3. Sarah

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"Ciao" disse.
Era mia cugina. Non la vedevo da molto tempo. Quando eravamo più piccole e quando abitavo ancora in quel paesino dove abita lei, eravamo praticamente inseparabili. Peccato che ora la distanza ci abbia divise.
"Che ci fai qui?" le domandai prima di abbracciarla, quasi da farla soffocare.
"Visto che ho preso il tanto attesissimo dieci in matematica, e dato che oggi è venerdì. Mia madre mi ha concesso di venire a stare da te il Weekends"
Io le sorrisi compiaciuta. " Era ora che tu prendessi quel dieci, ti devo raccontare molte cose. Quando l'hai preso?" Domandai incuriosita.
" In realtà una settimana fa" disse arriciando il labbro inferiore.
" E perché non venire una settimana fa?"
" Perché anche mia madre voleva venire a passare un po' di tempo con la Betty, e visto che lavorava spesso fino a tardi, non siamo riusciti a venire prima."
Si spiegò, facendo una faccia seria e annuendo, entrai.
" Sto morendo di fame cosa c'è per pranzo?"
Mettendo piede in cucina trovai mia madre intenta a parlare con mia zia, non facendo caso che ero già arrivata.
"Ciao eh" enunciai sarcastica.
"Ciao Sarah, come è andata la giornata?" Chiese rivolgendomi un sorriso.
"Boh, abbastanza bene" dissi andando verso mia zia per salutarla.
"Ciao, come stai?" Chiesi.
" Come abbastanza, che avete fatto?" Continuò a parlare mamma.
Dopo avermi risposto che stava bene e che si sarebbero fermati sabato e domenica pomeriggio, risposi a mamma.
"Le solite cose, ho fame che c'è da mangiare?"
"Non avete fatto verifiche?, la pizza è quasi pronta"
"No, niente"
"Okay, quando sarà pronta la pizza vi chiamo"
Disse, io alzai la mano in alto modellandola in un pollice in su. Uscì dalla cucina dirigendomi verso la mia camera.
"Vado un attimo a mettermi il pigiama e arrivo" dissi a Vanessa, lei annuì e si andò a sedere di fronte alla Tv, sul divano.
Visto che eravamo a dicembre e faceva abbastanza freddo optai per un pigiama che sembrava essere caldo e Coccoloso.
Una volta messo, presi i vestiti che indossavo fino a poco fa e mi diressi verso il bagno dove li infilai nel cesto vicino alla lavatrice. Andai verso il lavandino per lavarmi le mani e i miei occhi scivolarono sulla mia figura allo specchio. Avevo il mascara leggermente colato e il correttore reggeva ancora. Quest'anno ho incominciato a truccarmi per divertimento e per provare una cosa nuova, ma da quando l'ho fatto non riesco più a vedermi senza correttore e mascara. Anche se mi trucco leggermente da sembrare non truccata, il bisogno di coprire quelle maledette occhiaie e di far notare i miei occhi allungando le ciglia era più forte di me. Samuel mi aveva vista molte volte senza trucco negli anni passati, ma ora non sarei riuscita a farmi vedere senza coprire i miei difetti con del correttore.
Mamma ovviamente era contraria a farmi usare i trucchi, certe volte litigavo col lei a causa di essi, ma lei non capiva, a lei il giudizio degli altri non importava, a me invece sì. L'anno scorso le davo retta, anch'io la pensavo come lei.
" Devi piacere a te stessa, non devi piacere agli altri." Questo me l'ho diceva sempre e io finivo per crederle. Però le prese in giro divennero più pesanti soprattutto quando misi il velo in seconda, Nicholas mi prendeva in giro insieme a Samuel, lui però si limitava ad assecondarlo. Nicholas era il più pesante dei due, guardava solo i difetti altrui senza mai curarsi di se stesso. Lui si vedeva perfetto e perciò doveva prendere in giro qualcuno per sentirsi più forte.

Non capisco ancora come possa aver amato un ragazzo così... insensibile e vanitoso per tutti questi  anni.

Violet è stata la sua fidanzata per metà dell'anno scorso, poi quando arrivò l'estate la lasciò. Quest'anno doveva pur piacere a qualcuno, perciò Violet mi mise in testa che lui mi amasse e che anche io ricambiavo. E quindi ci cascai, mi convinsi di amarlo. Mi diceva che non provava più nulla per lui e che non le sarebbe cambiato nulla se io avessi incominciato ad amarlo e a provarci. Non so ancora se è effettivamente vero, so solo che ora sono contenta di non "Amarlo" più. Anche se non penso sia stata una buona idea innamorarmi di Samuel, ma è successo così in fretta che non capisco più niente.
Ad un colpo sentii qualcuno bussare, mi affrettai ad avvolgere i capelli corvini in una coda alta e di uscire.
"Pensavo ti fossi addormentata visto che sei chiusa qui dentro da almeno 15 minuti."
" Quindici minuti? Credo che quel dieci in matematica non te l'ho sei meritata poi così tanto visto che non sai nemmeno contare i minuti per bene" la punzecchiai anche se sapevo che aveva ragione perché l'orologio segnava le 13: 40 e io ero entrata alle 13: 25 circa.
Proprio in quel momento mamma ci chiamò, probabilmente per dirci che la pizza era pronta.
Andammo insieme verso la cucina.
" Venite ragazze è pronta"
" Possiamo mangiarla in camera mia? E da tanto che non ci vediamo, volevamo chiacchierare un po' "
Chiesi facendole gli occhi dolci. Mia madre, nota come "la Betty" non mi lasciava mai portare in camera mia del cibo, aveva paura che ci assaltassero le formiche come nel primo anno in qui ci siamo trasferiti in questa casa. Abbiamo dovuto fare la disinfestazione per mandarle via.

Uno strazio totale...

" Va bene... Però non fate casino!" disse sbuffando.
Io le dissi di stare tranquilla e mi precipitai a prendere il mio piatto, Vanessa fece lo stesso e ci incamminammo verso camera mia. Mi accorsi che la casa era troppo, troppo silenziosa perciò mi ricordai solo ora di aver dei fratelli, rivedere Vanessa mi ha fatto dimenticare tutto il resto. Mi girai verso la cucina " Ma dove sono i bimbi?" Domandai.
" E te ne accorgi ora che non ci sono?, sono con tuo padre. Gli ho detto che questo Weekends sarebbe stato nostro e che volevo rilassarmi perciò li ha portati tutti e tre a Milano per divertirsi un po', trascorreranno lì il fine settimana." Mi informò, io dissi che avevo capito e ripresi il mio cammino verso la mia stanza. Mi sedetti sul letto e Vanessa fece lo stesso.
" Cos'è che mi volevi raccontare?" Chiese portandosi il pezzo di pizza verso le labbra per addentarlo.
"Come va con Nicholas?" Chiese subito dopo.
" Va male e io l'ho odio" sputai adirata ripensando a ciò che era successo qualche settimana fa.
Lei mise su un'espressione incuriosita.
" Perché, che è successo?"
" Boh, io te l'avevo detto che non mi piaceva sul serio e che però mi obbligavo a pensare il contrario." Feci una pausa per mangiare un po' di pizza.
Lei continuò a guardarmi come se aspettasse che proseguissi.
" Si mi ricordo, ma arriva al punto."
" Beh, Giovedì scorso come al solito, alla seconda ora eravamo andati in palestra per fare motoria. Noi motoria la facciamo senza scarpe Perché ci sentiamo più comodi, penso che siamo l'unica classe che lo fa, ma dettagli. Io le lasciai accanto al prof come le altre ragazze. Quando finì l'ora andai a recuperarle ma ne trovai solo una. Mi misi a cercarla da per tutto, anche il prof si unì a me per cercarla." Mi bloccai per addentare un altro boccone.
" E quindi che è successo?" mi invitò a continuare.
" E successo che la scarpa non riuscivamo a trovarla, quando ci raggiunse anche la prof Greco, quella di francese. Si mise a cercarla anche lei senza risultato. Quindi incolpò i maschi, disse che se non fosse saltata fuori rischiavamo di saltare 5 intervalli di fila, senza né mangiare né fare delle pause durante la mattinata. Alla fine la trovammo nel cestino della spazzatura nel bagno dei maschi, era tutta bagnata di Acqua. Però nessuno voleva dire chi era stato, solo grazie all'intervento del preside saltò fuori chi l'aveva fatto..."  Mi fermai perché le parole mi morirono in gola.
" No, non dirmi che è stato Nicholas." Chiese studiando il mio silenzio, sperando non fosse stato lui.
" Indovinato" mi lasciai sfuggire.
" Ma come, non può essere e perché ha fatto una cosa del genere?" Chiese.
" Che ne so, la parte più dolorosa è stata quando ha ammesso di essere stato lui. Prima che scoprissimo chi fosse stato mi aveva parlato, mi diceva che non era stato nessuno dei maschi perché erano tutti insieme e nessuno aveva visto la mia scarpa nel cestino." Mi fermai per assumere la sua voce.
"Sarah, ma per caso sei stata te? Perché nessuno ha toccato o visto la tua scarpa. È impossibile." Mi sforzai ad usare la voce più bassa che potevo, così da farla assomigliare a quella di Nicholas.
"Ripeteva, come se io mi fossi divertita a farmi uno scherzo da sola." Questa volta mi fermai perché
Sentii gli occhi riempirsi di lacrime ma le trattenni, però dopo che Vanessa mi abbracciò scoppiai a piangere.
" Che fai, piangi? Sei forse scema... Non ti capisco Sarah, dopo tutto quello che ti ha fatto tu ci credi ancora. Ne troverai un altro, un altro migliore di sto qua. Sei stata tu a dirmi che non ti piace sul serio, ma allora perché ci stai male?"
" Perché mi fido troppo, penso che gli altri mi accettino così come sono, ma lui vede solo i difetti nelle persone." Mi lasciai sfuggire un singhiozzo di pianto.
" C'è dell'altro?" Mi domandò.
Io annuì e incominciai a parlare nuovamente asciugandomi le lacrime che ormai avevano smesso di cascare giù.
"Ehm... mi piace un'altra persona ora"
" Chi?"
" Samuel..." dissi con il sorriso stampato in faccia.
" Non ci posso credere, tu proprio sei malata Sarah. Non ti piace più Nicholas e vai dal suo migliore amico?" Sbuffò portandosi le mani tra i capelli.
"No, non è così. Non so nemmeno cosa mi sia capitato, è successo tutto così in fretta che non capisco più nulla."
" Ma lui ti piace veramente?"
" Si, c'è no, non lo so mi sono innamorata questa mattina"
" E sentiamo come e perché ti sei innamorata di lui proprio questa mattina e non prima" incrociò le braccia aspettando che parlassi.
"Non saprei, credo sia stata per una stupida mano" mi giustificai.
"In che senso?" Chiese, così io incrociai le gambe e iniziai a spiegarle la mia piccola storia.
" lunedì stavamo provando per la festa di Natale e ci saremmo dovuti prendere per mano, solo che non me l'ha sentivo e quindi non l'ho fatto, non gli ho preso la mano E nemmeno oggi sono riuscita a farlo. Lunedì sentivo qualcosa ma decisi di ignorarlo e di concentrarmi su Nicholas. Invece oggi ho capito che mi piace veramente" affondai i denti sull'ultimo boccone rimasto della pizza, notai che Vanessa aveva già divorato la sua ventisette capitoli fa.
" E ora che farai?"
"Non lo so, spero solo che sia una cotta momentanea e che non mi fissi troppo..."
Lei mi sorrise e io ricambiai un po' spensierata.

Quel giorno l'ho passammo guardando film su Netflix fino ad addormentarci. Dentro la mia testa però si celava molta confusione che mi accompagnò fino al giorno seguente.

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