Capitolo 4

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"Laura, Manuel mi ha chiesto di andare a cena da lui"

Simone si appoggia allo stipite della porta del bagno, aspettando una qualche reazione dell'amica.

"Se gli hai detto di no giuro che metto l'annuncio per cambiare coinquilino"

"Gli volevo dire di no" la ragazza, che si stava pettinando, fa per lanciare la spazzola verso Simone. "Ma poi gli ho detto di sì. Ma ho paura."

"E di cosa tesoro?"

"Perché uno come lui dovrebbe anche solo pensare di venire a cena con uno come me?"

"Tu ti sminuisci troppo Simo, non eri te che volevi qualcuno a cui piacere al di là dell'aspetto fisico?"

"Ma Manuel?"

"Potresti averlo giudicato troppo in fretta magari"

"Chi sa, forse. Comunque sono un po' agitato per domani" e nel mentre si tortura le mani, facendosi uscire anche una piccola gocciolina di sangue da una pellicina.
Laura si avvicina e gliele separa prima che la piccola goccia diventi un fiume.

"Devi stare tranquillo, cerca di divertirti e di goderti questa cena, ma non devi fare niente che tu non voglia"

"E se invece quando sono lì volessi di più?"

"Beh in quel caso rilassati e lasciati andare, vedrai che andrà bene" poi ci pensa un po' "ah Simo, puoi evitare quei gilet orribili?"

Simone alza gli occhi al cielo e va nella sua stanza, apre l'armadio e passa in rassegna ogni vestito che c'è lì dentro. Fin quando non pesca in un angolino in fondo gli unici jeans neri che ha e un maglioncino crema. Non sa se può andare, non capisce niente di quella roba, ma dopo aver osservato per ben dieci minuti quella combinazione decide che non troverà niente di meglio e quindi opta per quelli.

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Manuel apre la porta di casa trovandosi davanti un Simone un po' impacciato, ha cercato di sistemare i capelli, con scarsi risultati, è vestito un po' meglio del solito anche se lui quel maglioncino non se lo metterebbe neanche sotto tortura e le guance sono leggermente arrossate in modo quasi tenero.

"Ti spiace se mangiamo sul divano? Io è una cosa che adoro"

"Nessun problema"

"Pensavo facessi storie, visto come sei tutto perfettone"

"Mi sa che me ne vado" ma mentre lo dice accenna un sorriso.

"Non è pe' forza una cosa negativa comunque"

"Se lo dici te"

Si sistemano sul divano con un piatto di pasta al pesto tra le gambe incrociate.

"Scusa se non è niente di elaborato, ma non so cosa te piace e ho pensato che con la pasta al pesto nun potevo sbaglià"

"Con la pasta con me ci dai in ogni caso. Invece pensavo fossi più un tipo da sushi te"

"No a me il sushi fa schifo"

"Non ci credo!"

"Giuro, damme quello che voi, mangio tutto, ma non il sushi. Io però voglio sapere qualcosa di te"

"Cosa vuoi sapere?"

"Non lo so, qualcosa sulla tua vita"

"Non c'è molto da dire, sono cresciuto appena fuori Roma, i miei hanno fatto tantissimi sacrifici per non farmi mancare niente e studiare ed io voglio renderli orgogliosi di me, da qualche tempo credo che le cose vadano peggio e quindi ho dovuto trovarmi due lavori per riuscire a pagarmi almeno l'affitto. Questo è tutto"

Come tu mi vuoi // Simuel VersionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora