10/10/2003
New York.
Sento come se fossimo a metà della tournée, ma siamo solo a 1/3; queste scalette potrebbero essere le mie preferite in assoluto, una grande carica nei pezzi dall'inizio fino alla fine, soprattutto nei pezzi nuovi, l'esplosione delle due d'apertura, 2+2=5 e Sit down. Stand Up. mi spediscono in orbita all'istante. Ma stasera volevamo cambiare, ogni tanto, la monotonia d'apertura, già suggerita la sera prima, partendo veramente calmi e rilassati e The Gloaming seguita da There There sembravano essere l'accoppiata vincente, a far calare tutto nel putiferio ci avrebbe pensato la seconda parte, appunto, di questo potentissimo secondo pezzo.
Continuo a sentire l'energia delle persone che cantano insieme a noi, caricando l'ambiente, rendendolo quasi più piccolo, cosa che non dovremmo fare, uno dei difetti che ci caratterizza sta nell'empatizzare troppo con chi ci ascolta, si insomma ci facciamo trascinare più del dovuto fino a far ribaltare la situazione, loro il vero spettacolo e noi un pubblico di soli 5 individui. Eppure a parlare di empatia con i ragazzi sarei stato il primo degli ipocriti in quel momento, in quanto la mia anima era stata completamente rapita.
- Allora Tommy, io ti direi di metterti quei pantaloni bianchi che abbiamo comprato ieri prima del check, che ne dici?
Chiede Emma uscendoli dalla busta appesa alla maniglia del bagno.
- Ma ti ho detto che non mi fanno poi così tanto impazzire, li userò per quando saremo fuori a passeggiare, promesso.
Eccolo lo sguardo di chi sa che sto mentendo spudoratamente, mani sui fianchi, testa leggermente piegata a sinistra, naso arricciato e occhi leggermente chiusi.
- La darai a bere a Ed, ma a me no signorino.
E anche questo è vero, questa ragazza sa troppo di me, dovrò ucciderla di questo passo.
- E sai che posso darla a bere anche a Colin se ci riesco.
Le dico con aria di sfida mentre mi avvicino a lei afferrandola per i fianchi, portandola a me.
Il suo profumo leggermente fruttato mi fa impazzire, lo sento anche a 3 metri di distanza, ce l'ho addosso tutto il giorno, pure sulle chitarre, ormai i ragazzi sentono il nostro arrivo pure due rampe di scale prima del nostro arrivo nelle varie Hall degli hotel.
Son passati ormai due annetti e mezzo da quando ci siamo messi insieme e portarla con me nei tour, in studio per registrare, rende tutto più colorato e chiaro, come se avesse davvero senso adesso, non che prima non ce l'avesse ovviamente, ma mancava davvero quel fattore in più che mi facesse balzare dal letto la mattina. Sentirla ogni mattina nel mio letto, svegliarci, prepararci e scendere per fare colazione coi ragazzi, è come se l'avessimo sempre fatto fin dai tempi di Pablo, il nostro riuscire a far conciliare il divertimento di un comune viaggio con la pesantezza della tournée tra jet leg e continui cambi di città, è quello che mi fa capire tanto di lei, ma anche di me stesso; io che mai avrei pensato di potermi legare così tanto a una persona adesso è un elemento essenziale ovunque io vada. La quantità di rullini usati per le foto che ci scattiamo, e che ci facciamo scattare, ormai abbiamo smesso di contarli al quarto, la sua capacità di riuscire a trovare sempre il posto giusto dove mangiare, non importa dove siamo, come se sapesse dove il mio stomaco punta il naso.
Ogni sera, alla fine dei concerti, non aspetto altro che chiudermi in camera con lei per avere il nostro meritato relax insieme fatto di tisane, maschere e lunghi bagni caldi, certe volte anche film, se la testa non mi ha già abbandonato.Scendo nella Hall per aspettare i ragazzi che scendano, sedendomi al bar con Emma ci dividiamo un Tè al volo.
- È tutt'ok Tommy?
- Sisi, certo, sono solo un po' stanco, cambiare un po' la scaletta di stasera mi aiuterà a gasarmi vedrai.
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Let Down
FanficPiccola (forse) fanfiction basata sui Radiohead, divisa in capitoli con vari salti temporali, non c'è altro da dire.