Kaden

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*presente*

Continuai ad allenare Dahlia fino ai suoi diciott'anni essendo poi sparito dalla circolazione a seguito di una minaccia da parte della madre di Dahlia che venne a sapere della nostra frequentazione perché, allora, Lia era ancora troppo piccola per me.
Sua madre mi odiava e non sapevo il motivo così minacciandomi di denunciarmi e di negarmi la permanenza nella mia città, decisi di andarmene prima che potesse cacciarmi lei stessa; anche se ero costretto pensai che fosse la scelta migliore soprattutto per Lia.
Non avrei mai sopportato di stare così lontano dalla mia mocciosetta.
Non avrei più potuto vivere senza poterla vedere ogni giorno.
Ero letteralmente attratto da lei sia mentalmente sia fisicamente.
Aveva quel tipo di bellezza rara e pura; come se fosse un diamante. Ammaliante, puro ma allo stesso tempo capace di far del male con la propria bellezza.
La avrei definita un diamante rosso, quello più raro così com'era lei.
Mi promisi di provare a non pensarla più, ogni volta che tentavo un nuovo inizio in una relazione con altre ragazze, ma la noia che provavo verso quelle ragazze che erano tutte uguali, mi dava letteralmente sui nervi.
La nostalgia di Dahlia si faceva sentire incessantemente e quando riprovai a stalkerarla come quando facevo tempo prima, la scintilla dentro di me si riaccese possente.
Era sempre stata affascinante ai miei occhi, sempre più di altre ragazze.
La mia donna era definitivamente la più bella del mondo.

La prima volta che la vidi mi aveva colpito davvero tanto che mi nascosi per osservarla. Da lì tutto ebbe inizio.
Avevo quasi dodici anni mentre lei era molto più piccola di me, ne aveva otto.
Stavo scappando come sempre d'altronde. Avevo appena scoperto chi fosse l'assassino che aveva ucciso brutalmente mia madre e poi fatto fuori anche suo fratello.

11 anni prima:
Sono scappato, la nuova moglie di Victor vuole costringermi a portarmi con loro ma io non voglio.
Ho scoperto chi potrebbe aver ucciso mia madre e mio zio. Erano persone forti e non avrebbe dovuto abbandonarmi nelle mani di quel mostro. E se diventassi come lui da grande?
Forse è stato lui ma non ne ho alcuna prova. E nessuno crederebbe mai alla versione di un ragazzino con un padre milionario che potrebbe semplicemente farmi zittire con dei soldi sporchi.
Vedo una bambina, immagino sia molto più piccola rispetto a me.
Sembra così graziosa e gentile mentre ascolta suo fratello. Io e Nathaniel stavamo diventando amici, quindi di conseguenza l'avrei potuta vedere frequentemente.
"Merda". Mi ha notato, il suo dolce sguardo si posa sulla mia figura molto più alta di lei. La mia altezza aumentava notevolmente.
Rimango a fissarla, facendo intravedere il mio volto. Ha degli occhi color smeraldo, mi ci potrei perdere completamente senza farci caso.
Mi guarda incantata. "Tutto bene, Lia?", gli chiede suo fratello.
Lia? Mmh, probabilmente è il suo soprannome.
Si volta verso suo fratello sbarrando le palpebre e annuisce dimenticandosi dell'incrocio dei nostri sguardi.
Vorrei tanto parlarle ma non so se potrei mai piacerle. Non so nemmeno come si chiami in realtà ma spero di conoscerla presto.
Andai a giocare a scacchi da solo sul prato vicino casa.
Sapevo che la sorella di Nath era lì a fissarmi infatti cercai in tutti i modi di reprimere un sorriso.
Non sorridevo spesso, non c'era più nulla per cui essere felice... almeno fino a quel momento.
Alzai lo sguardo dalla scacchiera e la vidi qualche metro distante da me sembrava così timida ma allo stesso tempo curiosa.
Aaah... Dio! Era così bella da bambina quindi non immagino come sarà da grande.
Le sorrisi, non riuscivo a togliermi quel ghigno dal viso.
<<Non avere paura, se vuoi puoi avvicinarti... ci hai mai giocato?>>, le dico con premura indicando la scacchiera.
Scosse la testa e si sedette davanti a me. <<Come ti chiami?>> domando calmo e gioioso.
<<Dahlia>> rispose la vocina esile e gentile.
Mmh... Dahlia.
Sembra così impaurita che non mi chiede nemmeno come mi chiamo allora mi faccio avanti.
È come se mi sentissi al sicuro vicino a lei.
<<Io sono Kaden, piacere di conoscerti Dahlia>> dico allungando la mano verso di lei, con un ghigno che andava da una guancia all'altra.
<<So come ti chiami, ti vedo sempre con mio fratello quando vengo a prenderlo con papà>>, afferma la bambina mentre mi stringe la mano con la delicatezza di un coniglietto soffice.
Potrebbe sembrare una bambina molto attenta, quindi lo verificherò con prudenza.
<<Voglio imparare, cosa aspetti Kaden?>> brontola.
<<Agguerrita, eh?>>, scherzo, mi piacerà più del previsto.
Iniziai a spiegarle le regole principali.
<<Il re deve essere sempre accompagnato dalla regina>>.
<<Ma la regina è più importante del re!>>, emette un urletto per poi placare il tono di voce ad una melodia dolce.
<<È vero! Ma è più probabile vincere e anche in poche mosse se abbiamo in tavola entrambi>>, la informo di altre regole e iniziamo a giocare.
Mossa dopo mossa, pedina dopo pedina, sono riuscito a insegnarle qualcosa.
<<Chi ti ha insegnato a giocare?>> chiede ad un certo punto, quando finiamo la partita.
<<Mio zio, è un maestro e un giocatore strabiliante. Mi ha insegnato Tutte le strategie tranne una che ha detto che me la insegnerà quando sarò più grande>> rispondo, intanto Dahlia mi guarda negli occhi con un luccichio.
<<E tu Dahlia? Hai una passione per qualcosa? Fai danza come tutte le bambine della tua età o ti distingui, mmh?>>, so essere ostinato ed è un tratto abbastanza insolito al giorno d'oggi.
<<Non faccio danza!>>tuona con un tono acuto per la sua età, probabilmente la sto innervosendo.
Di certo non sono un ragazzo che si arrende a qualcuno che sembra così allettante.
<<Mio papà mi sta insegnando a fare tiro con l'arco da quasi un anno, se vuoi posso insegnartelo>> continua a rispondere alle domande che le avevo posto qualche secondo prima.
<<Certo che voglio, Dahlia>>, ero come incantato dal suo voler imparare qualsiasi cosa le avrei insegnato. L'ho notato quando abbiamo iniziato a giocare la prima partita, faceva mosse scattanti ma ragionevoli già da bambina.
Credo che potrebbe semplicemente superarmi in meno di un anno.
Mi sorride entusiasta, ed io non posso non ricambiare la sua dolcezza.
<<Posso farti una domanda?>> chiede timida. Annuisco e le faccio segno di continuare.
<<Perché ti eri nascosto, prima, per guardarmi?>>, immagino che infondo sappia quale sia la risposta ma le dirò la verità.
<<Ero incuriosito da te>> mi sorride timorosamente ed io contraccambio con un ghigno, attaccato alle mie labbra da quando si presentata davanti a me.
<<La tua bellezza è rara Dahlia>> dico sincero. Riesce a malapena a distogliere lo sguardo dai miei occhi tenebrosi e balbetta un grazie.
La signora Wanner ci stava fissando o meglio mi stava fissando con le braccia incrociate. Non mi salutava mai. Ma non credo che avesse del disprezzo nei miei confronti era più un sentimento di dispiacere o sconforto però non capivo perché proprio verso di me. Si avvicina a noi senza dire una parola, Dahlia segue la direzione del mio sguardo e notando sua madre dietro di se sa già di dover andare.
<<Ciao Kaden>> mi saluta Dahlia. <<Ciao Lily>> dico rattristato con un fievole sorriso sulle labbra.
Sua madre se la porta via lasciandomi solo, seduto su un prato fantasticando su sua figlia.

Ancora non sapevo la motivazione dei due omicidi, e le domande continuavano a vagare per la mia mente non riuscivo a credere che fosse stato proprio lui.
Certo sapevo che fosse un bastardo ma non avevo mai pensato che potesse davvero uccidere le persone più importanti della mia vita, in una maniera così brutale e terrificante.
Da piccolo provai a cercare qualche informazione a riguardo ma in passato non ero ancora diventato bravo a smanettare per cercare delle prove, ma mollai dopo il primo tentativo.
Però i pensieri strazianti all'interno della mia mente non diminuivano con gli anni come invece sperai che potesse succedere.
Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. Provai a ritrovare l'unica persona importante, che mi rimanesse e con cui potessi stare, oltre a mia sorella Veronika.
Venne a vivere con me e Victor, subito dopo la morte di nostra madre, all'età di sette anni. aveva due anni in meno di me.
Ricordavo che solitamente nostra madre la chiamasse Therese, il secondo nome di entrambe. Era ciò che le legava.
All'età di diciassette anni scoprii lo stato del corpo assassinato di mia madre.
Non riuscii a uscire di camera mia per una settimana e poco più, non potevo guardare mio padre spassarsela con altre donne dopo aver combinato mia madre in quello stato, come se fosse stata della dannatissima spazzatura.
Iniziai a fare ricerche più approfondite pagando anche degli scagnozzi al fine di farli lavorare per me e vista la loro fedeltà nei miei confronti decisi che sarebbero rimasti con me per un lungo periodo di tempo.
Anch'io feci del lavoro sporco per trovare quelle informazione. Osservai le foto scattate al cadavere di Hanna Therese Löfgren, il corpo di mia madre era stato lacerato più volte in varie parti del corpo.
Erano presenti anche delle ustioni di secondo grado che erano state fatte con una lama, esse formavano una scritta su tutta la sua schiena "È questo che succede alle puttane che non ascoltano".
La donna che stava insieme a Victor non poteva essere altro che una stronza, aveva quindici anni in meno di lui e lo aiutava con gli affari che tutti sapevano essere loschi.
In poche parole era la sua troia.
Marya Yegorov era una stronza milionaria che giovava, insieme a suo marito, dei loro affari.

Dahlia era rimasta fin dal primo momento fissa sia nella mia mente che, successivamente, nel mio cuore da peccatore.
Avevo fatto tante cose orribili mai quanto ucciderli con le mie mani, magari questo mi aveva reso un mostro come lui ma non avevo mai fatto del male a una donna e non l'avrei mai fatto. Non provavo nulla nei confronti delle ragazze che mi stavano dietro, c'era sempre e solo Lia nella mia testa.
Stetti solo con una ragazza oltre a lei prima che potessi capire che il mio cuore non apparteneva più a me ma bensì a quella splendida bambina che era diventata ormai una donna. Me lo aveva rubato tanti anni prima senza che io me ne fossi nemmeno accorto.
Non riuscivo letteralmente a sopportare altre ragazze, è vero che però flirtavo con tutte solo per divertirmi un po', ma quando finalmente ero riuscito ad avere la mocciosa tutta per me ero diventato estasiato da ogni suo tratto.
Noi eravamo cresciuti insieme. L'uno aveva plasmato l'altra e viceversa con pazienza.

Quando avevo diciassette anni, pensando di essere ormai abbastanza grande per sapere la verità dei due assassinii.
Avevo scoperto tutto tramite le ricerche fatte insieme ad Alex.
Eravamo entrati nel database trovando tutti i documenti inerenti al caso di mia madre.
Mentre su mio zio non c'era praticamente nulla nemmeno il suo nome o la sua data di nascita, era sparito dalla circolazione come se non fosse mai esistito.

Venni colpito dall'angoscia appena notai il nome di mia madre scritto su uno di quei file.
Non volevo aprirlo ma dovevo sapere cosa le fosse successo, dovevo assolutamente avere delle prove così se mai avessi fatto qualcosa a quel mostro l'avrei fatto per un motivo.
<<pronto?>> mi chiese Alex, un attimo prima che cliccasse con il mouse il file, poi annuii facendolo andare avanti con quello che doveva fare.
Lo sguardo infuocato dalla rabbia vagava sulla foto del cadavere di mia madre, la prima donna che abbia mai amato.
Le lacrime iniziarono ad appannarmi le iridi. Ma riuscii a restare lucido per quanto potevo finché la rabbia non prese il controllo.
Da quel momento crebbi che non mi avrebbe più abbandonato.

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