Capitolo 13.

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Madison 's pov.

I mesi passarono, ne passarono tanti da diventare un anno.
Io stavo bene, i volturi ormai erano miei amici, e con la mia famiglia andava sempre tutto bene.
Il problema era Alec.
Il problema ero io.
Una mattina mi sono svegliata, e mi sono messa in testa che io non ero destinata a lui, che lui non era quello giusto.
Dopo la notte del mio compleanno, dove Alec mi sverginò, successero tante cose.
Io e lui imparammo a conoscerci, ma più lo sentivo vicino più vedevo che lui provava a nascondere il vero motivo che lo spingeva a stare al mio fianco.
Lui voleva il mio sangue.
D'altro canto però, se mi avesse morso ed uccisa, avrebbe avuto un vuoto per sempre.
Allora, non mi sono più fatta toccare, pian piano l'ho fatto allontanare da me.
Mentivo a me stessa ed a chi mi stava attorno, dicendo che non mi mancasse.
La verità era che mi distruggevo da sola.
I mesi passarono, ma con loro arrivarono i primi problemi.
A scuola non andavo più bene, le sigarette erano aumentate, così come erano aumentate le sere fuori a bere.
Tutti se ne erano accorti, io mi stavo spegnendo.
Alec se ne andò da casa Cullen, ritornando a Volterra, tornava ogni tanto, ma perchè aveva stretto buoni rapporti con zio Emmett.
Anche se, in cuor mio, sapevo che lontano da me non sapeva stare.
Come io non sapevo stare lontana da lui.
Ormai avevo fatto sedici anni, lui al mio compleanno non si presentò.
Mi fa così ridere il pensiero che un anno fa eravamo abbracciati sulla spiaggia in cui mi trovo adesso.
Guardo il mare, in cerca di ricordi, mentre il vento mi scombina i capelli e mi spegne la sigaretta che ho tra le dita.
In quest'anno, ho imparato ad avere uno stile tutto mio.
Indosso un top a maniche lunghe nero, dei baggy e delle air force, le mie unghie sono rosso vino e lunghe, arrotondate.
Zia Alice ha fatto fatica ad accettare che non avevo più bisogno dei suoi consigli.
In quest'anno, ho litigato varie volte con papà per come ero diventata.
Io però, mi sentivo non capita.
Non accettata.
Ero diventata schiava di una società che non mi apparteneva.
Una domanda mi venne spontanea in tutti questi mesi.
Ma se non riuscivo a trovare la voglia di vivere una vita, come avrei fatto un giorno a vivere per l'eternità?
Questa domanda fu l'inizio di tutti i miei dubbi.
Forse io non ero fatta per essere amata.
Infondo nemmeno l'uomo che per forze esterne era legato a me per sempre combatteva per me.
Ed eccomi qui, come la sera dopo la festa del mio quindicesimo compleanno, con mezza sigaretta tra le dita e le lacrime che mi sporcano il viso.
Forse io, in fin dei conti, meritavo questo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 14 ⏰

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L'incubo è solo la notte. / Alec volturi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora