§
"In principio, Dio creò l'universo."
Quante volte vi è capitato di sentire quest'espressione? Migliaia probabilmente, e tutte le migliaia di volte era sbagliata.
Va a sottintendere che la prima cosa creata sia stata l'universo. Ma voi sapete quante parti formano l'universo? Sennò perché i giorni della creazione sarebbero stati sette...
Quella parte di universo che interessa a noi, fu creata nel quarto giorno.
Furono infatti creati in quel preciso giorno gli astri, le stelle, i pianeti, i sistemi, le galassie, le nebulose... e presente a tutto questo c'era Crowley. Innamorato infinitamente di ognuna di queste cose.
Chi era Crowley, vi chiedete?
Nessuno, solo un inguaribile romantico a cui gli occhi al tempo brillavano come le stelle che tanto amava. Ma se vi parlo di lui potreste far fatica a capire chi sia.
Nel libro della genesi, nella Bibbia, nei testi cristiani non ricorderete probabilmente alcun Crowley, perché al tempo questo non era il suo nome.
Solo poi lo cambiò. Per ribellione, per sfregio, per autoaffermazione... non c'era un solo motivo in realtà, ce n'erano troppi, al culmine di tutti il senso di tradimento che aveva provato quando quello accadde.
E fu proprio dopo quello che lui divenne Crowley. Prima però era conosciuto con un altro nome: Rafael. L'angelo che creò le stelle, gli astri, i pianeti, le nebulose...e tutte le cose che abbiamo già elencato prima.
Rafael amava ognuna delle sue creazioni, come fossero delle figlie: amava le stelle perché erano la luce dei suoi occhi, amava le nebulose perché erano un'esplosione di colori brillanti e frammenti confusi di bianco accostati a quei ricorrenti spaccamenti rossi che aveva fatto in modo di inserire un po' ovunque prima di quello, amava i pianeti perché erano forse tra i suoi capolavori più grandi, che con il loro complesso sviluppo potevano portare anche alla formazione di nuove affascinanti creature, nuove interessanti vite, come nel caso della Terra. Tra tutte però lui adorava ancor di più Alpha Centauri: un piccolo sistema stellare della costellazione del centauro a cui lui era legato particolarmente.
Nessuno capì mai il perché: forse per la composizione caratteristica con cui l'aveva creata, o per la peculiare posizione che la rendeva così luminosa in determinati periodi dell'anno. Fatto sta che l'adorava e avrebbe voluto che tutti la guardassero come lui.
Ma quando avevano deciso di creare la Terra, tutto era crollato: le stelle, le nebulose, esistevano solo per intrattenere gli umani e per affascinarli, se le notavano cosa che non sarebbe accaduta prima di qualche millennio, fino a quando qualcuno fondò la NASA. Ma fino all'arrivo di quel momento, il piano divino prevedeva che gli astri servissero solo ad una cosa: permettere agli uomini di scandire il tempo. Un capolavoro di quella grandezza, complessità, bellezza, non lo avrebbe mai visto nessuno. Solo i corpi più vicini a quell'insulso pianetino forse sarebbero stati visibili, ma solo come punti di luce deformi troppo intensi per poter essere ammirati come Rafael avrebbe voluto.
E non lo avrebbe nemmeno saputo, se non fosse stato per un angelo un po' maldestro che si era perso in quell'angolo del cosmo e che aveva iniziato a parlare con lui.
Lui non gli aveva detto il suo nome, in quell'esatto momento era così euforico che non era minimamente interessato a questi particolari, ma l'altro angelo gli aveva detto il suo: Aziraphale.
Non lo aveva mai sentito nominare prima, come per moltissimi altri angeli in realtà, visto tutto il tempo passato a pianificare e progettare ogni dettaglio dell'universo. Ma era decisamente grato che tra tutti gli angeli avesse incontrato lui.
STAI LEGGENDO
Over the Stars (Aziracrow One-Shot)
Hayran Kurgu"È mai possibile sentire la pelle bruciare per un lieve contatto? Ricordare così tanti piccoli dettagli di una persona, al punto di dimenticarsi di sé stessi? Essere disposti a rinunciare a tutto per una sola anima? Crowley avrebbe rinunciato anche...