Capitolo 11

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Madison 's Pov

Arrivammo a casa all'alba, ero stanchissima, volevo dormire.
Non mi feci nemmeno la doccia, mi distesi sul letto e decisi di dormire almeno due orette.
Il mio sonno fu breve, dato che Alec decise di svegliarmi e disturbarmi, lo stavo odiando, volevo dormire.
Erano le otto del mattino, con i capelli legati e gli occhiali, scesi al piano di sotto assieme ad Alec, mamma mi stava preparando la colazione, appena arrivai mamma mi passò un bicchiere con del succo d'arancia, che era il mio preferito.
"Fai odore di acqua marina, ed hai i capelli sporchi, dove sei stata amore?"
Mi disse mamma, che le dicevo ora?
"C'è qualcosa che non va Madi?"
Disse papà affiancando mamma, posò lo sguardo su Alec pronto ad attaccarlo.
"No, sto benissimo, mai stata meglio, ora mi lasciate andare?"
Dissi, guardando papà negli occhi, speravo non mi leggesse il pensiero
"Ti sei divertita al mare?" Mi chiese quest'ultimo, odiavo quando mi leggeva la mente
"Non avevamo stabilito che non mi avresti letto la mente per privacy?"
"Edward! Lasciala stare, è una ragazzina anche se fosse andata al mare? Non fa niente"
Disse mamma, capendo la situazione
"Anche se fosse? È stata con Alec, senza avvisare nessuno, alle tre di notte, ti sembra normale che una ragazzina di quindici anni esca di notte senza avvisare?"

"Era con me, sta bene, calmati adesso."
Rispose al posto di mamma Alec, mettendosi davanti a me.
"Non esci di casa per due giorni Madison"
"Spero tu stia scherzando papà!"
Mi stavo innervosendo, sembravano tutti divertiti da questa piccola litigata
"No non sto scherzando, e per quanto riguarda te, stalle alla larga"
Disse ad Alec, ritornando a sedersi
"Sai anche tu che non posso, Edward.
Devi accettarlo e basta!"
"Dovrei accettare che ti porti a letto mia figlia? Ha quindici anni, avevamo stabilito che doveva fare esperienza e crescere."
Disse alzandosi, sentii lo sguardo di tutti addosso, che figura di merda.
"Calmiamoci ok? Papà smettila, e tu Alec, smettila anche"
"È grande abbastanza da capire con chi vuole fare le prime esperienze"
"Potevi ucciderla lo capisci?"
Rispose papà ad Alec mi intromisi nuovamente nella discussione
"Ma non è successo, quindi, pace e amore, la smettete ora?"

Papà si arrese e si risedette sul divano ancora nervoso, ed io lo seguì.
Jane mi guardò e notò la mia collanina, posò poi lo sguardo su Alec qualche secondo.
"Ti sta bene quella collanina"
Mi disse lei, era seria?
"Oh grazie, me l'ha regalata Alec"
"Prenditene cura, Madison"
Disse, riposando lo sguardo su Alec che si era seduto al mio fianco
"Di Alec o della collana?"
Chiesi, da una parte ironicamente e dall'altra no
"Entrambe le cose."
Arrivò zia Alice in stanza contenta e disse
"Visto che ieri abbiamo fatto una cosa molto piccola, ho deciso assieme a Bella, Rosalie ed Esme di invitare tutti i tuoi amici qui da noi"
Cosa? Era fantastico, non vedevo l'ora
"Evvai altri umani da sopportare"
Commentò Demetri ironicamente
"Per nostra sfortuna, arriveranno anche gli altri Volturi"
Commentò poi zia Rosalie.
"Fa nulla, ora alzati Madison, dobbiamo andare a comprare il vestito giusto"
Mi disse zia Alice, lo dovevo immaginare.
"Ma io dovrei sistemarmi, sono ancora sporca di sale"
"Di sale? Perché che hai fatto?"
Disse nonno, entrando in stanza
"Niente! Assolutamente niente"
Demetri scoppiò a ridere, assieme ad alec
"Mi avete rotto voi due, state zitti"
Dissi, salendo poi in camera mia.

Demetri 's Pov

Alice mi aveva incaricato di guidare l'auto, stupidi Cullen, perché tutte a me?
Per lo più, dovevo consigliare a Madison i vestiti mentre le tre ne prendevano altri.
Che diavolo ero? Il segugio migliore del mondo o uno stilista?

Madison scese le scale velocemente, dopo essersi sistemata; indossava un jeans a vita basta leggermente largo ed una canottiera bianca, classici vestiti di una quindicenne.
Salimmo tutti in macchina, e dopo poco arrivammo; come avevamo accordato andai con Madison ai camerini, mentre le tre cercavano altri vestiti.

Uscì dal camerino con il primo vestito; era blu elettrico, abbastanza stretto, senza spalline e arrivava sopra il ginocchio
"Un po' troppo serio per una festa"
Dissi, rientrò subito ed uscì con il secondo; era celeste e veniva tenuto da due laccetti legati al collo, la schiena scoperta e le calzava largo.
"Non mi piace, cioè è carino ma non te lo vedo"
Entrò di nuovo, era in piena crisi, non sapeva cosa fare.
Mi guardai attorno ed afferrai un vestito rosso, che le porsi.
Lo indossò ed uscì di nuovo; le calzava perfettamente.
Aveva le spalline abbastanza sottili, ed uno scollo a cuore che faceva intravedere il suo seno, anche con questo aveva la schiena quasi scoperta, c'era un gioco di lacci che gliela circondavano, arrivava sotto al sedere, ed era stretto.
Le stava perfettamente, la valorizzava un sacco
"Che ne pensi?" Mi disse
"Penso che ci stai benissimo, prendi questo fidati."
Le risposi e poi entrò nel camerino, ma mi chiamò subito dopo dicendomi che non riusciva a slacciarlo.
Entrai dentro il camerino e chiusi la porta, le spostai i capelli ed iniziai a slacciarlo
"Tieni i capelli sciolti stasera e fatti i boccoli, ci stai divinamente."
Le dissi, lei arrossì, l'avevo visto dallo specchio.
"Non hai paura a stare in camerino con un vampiro?" Le sussurrai.
"Dovrei? Mi sembri fin troppo innocuo"
Mi rispose, non dissi nient'altro, e finì di slacciarlo, le passai un dito lungo la schiena e le lasciai un bacio sulla spalla
"Mai dire mai"
Volevo solo divertirmi, probabilmente, volevo portarmela a letto perché era davvero bella, ma non potevo.

(Aggiorno mercoledì sono in vacanza)

L'incubo è solo la notte. / Alec volturi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora