La notte insieme

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Dopo il destro di Pietro, sono entrato in catalessi, come sotto anestesia. 

Sentivo solo la voce di Asia: era incazzata e diceva a Pietro quanto fosse un coglione o qualcosa del genere. Ho sentito anche Mirko: litigava con Pietro, ad alta voce. Intravedevo la gente voltarsi, parlottare tra loro e lanciarsi occhiate imbarazzate, quasi fossimo lo show della serata.

Asia mi ha aiutato ad alzarmi e mi ha portato nel retro del chioschetto. Ha preso del ghiaccio, lo ha avvolto in un panno e me lo ha poggiato sulla bocca.

«Guazie» ho biascicato.

«Chiudi la bocca, scemo» replica Asia con tono divertito. «Che fai solo peggio». Si è seduta accanto a me, mi ha messo una mano nella tasca dei pantaloncini e si è rubata una sigaretta.

«Poffo avenne una?» le ho domandato spostando la busta col ghiaccio.

«Non ti avevo detto di non parlare?».

«Solo un tio»

Asia ha alzato gli occhi mascherando un sorriso. «Come faccio a dirti di no?». Ha avvicinato la sigaretta alla mia bocca e mi ha lasciato aspirare.

Le ho fatto un cenno col capo e ho rimesso il ghiaccio sulla guancia.

«Scusami per Pietro» mi dice infine. «È il mio ex ed è un gran coglione».

«Ma no, dai... sembuava simpatico».

Asia mi dà una gomitata scherzosa. «Ogni tanto lo aiuto coi suoi locali, ma dopo 'sta scenata non mi vedrà più».

«Giuo che non mi ha fatto niente» dico spostando il ghiaccio dalla guancia e ritrovando finalmente le parole. «Mi ha solo colto di sorpresa».

Asia ispira dal naso e sorride. «Vuoi la rivincita?».

«Passo stavolta».

«Stai diventando saggio, Oliver».

«Il merito è tuo».

«Che paraculo!» mi fa lei ridendo; d'un tratto diventa seria e mi ringrazia. «Apprezzo che tu lo dica, davvero».

«Me lo sono guadagnato un altro tiro?».

«Facciamo di sì».

Dopo aver aspirato, l'ho guardata a lungo. Era leggermente sudata, forse per il lavoro o per la litigata con Pietro, ma comunque bellissima.

«Che c'è?» mi domanda.

«Volevo chiederti scusa».

«Per cosa?».

«Per averti dato fastidio mentre lavoravi. Me lo potevo risparmiare».

«In effetti, sei stato molesto» commenta lei. «Però sappi che una piccola parte di me ha apprezzato che tu sia venuto a parlarmi».

«Quanto piccola?».

«Molto piccola. Perciò non ti allargare».

Sento che la guancia e la mandibola vanno a fuoco. Riappoggio la busta col ghiaccio sul volto, e le sorrido. «Tanquilla. Ho impauato la lezione».

Stavolta è lei guardarmi a lungo, tanto intensamente che devo distogliere lo sguardo.

«Sei tutto rosso, Oliver».

«Colpa del ghiaccio» mento.

Asia mi sposta delicatamente la busta dalla guancia. La vedo che si avvicina, poi sento le sue labbra poggiarsi sulla mia guancia, nel punto esatto in cui ho ricevuto il pugno.

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