Era risaputo che i devils non brillassero per il loro coraggio, infatti quando Manuel vide Simone corrergli incontro, il viso contratto dalla collera, come primo istinto ebbe quello di scappare il più velocemente possibile.
I corridoi a quell'ora erano deserti. Gli studenti per lo più riposavano nei loro dormitori o erano usciti a sorvegliare i propri terreni.
Manuel aveva già il fiatone quando arrestò i suoi passi e notò una parte poco illuminata, dove si fiondò immediatamente, con l'intento di nascondersi dall'angel.
Spalle al muro, tese le orecchie, si concentrò per captare qualunque minimo segnale, ma non udì nulla.
Tirò un sospiro di sollievo, complimentandosi con se stesso per aver scampato il pericolo.
Ma si maledì pochi istanti dopo, per aver cantato vittoria troppo velocemente.La sua unica via d'uscita infatti era stata bloccata.
<Nun molli mai eh> commentò lasciandosi sfuggire una risatina.
Quando l'angel marciò verso di lui, l'altro strinse gli occhi, aspettandosi da lì a poco un pugno dritto in faccia.
Simone poggiò le mani al muro dietro di lui, intrappolandolo.
Il respiro affannato del più alto raggiunse il suo volto, insieme a un forte aroma di vaniglia che gli invase i polmoni.Manuel riaprì lentamente gli occhi, non avvertendo alcun tipo di dolore.
Il volto dell'angel era contratto in un'espressione indecifrabile, gli occhi grandi vennero oscurati da una patina lucida, la bocca rosea leggermente aperta come se una volta raggiunto il suo obiettivo non sapesse più cosa dire o come agire.
In quel punto vi si soffermò più tempo del dovuto ma quando tornò a guardarlo si rese conto che l'angel faceva lo stesso.<Mi hai fatto qualche incantesimo? Hai usato la magia nera?>
Manuel aggrottò le sopracciglia, perplesso.
<perchè dovrei-><Ragazzi! Dove vi siete cacciati?>
Le voci dei loro amici li raggiunsero, costringendoli a porre un'adeguata distanza tra i loro corpi.<ci stanno cercando... è meglio tornare dagli altri>
★
<non ti sembra un po' troppo?>
I suoi occhi scorrevano sulla sua figura riflessa nello specchio davanti a lui, non si riconosceva.
Laura aveva insistito per aiutarlo a scegliere cosa mettersi, l'amica non lo avrebbe lasciato uscire con quella vecchia polo scolorita dal tempo.Lisciò la camicia scura, voltandosi verso di lei.
<stai benissimo> lo rassicurò con un sorriso.
<andiamo solo per sorvegliarli... perché mi devo vestire bene?>
<ci saranno tanti begli angels> lo informò, entusiasta.
<non voglio distrazioni> sbuffò.
<saranno gli altri a non toglierti gli occhi di dosso garantito> alzò i pollici.
★
La situazione precipitò in fretta.
Incoraggiati da alcuni terreni con cui avevano chiacchierato buttarono giù qualche drink, nonostante simone fosse restio.Dei devils non c'era traccia e Simone si era fatto trascinare da un'energica (e brilla) Monica sulla pista da ballo.
Seguiva il ritmo della musica ondeggiando i fianchi,
si lasciò andare completamente quando sentì la testa farsi sempre più leggera.
Intorno a lui, la folla si muoveva, ma il ragazzo sembrava in uno stato di trance, tanto che non si rese conto subito delle braccia che gli strinsero i fianchi.Scorse dietro di lui un Angel dai capelli biondi che gli rivolse un sorriso e lo avvicinò di più a lui.
Era facile riconoscere i loro simili, nei loro occhi scorgevi una luce che risultava familiare e inconfondibile.<Sei bellissimo> sentì sussurrare al suo orecchio.
Stava per ringraziare quando notò qualcosa di strano con la coda dell'occhio.Si staccò dal corpo dell'altro e gli rivolse un cenno distratto, abbandonandolo lì.
Percorse qualche metro ritrovandosi in un corridoio poco illuminato.
Il sudore gli scivolava sulla fronte, ma non sembrava farci caso.
Si arrestò davanti una porta leggermente socchiusa.
Il cuore iniziò a battere forte nel petto quando avanzò qualche passo nella stanza. La porta finestra che dava sul balcone gli mostrava una figura di spalle, appoggiata alla ringhiera.Si avvicinò con cautela, l'aria serale lo colpì immediatamente, facendolo rabbrividire.
<che ce fai qui?> gli chiese il devil senza voltarsi.
Non lo sapeva.
Fece vagare lo sguardo sull'altro, avvolto da un'intensa nuvola di fumo.
Simone preso in contropiede allungò una mano e gli rubò la sigaretta dalle labbra.
Manuel dopo qualche attimo di confusione, iniziò a ridere scuotendo la testa.
<Sei incredibile>L'angel lo affiancò e si sporse leggermente per osservare la distesa luminosa sopra di loro.
<E tu che fai qui?> rigirò la domanda.
<Prima me voi menà , me rubi er fumo e mo voi parlà?>
L'angel alzò le spalle, passandogli la sigaretta.<Me ce hanno trascinato qua, oggi nun me annava proprio>
Simone annuì, dopotutto per lui era lo stesso.Manuel continuò a guardare davanti a se, buttando fuori parole che forse voleva regalare alla luna che li osservava.
<Volevo prenne n po d'aria... sai ce stanno momenti in cui boh è tutto troppo>Rimasero in silenzio fumando a turno e sfiorandosi le dita furtivamente durante quel breve scambio.
<Non so cosa mi prende ultimamente> confessò.
<n che senso?>
<Agisco senza pensare, sono un angel non posso comportarmi in questo modo> spense la cicca nel portacenere lì accanto.<è così importante?>
Simone sospirò.
<i miei genitori hanno sempre riposto grandi aspettative su di me, mio fratello è tra gli angel più stimati... io vorrei solo essere come lui, esserne all'altezza>
<Se ti può consolare sei l'Angel con più palle che ho conosciuto> gli diede un pugno sul braccio.Finalmente si guardarono, straniti dalla facilità con cui riuscivano ad aprirsi l'uno con l'altro.
Poi scoppiarono a ridere.<Nun te stanchi mai de esse perfetto?> si lasciò sfuggire.
<così perfetto che sono qui, brillo, a fumare con un devil> gli sorrise, scuotendo la testa.Si irrigidì quando avvertì le sue dita fredde sul suo viso. La sua pelle fu percorsa da piccoli brividi, era il primo contatto diretto tra loro.
Seguì la linea della mandibola, poi salì, lasciando una carezza sulla guancia. Il viso dell'angel nonostante il freddo si imporporò.
<Sei perfetto> sussurrò a un soffio dal suo volto.
Simone si lasciò cullare da quelle carezze, dalla musica in lontananza, da quella sensazione allo stomaco, tanto che non si accorse immediatamente di aver posato le labbra sulle sue.Durò solo qualche secondo.
No. No. No.
Mantenne gli occhi chiusi, spaventato di leggere disgusto sul suo volto.
Poi corse via.Corse, le suole delle scarpe macinavano chilometri su chilometri.
Non voleva fermarsi, voleva correre finchè le gambe non gli avrebbero ceduto.
Avvertiva il viso colmo di lacrime. Aveva paura.
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V.E.T.O.
FanficPresso la Golden School viene insegnato tutto ciò che serve per diventare Guardian Angels e Guardian Devils. Lo stage prevede che Angels e Devils formino delle coppie, ognuna delle quali dovrà avere a che fare con un essere umano, noto come Terrestr...