Simone arriva al bar dove il professore lo sta aspettando, già seduto ad un tavolino mentre si guarda intorno fino ad arrivare con lo sguardo su Simone. Sorride. E a Simone quel sorriso mette un po' i brividi, non lo aveva mai notato oppure semplicemente non gli era mai stato rivolto prima. Ma mentre fino ad un attimo fa le nuove attenzioni che riceveva lo facevano sentire bene, adesso si sente a disagio.
"Buongiorno professore"
L'uomo si alza in piedi e mette una mano sulla spalla del ragazzo.
"Ti prego Simone chiamami Gabriele"
Sconveniente
Mette su un sorriso finto e annuisce.
"Ha let - hai letto il materiale che ti ho inviato?"
"Diretto al punto, mi piace"
"Sì.. Solo che ci tengo veramente tanto, ho lavorato troppo per arrivare fino a qua e vorrei finire il mio percorso di studi nel migliore dei modi"
"Sarà così Simone" allunga una mano e la appoggia sulla sua muovendo pigramente le dita sulla pelle piena di brividi del ragazzo "con me vedrai che finirai splendidamente e avrai moltissime possibilità fuori dall'università, ma adesso godiamoci questo caffè. Dimmi un po' di te"
Scoveniente sconveniente sconveniente
"Cosa vuol - vorresti sapere?"
"Non lo so Simone, cosa fai a parte studiare per esempio"
Simone. Come dice la s gli ricorda un po' il suono che fa un serpente e in cinque minuti il suo nome lo ha già ripetuto troppe volte. Troppi sorrisi. Troppi contatti. Ma a lui l'aiuto del professore serve, è quasi arrivato dove vuole arrivare da sempre, basterà sorridere e stare al gioco per un po', no? Cosa mai potrà succedere?
"Non saprei, vivo con la mia migliore amica e in realtà non faccio molto oltre allo studio, a parte lavorare nel locale qua di fianco alcune sere"
"Nel locale qua a fianco? Magari qualche sera passo a trovarti allora" e di nuovo muove le dita sul polso di Simone, provocando un'altra serie di brividi, così con nonchalance toglie il braccio del tavolo.
"Ma certo, quando vuoi" Simone se fosse uno spettatore esterno si odierebbe per tutti i sorrisi falsi fatti negli ultimi minuti.
Non sei diverso dagli altri
No io ho lavorato tanto, me la merito questa possibilità
Ma non così
Vibra il cellulare, Simone si scusa con Gabriele e legge il messaggio:
Stanotte guardavo il cielo, ma per la prima volta non c'era niente di poetico, senza di te niente lo è
Gli si forma un groppo in gola, non può cascarci di nuovo, è stato preso in giro troppe volte e adesso sta a lui condurre i giochi.
Me lo merito
Rimette la mano sul tavolo e lascia che quella del professore torni a sfiorarlo, ignorando i brividi che di nuovo tornano a percorrergli la schiena.
La sera stessa Simone è intento a discutere con uno che, come succede ogni sera che è al locale, nessuna esclusa, cerca di convincerlo ad avere dei drink gratuiti.
"Nemmeno se t'aspetto quando finisci il turno? T'assicuro che non te ne pentirai" ammicca il biondino.
"Mi dispiace ma al momento ho chiuso con gli uomini"
"Con questo bel faccino? Non ce credo"
"Senti se cambio idea sarai il primo a saperlo ma ora potresti pagare che si sta creando la fila?" Simone sta perdendo la pazienza e il tutto è peggiorato dalla figura che è appena apparsa davanti alla cassa.
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Come tu mi vuoi // Simuel Version
FanficStoria ripresa e ispirata dal film "Come tu mi vuoi" Due studenti di economia nonostante origini, idee e stili di vita diversi, iniziano a frequentarsi e si innamorano l'uno dell'altro.