Prologo

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La luce di un nuovo giorno emergeva.

Trafiggeva la notte, inchiodandola con i suoi raggi come un insetto disgustoso. Jim ne osservava la nascita attraverso il vetro incrinato della finestra della sua stanza, lungo disteso nel suo letto dal materasso bitorzoluto, contava i battiti del suo cuore, trovandolo demotivato e fiacco.

Sul muro nudo di fianco a lui, un solitario orologio da parete batteva il tempo, ruotando le lancette come la bacchetta di una majorette folle, tic-tac tic-tac, e il mondo si faceva sempre più crudo sotto la luce del giorno che avanzava sollevando la sottana alla notte.

Jim sentiva le sue membra esauste, eppure conoscendo l'obbligo di doversi infine alzare, sentiva friggere le sue terminazioni nervose; odiava quel misto di indolenza e urgenza che gli si annodava nel petto e nella mente ogni maledetta mattina.

Era il suo modo di venire alla luce ogni giorno.

Sputato fuori da sogni confusi e lenzuola aggrovigliate intorno alle gambe, era ciò che lo attendeva appena al di la delle sue palpebre chiuse, il suo universo perfettamente stirato sulla tavola più piatta del mondo, la sua grigia divisa mentale che ogni giorno indossava non appena scivolato fuori dal sonno.

Fuori.

Il pavimento gelido sotto le piante dei suoi piedi tiepidi.

Camminando con la lentezza di un condannato alla forca, Jim arrancava sino alla minuscola cucina, dove un lavabo opaco lo attendeva ricordandogli il solitario piatto sporco al suo interno.

Caffè.

Roba da quattro soldi, che versato nella tazzina sbreccata assomigliava a fango caldo, ma a Jim non importava gran ché, quello che importava era il sentire l'aroma diffondersi nella stanza, forte e confortevole, come un abbraccio caro e familiare.

Tazzina nel lavabo a confortare il solitario piatto.

Bagno.

La tazza del cesso, fredda come la mano di una morta, accarezzava la pelle del culo di Jim facendogli accapponare anche l'anima. Uno sbrigativo e stitico bisogno cadeva a piombo nel fondo della tazza, impattando con l'acqua fredda che in un istante rendeva il favore a Jim spruzzandogli i testicoli. A quel punto il sonno ed il letto erano già diventati un ricordo passato e un desiderio futuro.

Chiudeva la porta alle sue spalle senza mai chiuderla a chiave, in fin dei conti l'unica cosa lì dentro che ancora avesse un briciolo di valore era la sua povera pelle e quella usciva con lui ogni mattina quindi...

Disco Inferno (#WATTYS2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora