Capitolo 17

645 17 10
                                    







A casa Di Salvo vi è un via vai di persone addolorate, la porta d'ingresso è aperta dalla cucina proviene odore di caffè appena fatto. La sala da pranzo è stata allestita per accogliere il corpo di Ezio, recuperato da quella lurida fabbrica abbandonata.
Donna Wanda è riversa sopra la bara scoperta di suo figlio, il volto privo di trucco e bianco, rigato dalle molteplici lacrime.
Le mani toccano il viso freddo e cadaverico di Ezio, il rigor mortis è sopraggiunto mentre i becchini preparavano il suo corpo per la veglia funebre. Le donne del quartiere indossano abiti scuri e pregano per l'anima del defunto, cercano di dare sollievo e speranza a Donna Wanda pur sapendo che dentro è distrutta.
Le sue urla di disperazione e collera le sentirono tutti nel quartiere, quando Bruno portò la notizia della dipartita del ragazzo, lei perse ogni controllo.
Non si è mai fatta vedere debole e vulnerabile davanti a nessuno, e adesso guardarla inerme sulla bara del figlio la rende umana, le difese sono state abbassate ora è una donna come tutte le altre.
Gli uomini dell'impresa funebre arrivano per prendere la salma e portarla nel luogo di riposo, un prete ha benedetto il corpo del giovane alle prime luci dell'alba.
Appena vede i due delle pompe funebri arrivare cerca di scacciarli, vuole impedire loro di portare via suo figlio, ma alcune donne più fedeli la tirano via nonostante lei sbraiti e scalci.
Si aggrappa alle braccia di una di loro con disperazione, guarda il coperchio in legno scuro coprire la bara e suo figlio sparire sotto di essa.
La portano in bagno per darsi una sistemata e poi uscire di casa, il carro funebre è sotto il portone. Gli uomini inseriscono il feretro nel retro dell'auto, appoggiano sopra di esso una ghirlanda di fiori bianchi per poi dirigersi verso il cimitero. 

"Ci troviamo qui, in questo luogo avvolti dal silenzio, per dire addio a un figlio che ha lasciato un segno indelebile nelle nostre vite.
Ezio non era solo un amico, era un fratello di cuore.
Il suo spirito indomabile, la sua energia lo hanno reso l'uomo che è diventato per i suoi familiari. La sua scomparsa ci ha lasciati sgomenti, ma oggi, mentre piangiamo la sua assenza, voglio anche celebrare la vita che ha vissuto.
Oggi, mentre ti salutiamo, la tua luce continuerà a brillare nei nostri cuori e nei nostri ricordi. E anche se il dolore della tua assenza è profondo, i tuoi cari trovano conforto nel sapere che, ovunque tu sia, stai guardando su di noi con quel tuo sorriso inconfondibile.
Addio, Ezio. Noi tutti ti porteremo sempre nel cuore"

La bara viene calata nella fossa scavata in precedenza, le persone presenti danno l'ultimo saluto e man mano lasciano quel luogo, Donna Wanda è l'unica che rimane fino all'ultimo.
Dentro di lei oltre la sofferenza per vedere il proprio figlio sotto terra, vi è anche un odio profondo e sete di vendetta per colui che ha ammazzato suo figlio.
Bruno arriva accanto a lei, la testa china e le mani incrociate la donna sussurra delle parole precise, la sua smania di vendetta è forte, ordina di radunare i suoi uomini per trovare l'assassino di Ezio.
Dopo aver acceso dei ceri e lasciato fiori freschi, porta le dita alle labbra poi sopra la lapide lucida, giura al figlio che non avrà pace finchè non troverà il colpevole della sua dipartita. 


Ciro sbraita al telefono contro i ragazzi che erano insieme a lui la notte della retata alla fabbrica abbandonata, lui sapeva che io ero lì era pronto per trarmi in salvo, sia me che suo nipote, e invece sono finita con il nemico.
Non è arrivato in tempo per portarmi via da quel luogo, lui e i ragazzi si sono scontrati con gli uomini di Ezio.
Entrambe le fazioni hanno perso alleati, la guerra continua.
In una delle stanze più precisamente nel salone centrale, Ciro ha trovato il corpo senza vita di Ezio Di Salvo, era morto da qualche ora sapeva che appena sua madre lo avrebbe trovato, si sarebbe scatenato il caos in città.
Ha fatto in modo che uno degli uomini di Donna Wanda lo trovasse, dopo aver perlustrato tutta la fabbrica rendendosi conto che di me non vi era traccia.
Lui però non sa che sono andata via con il nemico di mia spontanea volontà, tutto per salvare mio figlio.
Uno degli uomini di Alina ha fatto in modo che Momi trovasse Ciro, ha mantenuto la parola non facendogli del male.
Ciro ha portato Momi a Riva Fiorita, nel nostro posto segreto, lui ha raccontato tutto a mio fratello.
Ogni cosa di Alina e di nostro padre.
-È difficile da credere, ma è tutto vero zio-
-Rosa è ghiut cu ess?-
-Lo ha fatto per salvarmi...-
-Ma accussì nun tenimm possibilità pa salvà- Dice Edo a Ciro, nessuno dei due si aspettava che
avessi deciso io di andare via.
-Lei sa quello che fa, quella donna ha delle cose da dirle-
-C' cos?- Chiede Ciro.
-Del vostro passato zio, lei sa tante cose, anche del nonno-
Ciro non riesce ancora a credere alle sue orecchie, questa Alina, non può davvero essere la nostra sorellastra, la figlia di nostro padre.
Papà aveva molti segreti, nemmeno la mamma lo conosceva veramente come lei credeva.
Ha conosciuto la madre di Alina quando era ancora sposato con nostra madre, non so se lei sapesse ma Ciro diceva spesso che quando lui tornò a casa loro iniziarono a litigare spesso.
In casa nostra si respirava aria malsana.
Se mamma l'aveva scoperto, forse è stato questo il movente che ha spinto nostro padre ad organizzare l'incidente che le ha tolto la vita.
-Tutt' chesta storj è assurda, chell stev rind all'ipm. Si vulev fa coccos a soret, l'ess fatt la dind...-
Momi si gira verso Edoardo dopo aver ascoltato le sue parole, risponde che lei ci ha provato a farle del male, ma che non è riuscita nel suo intento.
-Mo c' facimm?- Chiede ancora Edoardo frastornato da tutta questa situazione.
-Nun o' sacc Eduà...ij nun ce crer e voglj sul truvà a Rosa-
-Patet nun er nu sant-
-Comm' pur patet no?-
Edo annuisce ma dice anche che qui non si sta parlando di suo padre, ma del loro e della persona che dice di essere la nostra sorellastra.
Ciro prende una sigaretta dal pacchetto sopra il tavolo, ha bisogno di pensare a cosa fare, non sanno dove si trovi in questo momento Alina, alla fabbrica non vi era traccia se non tracce di ruote e impronte fresche.
Dopo poco Edoardo si aggiunge a Ciro in balcone per fumare, Momi resta in salotto sfoglia distrattamente una vecchia rivista, mentre i due parlano di come agire.
-Cirù o' guaglion nu pò sta ca, o' sai a ro adda ij-
Ciro annuisce, dice che è pericoloso.
-Tien o' nummer e Carmel, chiamml accusì so ven a piglià-
-Nun o' pozz fa, fall tu-
-Pcchè?-
-Ij e Carmel nun ce parlamm chiù-
-Che succies tra tutt' e duj?-
-È difficil a spiegà Ciro, nun ne voglj parlà-
-P' chest nun vaj chiù a truvà a Ciruzzo?-
-Iss nun m' vo verè, e ten ragion. Ij nun so stat nu buon pat fa buon a m' schifà-
-Ma c' dic iss te vo ben, pur si e fatt o' strunz ca mamm-
-Tu nun saj tutt'cos Ciro, pcciò m'aggio alluntanat pur a Rosa. Lor so cumpagn, e pò o' saj soret comm a penz-
Momi che sente i loro discorsi si avvicina alla porta finestra e dice a Edoardo che si sbaglia, Ciro non lo odia, a lui manca suo padre.
Racconta che spesso quando viene a casa nostra e resta a dormire, vede il modo in cui Carmine si comporta con loro in cuor suo soffre, anche se lo nasconde bene.
-Ciro non ti odia, tu gli manchi ma non riesce a dirtelo-
-Te la ritt iss?- Chiede Edo, Momi scuote la testa e risponde che non ce bisogno che lo dica, è palese che è così.
Ciro dice a Momi che deve raggiungere le sorelle e suo padre, non può restare con loro è pericoloso.
-Non posso lasciare la mamma-
-Ti prometto che la troverò, ma tu non puoi rimanere- Gli dice Ciro e Momi sa che non gli permetterà di restare, è stato un miracolo averlo trovato vivo e in salute, adesso è il momento che lasci Napoli. 

Nisciun è comme te p' me [Piecurosa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora