CAPITOLO 4 - TOBIAS

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Alzai lo sguardo e vidi lei. Federica mi pare si chiami. Una delle mie tante studentesse.

Sono rimasto al quanto scioccato di vedere proprio lei, non me l'aspettavo.

Seguo i suoi lineamenti e tutte le sue curve del corpo, e rimango incantato.

Cazzo

Ha un corpo che potrebbe far cadere ai piedi qualsiasi ragazzo.

Potrebbe farmi cadere pure a me, pensandoci bene.

Lei si alza di scatto, e termina il contatto visivo che ci stavamo scambiando, si alza e va verso un'altro macchinario che però non riesco ad individuare.

Vabbè, cazzi suoi, io sono qua per allenarmi, non dovrebbe importarmi della mia studentessa in palestra.

Mi stendo di nuovo sulla panca e continuo ad allenarmi intanto che penso alla scuola e tutto il casino che ci sarà quest'anno.

Dopo un po' mi rialzo, mi siedo sulla panca e giro leggermente la testa, verso Federica.

Si sta allenando sul macchinario "Leg extensions." L'ho sempre odiato quell'attrezzo li.

La fisso per un'attimo e dopo un po' lei butta indietro la testa, probabilmente dalla fatica e apre leggermente la bocca, prima che la richiuda ed emetta un gemito.

Cazzo, porca troia, merda, qualsiasi parolaccia che mi venga in mente non potrebbe neanche descrivere quello che mi ha fatto sentire, buttando indietro così la testa.

Ma sto scherzando? Vabbè lasciamo stare.

Mi alzo dalla panca e cerco qualcos'altro da fare, siccome ho già fatto tutto.

Non trovo più niente e allora mi alzo e vado verso gli spogliatoi, ma noto che Federica non c'è più.

Entro negli spogliatoi, mi cambio, prendo il borsone ed esco, ma inciampo su qualcosa.

Un borsone appoggiato fuori dall'uscita degli spogliatoi, chi cazzo sarà stato?

<<Oddio mio scusami.>> mi dice un ragazza.

<<Tranquilla, prossima volta però non lasciare il tuo borsone qui.>> le dico "gentilmente" e me ne vado.

Esco dalla palestra e noto Federica, che torna a piedi da sola.

Allora salgo in macchina velocemente, metto in moto e la raggiungo.

Mi fermo dove c'è lei e anche lei si ferma, gira leggermente la testa e rimane scioccata quando mi vede.

<<Buonasera Prof, ha bisogno?>> mi chiede sorridendo.

È la cosa più bella che io abbia mai visto.

<<Federica, stai tornando a casa a piedi?>>

<<Si prof, tanto dista solo 1 ora, quindi cammino un pochino che tanto fa sempre bene.>> noto il suo imbarazzo.

Scendo dalla macchina, faccio il giro e apro la portiera per il posto di fianco al mio.

<<Dai sali.>> le dico cercando di essere gentile.

<<Ma no prof, stia veramente tranquillo, la faccio sempre questa strada.>> prova a difendersi lei.

<<Federica, sali.>> le dico già impaziente.

<<Ma no...>> e prima che possa continuare le dico.

<<Sali.>> lei si zittisce improvvisamente ed abbassa la testa, sale sulla macchina e io le richiudo la portiera.

Sono stato troppo brusco? Beh, se non voleva salire.

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