A Elisabetta che mi ha chiesto di dedicarle questo capitolo e che ha la zip dei pantaloni aperta e a tutte le ragazze che ho conosciuto ieri a Torino.
Sembrava quasi normale, sembrava che io e Luke non eravamo mai andati via da Baltimora.
Per un momento soltanto, io, Luke e Calum che era seduto sul suo letto, sembravano le stesse persone di sempre.
Non sembrava neanche che eravamo cresciuti, Calum mi guardava e sapevo che poteva notare il nervosismo che mi faceva agitare una gamba, come a 14 anni.
Luke teneva il mento in alto, le spalle incurvate indietro e un espressione quasi dura, come a 18.
Tutti e quanti ci guardavamo, spostai la mia attenzione per qualche secondo alla finestra della stanza di Calum quando una persiana si scontrò contro di essa, c'era il vento ed io rabbrividivo solo all'idea di uscire in quella bufera.-Non sei cambiato per niente.- parlò Calum, aveva le mani appoggiate sulle ginocchia, il corpo avvolto in un felpa larga che una volta doveva stargli stretta.
Luke si rilassò sulla sedia della scrivania che aveva spostato per stare faccia a faccia con il ragazzo, io ero appoggiata contro al muro, avevo intenzione di intervenire solo in caso di necessità.
-Tu sei cambiato tanto, invece.- osservò Luke con una punta di rammarico. A me e a Luke non piaceva vederlo così fuori forma, era come se la depressione lo aveva divorato, partendo dall'interno del suo corpo.
Calum abbassò la fronte, si guardò i piedi e i calzini scuri che indossava per poi subito rialzare lo sguardo. Era impassibile.
-Sono felice che hai voluto vedermi.- aggiunse Luke.
Calum fece solo un cenno.
Passarono alcuni minuti di silenzio, la persiana sbatteva ancora contro la finestra e la luce cambiava nella stanza in disordine.
Vidi Luke fremere sulla sedia, si stava per scorticare i jeans neri.-Avrei potuto aiutarti,- iniziò a bassa voce -Lo sapevi dall'inzio che avremmo potuto superarlo insieme, tutti insieme.-
Quando finì mi guardò, anche io avevo le mie colpe.-Hayley era andata via e tu passavi i giorni a bere.-
-Tu non volevi parlarmi. Cos'avrei dovuto fare? Il mio migliore amico non mi parlava più e la mia ragazza se n'era andata.- alzò la voce Luke.
-Ero incazzato, lo sono sempre, lo sono anche adesso.- rispose Calum, il bagnato che copriva i suoi occhi creava un effetto tremolante -Perché la tua ragazza era solo dall'altra parte della terra, c'era solo un oceano a dividerti da lei. Ryan era morta, non l'avrei trovata in qualche continente diverso o città. Non esisteva più.-
Luke strinse le labbra, si passò le mani tra i capelli e sospirò.
-Lo so, ma tu ti comporti come se solo tu avessi sofferto.--Come puoi paragonare le nostre sofferenze? Hayley è qui, la puoi toccare, la puoi ascoltare, la puoi vedere, la puoi sentire. Io tutto questo non lo posso avere!- urlò.
Abbassai la testa.
-Ryan era mia amica!- ribatté Luke, si alzò e si indicò il petto.
Calum rimase in silenzio a guardarlo, Luke alzò il petto per respirare profondamente un paio di volte poi si risedette.
-Dillo.- lo spronò con un gesto della mano -Lo so che vuoi dirlo e lo capisco.-
Calum tenne lo sguardo su di lui.
-Avanti.- lo stuzzicò Luke.
Calum strinse il bordo del suo maglione.
-Avrei voluto che tu morissi al posto suo.-
STAI LEGGENDO
Disconnect 2
Fiksi Penggemar-Sei pronta per quello che verrà domani? O per quello che verrà quando varcherò di nuovo quella porta? Non credo. - sospirò -Dico un sacco di stronzate quando non penso. Sarai pronta? Quando il mondo non ti aspetterà più. Quando girerà troppo veloce...