Capitolo 2

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Simone ha messo l'annuncio in bacheca dell'università già da tre giorni ma ancora non ha ricevuto nessuna telefonata, non era stato molto convinto fin da subito e ogni giorno che passa senza essere contattato lo conferma. Spera di fare almeno buona impressione per il lavoro al locale, è lì che si sta dirigendo adesso, seguendo le indicazioni date da Laura.
È un po' nervoso, non perché abbia paura di lavorare, non lo ha mai fatto solo grazie ai suoi genitori che gli hanno permesso di dedicarsi solo allo studio, anche se lui si era proposto più volte di cercare qualcosa per dargli una mano, è nervoso perché è troppo importante ottenere questo impiego e ha paura di non riuscire a piacere alla proprietaria. 

Ma mezz'ora dopo esce soddisfatto, è riuscito ad ottenere il lavoro ed inizierà la sera stessa, non è esattamente il suo ambiente ma stringerà i denti almeno finché non gli verrà in mente qualcos'altro.

Mentre è a casa a studiare riceve una chiamata da un numero sconosciuto.

È un ragazzo per le ripetizioni, ha una voce familiare ma non ricorda dove l'ha sentita, comunque ha fissato per la prima lezione il giorno dopo, così dopo essersi fatto dare l'indirizzo di casa riattacca soddisfatto.

Si è dimenticato di chiedere il nome. Ma non può richiamarlo solo per chiederglielo, lo farà direttamente domani.

Qualche ora più tardi Simone è pronto per la sua prima sera di lavoro, Laura ha deciso accompagnarlo, tanto troverà sicuramente qualcosa da fare nel locale.

"Comunque potevi metterti pure qualcos'altro"

"Che c'è che non va?"

"Indossi pantaloni di velluto e un golfino e mi chiedi cosa c'è che non va?"

"Fa freddo e sono comodi"

"Era comoda anche una camicia comunque"

"Ce l'ho sotto"

"La vedo, ma non intendevo quel tipo di camicia"

"Va beh comunque siamo arrivati" dice Simone infastidito da questi continui commenti sui suoi vestiti.

Laura si mette ad un tavolo e presto è avvicinata da altre persone con cui si mette a ballare poco dopo. Simone tra uno scontrino e l'altro osserva i clienti e si chiede ancora una volta perché spendere tutti quei soldi per bere alcol e dondolare in mezzo ad altre persone rischiando anche di farti pestare i piedi continuamente.
Sono tutti vestiti con abiti costosissimi che probabilmente dopo stasera finiranno in un angolino dimenticato dell'armadio per poi comprarne altri e altri ancora.

"Ciao, mi fai pagare due drink?"

Simone si volta e davanti a sé c'è quell'idiota incontrato all'esame, come si chiamava? Cerca nella memoria il momento in cui è stato chiamato dal professore. Manuel Ferro.

"Certo, venti euro"

"Uno sconto per me no?"

Prima un riassunto ed adesso un sconto.

"Perché mai dovrei?"

Manuel non sa come fa a ricordarsi di quella persona assolutamente anonima incontrata giorni prima, ma appena i suoi occhi hanno incrociato quelli dell'alto gli è tornato in mente.

"Perché me devi delle scuse"

"Delle scuse?"

"Mi hai trattato male l'ultima volta che ci siamo visti"

"L'ultima volta che ci siamo visti è stata anche la prima e speravo volentieri fosse l'ultima"

"Quindi nun è che te giravano l'altra volta sei proprio stronzo de tuo"

Come tu mi vuoi // Simuel VersionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora