Manuel si sveglia di scatto spaventato prendendo il telefono convinto di non aver sentito la sveglia e che anche questa avrebbe saltato l'esame.
Invece mancano ancora quindici minuti, si alza immediatamente perché questa volta non arriverà in ritardo, questa volta andrà all'esame convinto che andrà bene, anche se ci sono delle cose che proprio non è riuscito a capire. Eppure ci ha provato, ha messo da parte il rifiuto che prova per quelle materie e ci ha provato veramente, forse con Simone le avrebbe capite, lui sarebbe riuscito a spiegargliele.Si avvia all'università con quella sensazione nuova di chi sa di sapere gli argomenti, ma sotto sotto spera che alcune domande proprio non gli vengano fatte.
Quando però entra in aula sente le gambe che gli cedono, è felice di vedere Simone perché gli manca terribilmente ma l'immagine che ha davanti agli occhi gli fa venire il voltastomaco.
È appoggiato all'angolo della cattedra con i glutei, perfettamente fasciati dai pantaloni eleganti grigio scuro, posati leggermente al ripiano.
Davanti a lui c'è quel professore che aveva visto nel locale dove lavora Simone, neanche si ricordava che l'esame fosse con lui, gli sta dicendo qualcosa all'orecchio mentre con una mano gioca col colletto della camicia bianca del ragazzo. Simone ride.Non è la stessa risata che aveva quando erano insieme, perché lui ride raramente ma quando lo fa gli si illumina il volto, gli occhi cominciano a brillare sembrando ancora più grandi e il mondo diventa improvvisamente più bello.
La risata di adesso non ha niente di tutto questo e Manuel non sa se esserne contento, triste o spaventato.Così come si sente quando il suo nome è scandito dalle labbre - che vorrebbe così tanto mordere e baciare fino a farle diventare rosse - di Simone. Si avvia alla cattedra sapendo che potrebbe essere molto stronzo con lui o molto gentile, perché lui sa perfettamente quali sono gli argomenti che gli restano difficili. Sempre che se lo ricordi.
Passa mezz'ora in cui uno fa una domanda e l'altro risponde, senza mai staccare lo sguardo l'uno dall'altro come se giocassero ad un gioco silenzioso di cui neanche loro conoscono le regole, ma è troppo importante parteciparvi anche se probabilmente nessuno ne uscirà vincitore.
Simone non gli fa nessuna domanda che potrebbe metterlo in difficoltà, neanche una, neanche per sbaglio, non lo dirà mai ad alta voce ma è veramente fiero di Manuel e di come sta esponendo gli argomenti, e alla fine non ha ragioni per non dargli trenta.Ma Manuel non sorride, non gli importa molto di quel voto se non può condividere la felicità con quel ragazzo che in così poco tempo gli ha preso il cuore e probabilmente non glielo restituirà mai più.
"Quindi stai con lui adesso?" dice dando una rapida occhiata al professore di fianco.
"Che ti importa?"
"Non ti riconosco più"
"Non mi hai mai conosciuto"
"Questo non è vero Simò e lo sai anche te, come sai che quello che c'è tra voi due è sbagliato. Sei stato te a dimme che non ti aveva accettato come assistente e adesso invece? Adesso eccoti qua, cosa ti ha chiesto in cambio Simò?"
Manuel li aveva visti insieme due volte e aveva capito tutto, non che Gabriele gli avesse chiesto qualcosa nello specifico, fortunatamente erano fermi ad un flirting superficiale da settimane e sembrava una situazione abbastanza stabile e accettabile da parte di Simone.
"Come ti permetti? Venire qua e pensare di sapere cose sulla mia vita? Ho avuto un'occasione e l'ho sfruttata, cosa che tu e tutti quelli del tuo stupido mondo fate da sempre"
"Mondo che sembrava e sembra piacerti adesso"
"Vattene Manuel" ma Manuel sta fermo lì sulla sedia e continua a guardarlo negli occhi.
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Come tu mi vuoi // Simuel Version
FanfictionStoria ripresa e ispirata dal film "Come tu mi vuoi" Due studenti di economia nonostante origini, idee e stili di vita diversi, iniziano a frequentarsi e si innamorano l'uno dell'altro.