"Cosa ci facevate tu e Dante insieme ieri sera?" chiese Adrian mentre versava i cereali sulla tazza.
"Niente" risposi e addentai il mio toast.
Mi guardò con aria sospetta. "Qualcosa stavate pur facendo per avermi aspettato fino alle due di notte lì fuori" continuò.
"Congelando, sicuramente stavamo congelando!"
Sospirò e a quel punto sperai che si fosse stufato di fare domande. Invece no.
"Non insisterei così tanto se non fosse che eravate strani. Uno sul gradino più basso, l'altro su quello più alto. Muti come due pesci. Si può sapere che avevate?" domandò.
Diedi un piccolo morso al toast, poi un altro; masticai lentamente ogni boccone fino ad arrivare all'ultimo terrorizzata. Non avevo vie di scampo, Adrian continuava a fissarmi in attesa di spiegazioni.
"Potrei tranquillamente andare dal mio amico in questo momento, fargli le stesse domande per ore fino a che si arrabbia e vuota il sacco. Preferisci che lo venga a sapere da lui, qualsiasi cosa sia accaduta?" disse Adri. Iniziava a spaventarmi, non sapevo come agire.
Non conoscevo Dante, non bene quanto mio fratello. Non sapevo se le sue parole fossero vere.
Decisi di fidarmi di lui. Non avrebbe potuto raccontare del bacio a mio fratello, sarebbe stato assurdo. No, non poteva farlo.
Con una sicurezza illusoria affermai: "Vai pure da Dante, non c'è niente da sapere".
E per un momento mi sentii sollevata.
Adrian finì la sua colazione e uscì dalla cucina. Qualche minuto dopo entrò proprio Dante.
"Buongiorno" disse. "Buongiorno" ripetei subito dopo.
La nostra conversazione sarebbe finita lì se non fosse stato per il fatto che temevo che avrebbe potuto spifferare tutto ad Adrian.
"Senti, mio fratello ti farà delle domande... Tu non rispondere."
"Che tipo di domande?" chiese.
"Riguardo a ieri..." dissi facendo il possibile per non guardarlo.
"Ah."
"Vuol dire sì? Prometti di non dirgli niente" insistetti. Mi guardò come se qualcosa lo avesse ferito, senza però darmi una risposta. "Dante, lo prometti?"
"Sì sì" pronunciò fra i denti e se ne andò senza nemmeno mangiare qualcosa.
I gemelli si erano svegliati presto e per passare il tempo avevano preso alcuni fogli e dei pennarelli per colorare.
Decisi così di andare in salotto per dare un'occhiata.A quanto pareva i fogli di carta non erano bastati... passarono a colorare direttamente sul muro!
Feci un bel respiro per trattenere la rabbia ed evitare di urlare. Ormai il danno era stato fatto. Dovevo solo spiegare loro che non andasse ripetuto.
"Andri" dissi allontanandogli la mano dalla superficie per avere la sua attenzione. Anche Alisia fece lo stesso. "È sbagliato colorare le pareti di casa, altrimenti..."
Mi bloccai un attimo. Più ci pensavo, più per assurdo mi sembrava un gesto innocuo. Era vero, la casa sembrava in completo disordine, ma nulla di irrimediabile. Il muro poteva essere imbiancato, tornare come prima. Non riuscivo a prendermela con loro.
"Bene, ho un'idea" affermai. "Ascoltatemi, questa è l'ultima volta che disegnate sulle pareti, va bene? Ma ora che ci siamo, chiamiamo gli altri e facciamo qualcosa di divertente."

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𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐛𝐚𝐬𝐭𝐚𝐬𝐬𝐞
Roman d'amourArmata del diario di sua nonna, delle sue regole, della sua agenda e il quadernino di storie inventate da lei stessa, Ada affronta le giornate estive in casa. Mentre i coetanei trascorrono le vacanze all'estero, al mare, in discoteca, lei si occupa...