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La mia storia, come quella di tanti altri, è fatta di luci e ombre, di trionfi e cadute. Ma nel mio caso, le ombre sembrano sempre prevalere, avvolgendo ogni angolo della mia esistenza. Da quando ho memoria, il mio mondo è stato un alternarsi di intensi alti e bassi, tipico del disturbo bipolare di tipo 2 a ciclo rapido. Gli sbalzi d'umore sono così frequenti e imprevedibili che sembrano danzare al ritmo di una musica che solo io posso sentire.

Non è stato facile convivere con una mente che si ribella costantemente contro se stessa. Gli episodi di depressione profonda mi annegano in un mare di disperazione, mentre le fasi ipomaniacali mi spingono a comportamenti impulsivi e spesso autodistruttivi. In aggiunta, il disturbo borderline e il disturbo narcisistico di personalità rendono ogni interazione umana una sfida complessa e dolorosa.

Il mio passato è segnato da traumi che hanno lasciato cicatrici profonde. Ho trascorso periodi in psichiatria, cercando di trovare una via d'uscita da questo labirinto mentale. Ho subito abusi narcisistici dal mio primo ex, un narcisista patologico che ha manipolato e distrutto la mia autostima. L'ambiente familiare non era da meno: i miei genitori, possessivi, autoritari e convinti della loro superiorità, hanno contribuito a creare un clima di costante tensione e insicurezza, trasmettendomi un modello di instabilità emotiva che ha solo aggravato il mio stato.

Per anni, ho cercato rifugio nei videogiochi, in particolare in League of Legends. Era una forma di fuga, un modo per anestetizzare il dolore e la confusione che mi attanagliavano. Trascorrevo intere giornate e notti immersa in quel mondo virtuale, ossessionata dalla necessità di vincere, di controllare almeno qualcosa nella mia vita caotica.

Le relazioni che ho intrapreso non sono state migliori. Erano relazioni tossiche, dominate da bugie, manipolazioni e dipendenze emotive. Ero una bugiarda, una manipolatrice, incapace di stabilire legami sani e autentici. Il mio comportamento, frutto della disregolazione emotiva, era imprevedibile e spesso devastante per chi mi stava intorno.

La disregolazione emotiva è una costante nella mia vita. Ogni piccolo evento, ogni parola o gesto, può scatenare una reazione esagerata, un'esplosione di emozioni che non riesco a controllare. Questa vulnerabilità emotiva, unita alla mia tendenza a vedere tutto in bianco e nero, rende ogni giorno una battaglia contro me stessa.

Il rapporto con mia madre è particolarmente complesso. Lei, come me, è una sopravvissuta in un mondo che sembra fatto apposta per farci cadere. Ma invece di unirci, le nostre difficoltà ci hanno allontanato, creando un solco profondo di risentimento e dolore.

Non sono mai stata credente. La spiritualità, per me, è sempre stata un concetto estraneo, lontano dalle mie esperienze quotidiane. Ma in quei momenti di profonda solitudine, mi sono trovata a cercare qualcosa di più grande, una forza che potesse darmi la speranza di un domani migliore.

Eppure, in mezzo a tutte queste ombre, ci sono stati momenti di luce. Quei rari istanti in cui, grazie alla terapia e al supporto delle persone che mi sono state vicine, ho trovato la forza di alzarmi e continuare a lottare. Ho imparato che accettare le proprie vulnerabilità non significa arrendersi, ma riconoscere il proprio valore nonostante le difficoltà.

Ogni giorno è una sfida, un passo in un terreno incerto. Ma è anche un'opportunità di crescita, di scoperta, di riscoperta. La mia storia non è solo quella di una persona con disturbi mentali e traumi. È la storia di una guerriera, di una sopravvissuta, di una donna che, nonostante tutto, continua a cercare la luce.

Le relazioni tossiche e le dipendenze emotive continuarono a essere una sfida, ma con il tempo imparai a riconoscere i segnali di pericolo e a prendere decisioni più sane per il mio benessere. Le amicizie autentiche e il supporto delle persone care divennero fondamentali nel mio processo di guarigione. Imparai a fidarmi di nuovo, a costruire legami basati sulla sincerità e sulla condivisione reciproca.

Nonostante tutte le difficoltà, non smisi mai di cercare la bellezza nella vita. Quei piccoli momenti di gioia, le risate con gli amici, le passeggiate nella natura, divennero i pilastri della mia esistenza. Ogni giorno era un'opportunità di crescita, di scoperta, di riscoperta.

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