La mattina seguente mi svegliai per colpa di Vanessa che continuava a chiamarmi a bassa voce.
" Sarah svegliati, forza..." sentivo la sua voce lontana, nonostante lei fosse vicina.
"Sarah!!"
"Mhhh..."
Lei continuava a scuotermi insistentemente, così io mi girai dall'altro lato e provai a dormire.
"Sarahhh, ti ha scritto Samuel, guarda..."
Mi alzai di colpo.
"Ma che dici?" Le strappai il telefono dalle mani.
I mio cuore iniziò a battere come le ali di un colibrì, presto però torno alla normalità perché vidi che Samuel non mi aveva scritto.
" Ma sei rincoglionita Vanessa?!" Le urlai sbattendo la testa contro il cuscino.
"Non mi hai lasciato scelta, guardati, ora sei sveglia però."
" Si ho capito, ma non rifarlo più per favore"
" Sisi, tranquilla" disse fissando il vuoto.
" E quindi ora che mi hai svegliata cosa volevi?" Chiesi sbadigliando.
"Boh, mi sentivo sola... e poi ho visto qualcuno proprio lì e mi sono spaventata." Mi indicò con l'indice l'armadio semi aperto.
"Ma cosa dici non c'è proprio nessuno." Cecai di rassicurarla anche se anche io avevo molta paura.
"Boh sarà stata la mia immaginazione, però ti giuro mi sono fatta la pipì addosso. Vedevo qualcuno che mi salutava." Sembrava tanto convinta.
" Si guarda, era Lorenzo bobba." Dissi sarcastica.
Lei mise su un broncio insieme a una risata.
"Anzi avrei dovuto dire: Niccolò, Lorenzo, Simone, Edoardo, Luca, Giuseppe, Ricky, Francesco.... Ehm di sicuro avrò dimenticato qualcuno." Esplosi in una risata e lei mi diede uno spintone amichevole.
Le piacevano così tanti ragazzi che faticavo a ricordare i loro nomi.
Controllai il telefono e vidi che erano le 8:03.
"Dovevi proprio svegliarmi a quest'ora, ieri abbiamo dormito alle due di mattina." Dissi sbuffando.
"Scusa se la tua camera è inquietante senza la luce."
" Ah si, disse quella che di notte dorme con la lampada accesa nonostante abbia tredici anni."
Cominciammo a battibeccare per un po' di tempo.
" Quand'è la prossima volta che vieni?" Chiesi facendo la seria e passandomi una mano sui capelli sciolti.
" Il ventuno febbraio"
" Perché proprio il ventuno?"
" Perché il ventuno è il compleanno di mio nipote, perciò sto un po' da voi e poi ci andiamo insieme."
Disse come se io l'ho sapessi.
" Ah okay..."
Le chiesi se voleva fare colazione, perché io stavo letteralmente morendo dalla fame. Lei mi disse di sì e perciò andammo in cucina.
" Io sono brava a fare l'omelette, vuoi che l'ha faccia pure per te?" Disse precipitandosi a prendere la padella facendo molto rumore.
" Fai piano, e poi no. Sono le otto del mattino, mi mangio un paio di biscotti con il latte." Spiegai.
Lei alzò le spalle e si mise al lavoro.
Dopo aver preparato ciò che avrei mangiato andai a recuperare il mio libro.
"Cosa leggi?" Chiese sedendosi a tavola incuriosita.
" Nel modo in cui cade la neve, di Erin Doom."
" Di che parla?"
"Di una storia d'amore tra due adolescenti." Spiegai.
" Come la tua e quella di Samuel eh..."
" Smettila, e poi no, questa storia è molto più bella. Io e Samuel non siamo niente confronto a tutto questo"
" Beh per adesso no, ma pensaci magari un giorno lo sarete. Siamo solamente a Dicembre, hai tutto il tempo per farla diventare abbastanza bella come quella di.... Ivy e Mason." Mi prese il libro per controllare i nomi dei protagonisti.
" Vanessa..."
" Eh"
" Ma se non mi volesse?" Dissi immergendo un biscotto al cioccolato nel latte con la testa bassa.
" Certo che ti vorrà, chi non ti vorrebbe come fidanzata? Aspetta rispondo al posto tuo. N-E-S-S-U-N-O"
Mi strappò un sorriso.
" Grazie, mi tiri sempre su il morale ma non credo a quello che dici perché NESSUNO mi vorrebbe. Prendiamo Nicholas come esempio, a lui non è mai importato nulla di me e così sarà, per sempre."
" Si ma Nicholas è Nicholas, magari con Samuel è un'altra cosa." Cercò di farmi ragionare.
" Boh, si vedrà..." Sbuffai dopo aver bevuto tutto il latte caldo rimasto nel bicchiere.
Il pomeriggio l'ho passammo facendo i compiti e giocando a Nomi, Cose, Città e Animali.
Il giorno seguente dovette andare via. Io invece rimasi a finire una presentazione di Tecnologia, mi ci volle tutta la giornata per concluderla e studiarla. In tarda serata arrivarono anche i bimbi e papà. Ero molto contenta di rivederli, mi erano mancati troppo che non riuscì a smettere di dargli bacini sulle loro guance morbide. Anche papà mi era mancato tanto.
Dopo aver finito la presentazione, misi a posto i libri nello zaino, mi feci una doccia e mi infilai sotto le coperte pensando a cosa avrei potuto mettermi domani mattina.
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Tell me that you love me
RomanceSarah, una ragazzina di quattordici anni, vive la sua adolescenza con semplicità e una sana dose di competitività. Dall'altra parte c'è Samuel, il ragazzo perfetto: studioso, affascinante e con un sorriso che fa battere il cuore. Nonostante la loro...