"Sei passata da tè caldo a freddo?" constatò Luca.
"Non è tè, è caffè!" precisai mettendo i cubetti di ghiaccio nel bicchiere di vetro. "Dovresti assaggiare."
"Mmh non mi ispira." Fece una faccia che più che disgustata, sembrava scettica.
Presi una cannuccia e iniziai a sorseggiare. In estate era decisamente una bevanda perfetta e rinfrescante!
"Quindi che dicevi prima?"
Ci pensai un attimo. Mi servivano sempre un paio di secondi per riprendere il discorso. "Ah sì. Dicevo, ieri Agnese si è sentita male. Ti avevo raccontato di come si sente quando percepisce emozioni negative, no? Ecco, uno di quei simpatici amici di Adrian ha pensato che urlare fosse l'unico modo per gioire della sua vittoria. Agnese è corsa in camera sua. Si può essere più bambini di così? Intendo Dante, non Agnese ovviamente."
Ripensarci mi faceva risalire il nervoso.
"Sai cosa? Ti servirebbe una bella vacanza lontano da tutti per rilassarti."
"Non credo sia una buona idea... Hai visto com'è andata ieri. Se non ci fossi stata io, cosa sarebbe successo?"
"Ti farei la stessa domanda."
Iniziai a muovere il bicchiere circolarmente facendo tintinnare i cubetti di ghiaccio.
"Ada, sto aspettando una risposta" disse serio.
"Non lo so. Forse Agnese non sarebbe riuscita a dormire. O avrebbe iniziato a piangere da sola. O avrebbe smesso di rivolgere la parola a tutti. Non so come funzionano i traumi! Ma posso evitare determinate situazioni." Almeno credevo.
Tornai a respirare normalmente. Entrare in quei temi non faceva altro che agitarmi e iniziavo a parlare velocemente.
"Non puoi, Ada. Non hai superpoteri. Sei riuscita a evitare che la tazza si rompesse?"
"No, ma che c'entra questo adesso?"
"Che stai trovando scuse per non venire al mare con me. Non ti importa abbastanza di me da lasciare i tuoi fratelli a casa per un singolo giorno!" Sembrava... arrabbiato?
"Perché non mi capisci? Semplicemente non riesco. Mi importa di te."
"Non lo so, sono stufo Ada. Vorrei trascorrere delle normali vacanze con la mia migliore amica, senza dover fare le pulizie o aiutare in cucina per stare con lei." Quindi era questo a pesargli?
"È il mio compito. E se..."
Sbuffò. "Non è vero, sei tu a pensarlo."
Non era la prima volta che ne discutevamo. Ciò che mi sorprendeva era che non riusciva a capirmi a pieno. Forse esageravo, ma non riuscivo ad agire in modo diverso. In quella casa, io mantenevo l'equilibrio.
Solitamente il discorso dopo poco terminava, per volere di uno o dell'altro. In quel caso fu diverso. Luca non aveva intenzione di stare in silenzio, voleva arrivare a una soluzione.
"Da quando è iniziata l'estate, sono già successe molte cose. Alisia si è ammalata, Amelia continua a lamentarsi, Agnese per poco non iniziava a piangere... Come se non bastasse, quel Dante continua a venire qui e a rovinare sempre tutto!"
"Continui a nominarlo, ma a me non interessa niente di lui! Tuo fratello ha detto che non ci sarebbero stati problemi se fossi venuta al mare. Ho atteso che me ne riparlassi, ma non lo hai fatto. So che mi vuoi bene e che vuoi sempre stare dietro ai bisogni degli altri, ma questa volta stai trascurando i miei."
Non proferii parola, rimasi impalata.
"Non importa, me ne vado" e sbatté la porta alle sue spalle. Tutto ciò che feci fu seguirlo rimanendo in silenzio e guardandolo andare via, pietrificata.

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𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐛𝐚𝐬𝐭𝐚𝐬𝐬𝐞
RomanceArmata del diario di sua nonna, delle sue regole, della sua agenda e il quadernino di storie inventate da lei stessa, Ada affronta le giornate estive in casa. Mentre i coetanei trascorrono le vacanze all'estero, al mare, in discoteca, lei si occupa...