Questo capitolo è un po' più lungo del solito, spero di non annoiarvi troppo💗🎀
Dopo una noiosissima mattinata, finalmente era arrivata l'ora di pranzo.
Kassandra, Raquel e Cloe rimanevano a mangiare in mensa, mentre io prendevo il pullman per tornare a casa.
"Maha, mi aspetti?" Dissi recuperando lo zaino e raggiungendola.
"Ma il pullman a che ora passa da voi" Chiesi ormai fuori dal cancello.
"Alle 13:50. Da voi?"
"13:15. Non riesco a prenderlo, è impossibile perciò mi accompagna a mia madre..."
"Ah...""Vabbè ci vediamo dopo!" Dissi una volta raggiunto il pullman. Lei mi salutò rivolgendomi un sorriso che io Ricambiai attraverso un cenno.
Una volta arrivata a casa, come sempre avevo una fame assurda.
"Ciao, mamma." Enunciai vedendola impiattare.
"Ciao tesoro, come è andata oggi?" La mano che poco fa reggeva il piatto mi accarezzò delicatamente la guancia.
"Mhh, bene dai. A te come è andata la giornata?"
" Bene, al pomeriggio che materie hai?"
" Mamma te l'ho ripeto tutte le volte e tutte le volte mi richiedi sempre la stessa domanda."
Sbuffai mettendomi a sedere sulla sedia
impaziente di mangiare." Lo so ma non mi ricordo mai..." A quel punto mi porse il piatto di lasagne, aveva un aspetto veramente delizioso.
" Massi, alla prima ora abbiamo grammatica e alla seconda, non che l'ultima ora del pomeriggio musica, Solo che oggi andiamo a fare le prove per la festa di domani alla polisportiva..."
"Ah, ma riesci a prendere lo stesso il pullman o devo venirti a prendere io?"
" Prendo il pullman, sai se papà questa settimana fa il turno del pomeriggio?"
"Si e torna alle 19:30, perché?" Chiese con un tono curioso.
"Emhh... Sai che domani c'è questa festa di Natale." Dissi prendendo l'acqua per versarla nel bicchiere.
"Vai al punto."
"E sai anche che papà non vuole che io ci vada..."
" Si, so anche questo."
Vedendomi ancora zitta disse: " Quindi?..."Okay respira, al tre glielo chiedi.
Uno
Due
Tre."Quindi, posso andarci lo stesso?"
"No, se tuo padre non vuole non ci posso fare niente!"
"Ma dai mamma, ci vanno tutti, Per favore!"
Mi lamentai.
"Se magari avessi preso dei voti decedenti negli ultimi giorni in matematica, forse ne avremmo parlato!"
"Ma perché dovete sempre fare così, per una volta che vi chiedo qualcosa dite sempre: No non puoi, no perché è tardi. Non è possibile, per una volta che mi vorrei divertire!"
"Senti signorina impara a prendere dei bei voti in matematica e potrai andare a tutte le feste che
vuoi."Si come no, a tutte le feste.
"Veramente? A tutte?"
"Beh adesso non esageriamo, non a tutte ma la maggior parte si..."Ecco...
"Va bene, cercherò di prendere dei bei voti ma domani voglio andare a quella festa."
Lei mi fulminò facendomi capire che avevo dimenticato un "Per favore." Così mi affrettai a farglielo sentire.
"Ci penserò..." Disse incrociando le braccia.
"Grazie mamma." Le diedi un leggero bacio sulla guancia, ero ormai già in piedi per posare il piatto vuoto nella lavastoviglie. Buttai un'occhiata verso l'orologio che segnava le 13:30. tra un po' dovremmo partire.
Stavo per uscire dalla cucina, quando mi richiamò con una voce poco rassicurante.
Mi girai e vidi che sembrava notare solo ora ciò che stavo indossando. La felpa era corta, ma i pantaloni scuri comprovano tutto.
"Dimmi..." Soffiai in un filo di voce.
Avevo paura che mi dicesse di cambiarmi.
"Oggi ti ho comprato una felpa..."Ed eccola lì, adesso di sicuro mi chiederà di indossarla. Anche se non l'ho ancora vista ho un brutto presentimento che non sia decente.
"E poi quante volte ti ho detto di non indossare più questa felpa, ti sta piccola!"
In effetti aveva ragione, ce l' avevo da un paio di anni, ma è talmente bella che non riesco proprio a sbarazzarmene.
Presto Sarah, inventati una scusa scorrevole.
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Tell me that you love me
RomanceSarah, una ragazzina di quattordici anni, vive la sua adolescenza con semplicità e una sana dose di competitività. Dall'altra parte c'è Samuel, il ragazzo perfetto: studioso, affascinante e con un sorriso che fa battere il cuore. Nonostante la loro...