1. Sarah

44 7 1
                                    

A chi non ha mai smesso di crederci, fino alla fine.

"Penso che mi piaccia il migliore amico..." sussurrai nell'orecchio di Raquel, che sedeva alla mia destra nel laboratorio di musica. Lei mi fulminò con uno sguardo che sembrava dire: "Spero tu stia scherzando." Non so bene cosa mi stesse prendendo, ma non stavo scherzando, almeno non in quel momento.

Una volta usciti dal laboratorio, sentii dei passi avvicinarsi sempre di più. Mi voltai e osservai Raquel, che teneva il capo chinato verso il basso, intenta a legarsi i capelli bruni che le scendevano fino alle spalle con una mano, mentre con l'altra teneva il flauto.

"Che c'è?" disse, alzando appena il viso e guardandomi attraverso gli occhiali dorati. Solo quando si accorse che la stavo ancora fissando in silenzio, si avvicinò e iniziò a parlare. "Ti prego, dimmi che è uno scherzo, dimmi che non ti piace Sam..." la Vidi bloccarsi, e i suoi occhi seguirono due sagome che avanzavano a Passo svelto. Seguí il suo sguardo e vidi che quelle due sagome erano Samuel e Nicholas.

Oh merda.

Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata. "Ma sei impazzita? E se ti avesse sentita?" sussurrai, leggermente furiosa.

"Macché, non mi avrà sentita. Sordo com'è..." ironizzò, come al solito.

Dopo averli visti entrare in classe, ripresi a respirare. "Non lo so, non credo di avere le idee chiare, e soprattutto non voglio che si sparga troppo la voce. Per ora lo sai solo tu, quindi..." Feci per controllare che nessuno ci stesse ascoltando, e lei, approfittando del mio silenzio, riprese a parlare.

"Certo che non hai le idee chiare. Un attimo prima sbavavi dietro a Nicholas, e ora Samuel?"

Certo, Nicholas. Il ragazzo che mi avete convinta ad amare davvero. Come dimenticarlo?

Vedendo che eravamo finalmente giunti in classe, mi limitai a farle spallucce e a sistemarmi nel mio banco. Il posto accanto al mio era vuoto da due giorni; Omar, un nostro compagno, aveva dovuto cambiare scuola. Lo conoscevamo a malapena, ma si sentiva già la sua mancanza.

Mi strappai ai miei pensieri quando la professoressa richiamò la nostra attenzione. "Bene, ragazzi, sono abbastanza contenta di come ve la cavate con il flauto. Ma ora, mhh..." Fece una breve pausa, portandosi il pollice e l'indice sul mento, segno che stava pensando. Ci guardò uno a uno. Poi disse, fissando Violet: "Per favore, alzati e mettiti al centro, contro il muro." Lei la guardò confusa, ma decise di obbedire e si incamminò verso il muro.

La professoressa continuò a osservarci e questa volta  si rivolse a Maha.
"Puoi scegliere tra: destra e sinistra."

"Destra," concluse, precipitandosi vicino a Violet.

E così la professoressa continuò, fino a arrivare a me. Mi rivolse la stessa domanda: "Destra o sinistra?"

Preferivo stare vicino a Raquel, quindi sussurrai: "Sinistra..." e mi mossi verso la sua direzione. Mi sistemai accanto a lei e, prima di guardarmi intorno, le chiesi se dovessimo provare la canzone per la festa di Natale.

Raquel gonfiò le guance e liberò l'aria intrappolata con uno sbuffo. Sembrava annoiata.
"L'ha ripetuto fino a poco fa. Tu proprio non ascolti nulla, eh?"

"Sapessi cosa stavo pensando, signorina Memedi..." Ridacchiai per la mia stessa battuta.

In realtà, non pensavo a nulla, ma mi piaceva farla innervosire, quindi optavo sempre per la mia parte più... stupida e presuntuosa.

"Invece di fare battutine da asilo, guarda chi è venuto a fianco a te." Mi fece cenno di girarmi a sinistra. Avevo ancora il sorriso stampato in faccia quando la ascoltai e mi girai.

Tell me that you love me Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora