12 | Siamo di nuovo prigionieri

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Hurts like Hell - 12

‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎How can I say this without breakingHow can I say this without taking over?How can I put it down into words?When it's almost too much for my soul alone                                                - Fleurie ‎‎

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‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎How can I say this without breaking
How can I say this without taking over?
How can I put it down into words?
When it's almost too
much for my soul alone
                                                - Fleurie

POV EVELYN

Quando mi svegliai, la prima cosa che sentii fu il freddo del metallo contro la mia pelle. I polsi mi facevano male, segno che le manette erano strette.

Cercai di muovermi, ma ogni tentativo di liberarmi era inutile, le catene mi tenevano saldamente legata a un recinto di metallo. La paura mi avvolse come un sudario, e il mio cuore iniziò a battermi all'impazzata. Ogni mio respiro era affannoso, come se l'aria stessa si rifiutasse di entrare nei miei polmoni.

Con un grande sforzo, riuscii a calmarmi e osservai attentamente l'ambiente circostante. La stanza era piccola, con solo due finestre, entrambe sbarrate, e la luce che filtrava era debole e opaca.

L'aria era pesante, opprimente, quasi soffocante, e il calore dei nostri corpi ammassati rendeva tutto ancora più insopportabile.

Accanto a me c'era Ophelia, i suoi capelli erano disordinati e aveva il viso segnato da un sonno agitato.

La chiamai piano, ma non si mosse. Guardandomi attorno, riconobbi i volti degli altri, c'eravamo tutti, ma ne mancavano alcuni, tra cui Elizabeth. Un'ondata di panico mi travolse, dov'era? Che cosa le era successo? La mia mente iniziò a correre, immaginando i peggiori scenari. Ogni secondo che passava senza una risposta sembrava un'eternità.

Le domande si accavallavano nella mia testa. Perché ci avevano salvato solo per legarci di nuovo? Qual era il loro scopo? L'incertezza era un peso insopportabile, e ogni suono, ogni movimento intorno a me diventava motivo di allarme.

Mi sentivo vulnerabile, esposta, come se ogni mio pensiero fosse leggibile a chi ci aveva imprigionati. L'impotenza mi stringeva il petto, e la paura si trasformava lentamente in rabbia.
Non potevo rimanere lì, aspettando passivamente il mio destino. Dovevo trovare un modo per uscirne, per liberarci tutti. Ma come?

Eravamo prigionieri, di nuovo. Ma questa volta. Non avrei permesso che ci spezzassero come a NeoAurelia. Non questa volta. ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎ ‎

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