L'orologio della cucina segnava le 19:00. Tra poco saremmo dovuti partire, ma non sapevo ancora se avrei partecipato alla festa.
"Mamma, quindi?" Mi precipitai in salotto, dove la vidi giocare con i bambini che erano all'asilo tutto il giorno.
"Quindi cosa...?" chiese, come se non sapesse di cosa parlassi.
"Posso andare alla festa?"
"Tuo padre ha detto che per lui va bene, ma a patto che tu ti impegni nello studio. Anche per me va..."
Non la lasciai nemmeno finire la frase e la abbracciai in modo frettoloso. "Grazie, mamma!"
Corsi in camera mia e presi la maglia che la scuola ci aveva dato. Ogni classe aveva un disegno diverso; nella nostra era raffigurato Dante Alighieri che teneva in mano il libro della Divina Commedia, con lunghe unghie colorate e un hamburger in testa. Zedan, il più bravo a disegnare, l'aveva creata insieme a Federica.
Mi guardai allo specchio e notai che la maglia era davvero lunga, così decisi di abbinarla a dei leggings neri. Una volta indossati, presi sia il velo nero che quello bianco e li provai entrambi. Non sapendo quale scegliere, andai da mamma.
"Quale metto? Il bianco o il nero?" chiesi, sventolando i due veli.
"Meglio quello bianco," disse decisa, indicando quello che tenevo nella mano destra.
Decisi di ascoltarla e mi diressi in bagno per indossare il velo. Aprii l'astuccio dei trucchi e afferrai il correttore, mettendone un po' sulle occhiaie, che sembravano meno scure del solito. Dopo averlo riposto, applicai un po' di mascara. Abbastanza soddisfatta, uscii dal bagno e andai in camera per recuperare il telefono: erano le 19:20 e le prove sarebbero iniziate tra dieci minuti.
Uscì dalla camera, ma mi imbattei in Leo, che era sulla soglia.
"Ma Sarah, dove vai?" mi chiese, guardandomi con i suoi occhioni scuri.
"Una festa, tornerò presto," lo rassicurai.
"E posso venire con te?" chiese, sperando.
"Mhhh, Leo, ci metterò poco e poi domani passeremo del tempo insieme, ricordi? Ti ho promesso che giocherò con te a disegnare i dinosauri," gli ricordai.
"Si, okay," disse, imbronciato.
Gli diedi un leggero bacio sulla guancia, e lui mi rispose con un sorriso prima di tornare nella sala giochi dai gemelli. A un certo punto, il mio telefono vibrò: era mamma.
"Sarah, sei ancora in bagno?"
"No, sono in camera. Tu dove sei?"
"In macchina, ti sto aspettando. Esci!"
"Si, okay, ma dammi tempo."
Chiusi la chiamata, presi il giubbotto e uscii dal salotto per mettermi le scarpe, ma mi imbattei in papà, che era appena tornato dal lavoro.
"Ciao," mormorai.
"Ciao, amore mio. Divertiti questa sera e ricordati di chiamarci se hai bisogno," disse, abbracciandomi per qualche secondo. Anche se breve, quell'abbraccio mi fece sentire un po' in imbarazzo.
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Tell me that you love me
RomanceSarah, una ragazzina di quattordici anni, vive la sua adolescenza con semplicità e una sana dose di competitività. Dall'altra parte c'è Samuel, il ragazzo perfetto: studioso, affascinante e con un sorriso che fa battere il cuore. Nonostante la loro...