovrei?>> feci finta che non mi stesse terrorizzando.
Sapevo di aver schiacciato il pulsante che diceva "Non schiacciarmi" e già conoscevo le conseguenze alle mie provocazioni che gli lanciavo continuamente da quando era uscito dalla tana.
<<Non saprei... forse perché stai tremando ed io riesco a notarlo, mocciosetta>>.
A Kaden non scappava mai nulla.
E nessuno.
Soprattutto nessuno.
In particolare io.
Non gli scappavo mai anche se ripetute volte ci provavo, invano.
Diciamo che possedeva una sorta di capacità, ciò gli permetteva di scovare i segreti più profondi e ignoti delle persone.
Mi conosceva troppo bene ormai.
<<Beccata>> feci un sorriso illusorio.
Non so come ma riuscii a scappare dalle sue grinfie mi allontanai da lui e dal suo letto.
Mi guardò come stordito e mi sfido a scappare.
<<È questo quello che vuoi, Dahlia?>>, ghignò spostandosi dal letto.
Lo guardai storto ed inclinai il capo di lato, quella domanda mi fece alzare gli angoli delle labbra per trasformarsi in una fragorosa risatina.
<<Vuoi giocare... mmh... allora ti darò quello che vuoi>> disse in modo così perverso e malato da farmi accapponare la pelle quella sensazione era accompagnata da un brivido che accese dentro di me(la paura) il desiderio di scappare per essere trovata da lui.
<<Mi sento buono oggi, ma non troppo, quindi ti darò 9 secondi di vantaggio>>, mi avvertì senza specificare a cosa si stesse riferendo ma riuscì a capirlo dal suo sguardo da predatore.
Mi lanciò una torcia presa dal suo comodino.
<<9>> iniziò a contare alla rovescia restando nella sua stanza chiudendosi la porta alle spalle per non barare.
Scattai subito fuori dalla stanza guardandomi intorno.
Merda! Era un labirinto.
Scesi al piano di sotto e intravidi una stanza che attirò particolarmente la mia attenzione.
<<8>> urlò dal piano di sopra.
Mi diressi al suo interno.
Una camera da letto? Perché mai dovrebbe avere più di una camera se è solo?
Era sorprendentemente gigante, aveva arredi bordeaux e neri con dettagli dorati da ogni lato della stanza.
In fondo ad essa intercettai un orologio a colonna con il pendolo, come quelli antichi da collezione, lo ispezionai sveltamente.
<<7>>.
Non avevo più così tanto tempo e cercai di pensare a una soluzione.
Avevo il respiro irregolare così come il battito del mio cuore all'interno del petto.
Calmati, Lia.
Cercai di regolare i respiri e notai uno squarcio nella parete coperta dal lungo orologio.
Provai a spostarlo ed era insolitamente leggero, magari era finto.
Accesi la torcia e mi infilai in quello spazio che ospitava persone decisamente molto più alte di me, iniziando ad addentrarmi tra le mura di quella villetta così inquietante.
<<6>> sentii rimbombare all'interno delle pareti.
Era così allettante nascondersi in un posto che non si conosceva, si poteva imparare molto.
Lo spazio tra le mura era così largo da poter ospitare persino un gigante.
Mi incamminai verso destra.
Chissà se c'erano altri nascondigli del genere.
<<5>>
Avvistai delle scalette, davanti a me, che portavano a un piano sotterraneo.
E ne vidi un altro paio in fondo a destra.
Non sapevo se stare il più possibile vicino a lui o scoprire qualcosa in più su la persona che era.
Scelsi di andare a destra avevo troppa paura di scoprire qualcosa che non avrei voluto.
<<4>> la sua voce sembrava sempre più vicina.
La scelta che avevo appena preso era quella più semplice.
Ma non potevo rischiare in questo momento.
Camminai ancora e ancora fino a che non sentii la voce di Kaden dire <<3>>.
Vidi un altro squarcio, minimo, nella parete della sua stanza e spensi la torcia.
Lo vidi davanti al suo letto e sembrava che contemplasse qualcosa o magari sperava di sentire qualcosa.
Una striscia di luce appartenente alla luna illumino una parte del mio viso.
Tentai di non fare alcun rumore perché mi avrebbe beccata e non sarebbe stato molto gentile.
<<2>> disse con noia ma un tono di eccitazione rimase nelle sue labbra dopo aver aperto bocca.
Eravamo così vicini e sperai che non sapesse che fossi dietro di lui.
Fissò la parete che mi nascondeva dai suoi occhi o almeno sperai fosse come pensavo.
No, no, no.
Si incazzerà di sicuro dopo aver saputo, se già non ne fosse a conoscenza, che sono lì. Nei suoi nascondigli segreti e bui dove abbondano ragnatele e carcasse di insetti, probabilmente...

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