Ultimi giorni 20

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«A volte la compagnia serve. Da quanto non parli con qualcuno? Intendo di cose normali, della vita come era prima», mi disse mentre ogni tanto mi scrutava da sotto il cappello.

Sembrava a suo agio, come se gli ultimi mesi o anni avesse trascorso un'esistenza banale, senza particolari problemi. Fissava all'interno delle fiamme, come se riuscisse a scoprire chissà cosa. Aveva subìto qualche brutta esperienza, qualcosa di paragonabile a ciò che avevo dovuto attraversare io? Anche i vestiti davano l'impressione di essere puliti. Almeno, non si rivelò un'imboscata.

«Non ricordo più nulla della vita di prima», risposi.

La notte appariva più luminosa del solito, notai come dei riflessi brillanti. Avrei dovuto controllare, forse stavano davvero arrivando. Mancava poco. Invece fissai il fuoco come il mio nuovo amico, rimanendo ipnotizzato dalla danza sempre diversa delle fiamme.

«Io sto qui da parecchio ormai. Ogni tanto raggiungo la città per procurarmi provviste. Finché ne troverò, preferisco rimanere solo a contemplare ciò che mi circonda, in questo angolo di mondo. Per il momento sono riuscito a sopravvivere senza grossi problemi, il pericolo mi ha solo sfiorato. Se le cose dovessero peggiorare sono pronto ad andare via in qualunque istante, preferibilmente verso sud, verso il mare. Vorrei morire mentre osservo le onde».

«Sei stato fortunato, io non so neanche come faccio a essere ancora vivo».

«Vuoi raccontarmi cosa hai passato?» mi chiese con gentilezza. Aveva profondi occhi neri che cercavano di comprendere la mia vera natura.

Ma io non riuscivo a rispondere, ero troppo stanco, facevo fatica a tenere gli occhi aperti. Il crepitio del fuoco, il buio che ci circondava, la sua voce calma e rilassata: tutto contribuiva a farmi allentare i nervi e riposare. Mi distesi.

«Beh, dormi pure, io starò sveglio ancora per un po', dormo sempre pochissimo, spesso di giorno, al tepore del sole».

Lo vidi che prendeva qualcosa dallo zaino, forse da bere o magari un passatempo, dal momento che se sperava nella mia compagnia, almeno per quella notte gli era andata male. Mentre aspettavo che il sonno mi portasse via, pensai che sarei potuto rimanere alcuni giorni, farmi un nuovo amico e ricominciare, provare a crearmi un nuovo inizio, una nuova vita. Prese un libro, stava dicendo qualcosa, forse che amava molto leggere, lo distendeva e allontanava ansie e paure. Sì, un altro essere umano accanto mi avrebbe fatto bene, anche evitare di correre da un luogo all'altro portando sulle spalle il destino del mondo. Cominciò a leggere, aprendo il libro e mettendosi ancora più comodo. Saltai in aria, il sonno scomparve in un istante. Sulla copertina troneggiava il titolo, scritto in nero con un carattere semplice, su un sfondo bianco. Il Libro dei mondi. Rimasi a bocca aperta e lui si spaventò alla mia reazione e mi osservò sospettoso.

«Che succede?» mi domandò dopo un iniziale smarrimento.

«Scusami, dove lo hai trovato?».

«In una casa qua intorno, è un libro veramente strano, mi diverte. Lo conosci?» rispose rilassandosi.

«Lo cercavo da molto tempo, ho letto solo alcune frasi».

«Vuoi dare un'occhiata?».

Non me lo feci ripetere e dopo un istante, avevo tra le mani il libro che mi stava perseguitando, l'oggetto che avevo più desiderato. Mi estraniai. Il mio amico mangiò qualcosa osservando la mia espressione stupita, come quella di un bimbo che viene portato per la prima volta a un parco divertimenti.

Sfogliai il volume con le mani che tremavano, era grosso ma me lo aspettavo infinito. Senza rendermene conto, iniziai ad ansimare. All'interno non era riportato alcun dato, solo il titolo. Neanche l'autore era citato. Dopo era stato collocato il sommario, che mi lasciò meravigliato, quasi incapace di pensare ad alcunché. Le voci erano: il segreto dell'universo, la verità sul senso della vita, la morte, lista dei pianeti abitati, gli dei dell'universo e tante altre. Mi resi conto che avrei potuto conoscere ogni cosa, ogni aspetto dell'esistenza, ogni segreto dell'universo. Il mio obiettivo era un altro, ma perché non provare a scoprire alcune delle tante verità nascoste, che non avrei mai potuto scoprire in altro modo? E poi, come trovare ciò che stavo cercando? Come ricevere informazioni sugli dei, sui viaggi attraverso l'universo? Lessi nuovamente il sommario, tentando di mettere da parte la meraviglia per concentrarmi su ciò che mi interessava. Sicuramente, il capitolo su cui mi sarei dovuto focalizzare era "Gli dei dell'universo". Mi lanciai su quelle pagine, scoprendo una sorta di elenco in ordine alfabetico, come se parlare di dei in termini realistici fosse la cosa più normale del mondo. Passai da un nome all'altro, fermandomi quando lessi Remlah, non so perché avessi scelto quello tra i tre. Ma invece di leggere approfondimenti su descrizioni e storia, una sola frase iniziava e concludeva la voce.

Hai già fallito una volta, avrai solo un'altra possibilità ma non fidarti di nessuno. Hai poco tempo.

Chiusi il libro porgendolo al mio compagno di falò.

«Hai trovato quello che cercavi?» mi chiese lui, notando la mia espressione dubbiosa.

«Forse, non ne sono sicuro», risposi di istinto.

Continuavo a pensarci ma l'indicazione appariva vaga come al solito. Probabilmente sarebbe stato meglio leggere le risposte a tutte le domande della vita, sempre se ci si poteva fidare, iniziavo a dubitare. Cosa avrei dovuto fare se a casa mia avessi ancora trovato l'ospite? O magari era stata proprio lei a drogarmi in qualche modo e tutto il viaggio era stato compiuto solo con la mente. Avrei dovuto allontanarla in qualche modo, aspettando il prossimo segno o il prossimo evento rivelatore. Almeno ero di nuovo in corsa, in questa avventura, in questo percorso verso una sicura sconfitta.

«Devo andare via».

«Viaggiare di notte non è sicuro. Che ne dici di riposare qui, con me che faccio la guardia e partire alle prime luci?».

«Potrei fare anche così, non sono neanche certo di orientarmi facilmente. Con la luce sarebbe più semplice».

Quella notte non dormii quasi per nulla, troppa adrenalina, troppi pensieri. Quelle parole davanti a me che mi trasportavano in altre dimensioni, in una realtà completamente diversa da tutto ciò che conoscevo. L'avevo appena toccata, perso com'ero nella ricerca della salvezza per il genere umano. Ifid, Remlah e Syushan erano quasi qui, quasi giunti a regnare sulle macerie di una civiltà un tempo fiorente, anche se incapace a dimenticare il retaggio violento che l'aveva sempre caratterizzata.

L'indomani salutai il mio nuovo amico, quasi gli chiesi il libro in regalo, poi mi incamminai a testa bassa verso la mia ultima occasione.

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