Capitolo 7

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Alec 's Pov

La toccavo, la stavo accarezzando, e sembrava come se qualcosa si stesse accendendo dentro me.
Stavo diventando dipendente da un umana.
Continuai a fissarla, in quel momento, per la prima volta, avrei voluto essere umano per chiudere gli occhi ed addormentarmi, tra le sue braccia.

Forse, con il suo aiuto, sarei diventato meno sadico, meno odioso.

Passarono le due ore, e mi decisi a svegliarla, ero restato a guardarla tutto il tempo, ma da lontano.
Non riuscivo a resisterle, avevo paura di ucciderla.
Gli umani quando dormono sono molto strani.
La smossi leggermente, e poi le dissi che eravamo arrivati.
Si svegliò subito, ma si girò verso di me e mi sorrise, con le guance arrossate era mille volte più bella.
Ma che diavolo stavo pensando?

Si alzò dal letto e sistemò il vestito nero che le arrivava soltanto a metà coscia, poi afferrò la sua borsa ed uscì dalla cabina, ed io la seguì.
Erano seduti tutti assieme, e quando dico tutti, intendo anche Demetri e Felix.
I vampiri si stavano per estinguere o cosa?

"Stavo per chiedere come avete dormito, ma poi mi sono ricordata"
Disse Madison, da quando sapeva dei vampiri? Era sempre così sbadata..
Le rispose Esme.
"Bhe, sono sicura che se potessimo dormire, avremmo dormito molto bene amore"
Che schifo, l'aveva appena chiamata amore.
"Ma non ho capito, chi sono i genitori di sta qui?"
Chiese Demetri, con la sua solita gentilezza, motivo per il quale eravamo migliori amici.
Alla sua domanda rispose la diretta interessata.
"Come ben sai, l'unica figlia biologica che c'è qui dentro è Reneesme, nonché un ibrido, quindi la domanda mi sorge spontanea, sei stupido di natura o lo fai?"
Demetri ringhiò, e si alzò pronto ad attaccarla.
"Toccale un solo capello e ti spezzo in due, Demetri."
Dissi appena lo vidi avvicinarsi a lei, non so perché lo dissi, che diavolo me ne importava?
Ebbero tutti la mia reazione, anche Madison.
Il segugio si sedette nuovamente, innervosito, e la ragazza si girò verso di me per ringraziarmi con un mezzo sorriso.
"E comunque, intendevo chi ti ha adottato?"
Disse lui.
"È complicato.
La mia vera madre mi cacciò di casa quando avevo solo quattro anni, mio padre con me era molto violento, e si lasciò con mamma quando avevo tre anni, ma continuavano a vivere sotto lo stesso tetto.
Ricordo ancora le urla mentre pregavo papà di smetterla, mentre vedevo mia madre a pezzi.
A trovarmi fu zio Jasper, ero terrorizzata, non mi reggevo nemmeno in piedi per quanto avevo corso per mettermi a riparo.
Ed ora arrivo alla tua domanda, "chi ti ha adottato?" Ti rispondo Edward e bella.
Hanno sempre avuto un senso materno e paterno per me, e non mi interessa chi siano i miei veri genitori, loro mi hanno cresciuto, tutti mi hanno cresciuta.
Se sono qui oggi, per quanto mi dispiaccia essere qui con te, l'atro e l'altro ancora, devo solo ringraziare tutti.
I miei zii, i miei nonni, i miei genitori e mia cugina."
A sentirla parlare di quello che aveva passato mi creò rabbia, ma come si faceva ad abbandonare la propria figlia?
Vabbè, parlo io che uccido la gente per nutrirmi.
Ma che diavolo dico? Mi sto sentendo in colpa? O Gesù.
"Sei molto legata a loro, vedo"
Dissi.
"Toccatemi tutto, tranne la famiglia."
Mi rispose lei, girandosi verso di me, non riuscivo a capire se le parole erano in generale, o per me.

L'incubo è solo la notte. / Alec volturi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora