Le parole più grandi

capitolo 1

desclamer: tutti i fatti sono frutto della mia invenzione anche alcune storie dei calciatori non sono vere e nemmeno mai accadute.

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La sabbia fresca mi solletica le dita e alcuni versi di gabbiano mi risvegliano dal mio stato di trans; sono sdraiata sulla spiaggia vicino alla mia casa al mare in puglia dove non ci verrò più per un po' di tempo visto che i miei genitori hanno deciso di trasferirmi a Torino da mio fratello per avere più opportunità con la scuola.
Torino è bellissima come città ma la mia città natale è Belgrado anche se fin da quando ho 2 anni sono stata in italia quindi so perfettamente l'italiano a differenza di mio fratello che ha ancora l'accento serbo.

Respirai per l'ultima volta l'aria pugliese e rientrai in casa per prendere le valigie.
Mio padre mi accompagnò in aeroporto a Brindisi insieme a mia madre e dopo esserci salutato e aver effettuati i controlli sono potuta finalmente salire sull'areo direzione Torino.

Quando sono atterra in aeroporto presi il primo taxi libero e mi diressi verso casa di mio fratello per fargli una sorpresa dato che in teoria lui pensava che sarei arrivata alla sera e non alle tre di pomeriggio. Dopo aver supplicato il portinaio di non fare l'annuncio del mio arrivo e aver tirato fuori pure il certificato di nascita per fargli capire che ero la sorella di Dusan mi fece salire le scale e mi accompagnò portandomi la valigia fino al l'appartamento di mio fratello.

Suonai il campanello e rimasi sorpresa quando ad aprirmi non fu mio fratello, ma ben si un ragazzo alto più o meno uno e ottanta sulla ventina d'anni i capelli castani con delle ciocche bionde decolorate, solo quando lo guardai nell'insieme capì di chi si trattava ossia Nicolò Fagioli numero 21 della squadra bianconera.
Mi scrutò da capo a piedi e notai che in casa non c'era solo lui ma tutta la squadra che cercava di capire chi fosse alla porta.

"Dusan aspettavi qualcuno?" il ragazzo domandò a mio fratello
che stranito gli rispose "No nessuno perché?"
a quel punto decisi di lasciare tutto li sul ciglio della porta e correre in casa
"Ti sei scordato che ora dovrò vivere qua?" domandai a mio fratello che mi guardò incredulo; non ci vedevamo da quasi 8 mesi e non è facile stare così lontani e sentirsi solo al telefono in chiamata.
"CHICCA" urlò preso dall'entusiasmo.
"Ciao dudu" e finalmente arrivò il momento che tanto aspettavo da quasi 8 mesi riabbracciare mio fratello, mi sentivo al sicuro tra le sue braccia era come se uno scudo protettivo mi accompagnasse ogni passo che potevo compiere.
Mi ero scordata che però attorno a noi c'erano occhi straniti che mi fissavano tranne uno...
"Ciao chicco" dissi al numero 7 che mi guardava impaziente di potermi salutare, anche lui dopo tanto che non lo vedevo "Quanto tempo", mi stava quasi per scendere una lacrima per colpa di tutte quelle emozioni che mi stavano sovrastando.

Diedi una gomitata a mio fratello per fargli che capire che la situazione era diventata imbarazzante perché tutti ci osservavano da capo a piedi con la testa che gli frullava di domande.
"Ah si vero, lei è mia sorella Eva" disse mio fratello con un sorriso sulla faccia
"Piacere a tutti" ma mano si presentarono tutti quanti e dopo aver finito il giro decisi di prendere le mie cose e portarmele nella mia cameretta.
Quella camera li c'è da quando dudu ha preso la casa e l'ho decorata quando avevo 13 anni anche se devo dire che non è brutta. Le pareti sono bianche con le strisce a led sul soffitto; ovviamente ho una cabina armadio enorme per contenere tutti i miei vestiti e tutti gli abiti che cucio. Ho ancora attaccati in una bacheca di sughero sopra la scrivania tutti i bozzetti dei vestiti che facevo da piccola così decisi di aggiungere a quella immensa bacheca i nuovi bozzetti.

Dopo aver sistemato il tutto decisi di appoggiarmi sul letto per riposare 10 minuti.