Capitolo Terzo

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Nat se ne restava tranquilla sul suo letto a leggere un libro, quando ad un tratto sentì un picchiettio sul vetro e un sorriso spuntò sul suo viso. Si avvicinò alla finestra, la aprì e fece calare una scaletta di corda e legno, poi si sporse dalla finestra e vide Jonahtan, il ragazzo che ormai aveva un nome. Il più veloce possibile il ragazzo salì sulla scala di corda, fino ad arrivare alla finestra, entrando nella camera e andando diretto, dopo aver chiuso la finestra, verso Natalia. Le loro labbra si incontrarono, in modo passionale e pieno di una voglia che la ragazza non aveva mai provato prima di lui. Jonahtan la fece arretrare fino ad appoggiare la schiena al muro e cominciò a baciarle il collo, lei presa dai suoi movimenti, aveva ormai la mente annebbiata e continuava a sospirare, eccitata dai gesti di lui.
Jonahtan si decise e cominciò a svestirla, togliendole quella maglietta che era di troppo, poi si abbassò sulla sua spalla e ci lasciò una scia di baci umidi, che facevano venire i brividi a Nat, la quale poggiò la testa al muro, continuando a sospirare, lei portò le mani sul collo del ragazzo, poi le fece salire nei suoi capelli, giocandoci beatamente. I due si guardarono negli occhi, sorridendosi a vicenda, poi lui avvicinò le labbra all'orecchio di lei e sussurrò.

<< Oh, Natalia , quanto mi mancava la tua pelle, profuma sempre di pesca, è un odore così inebriante.. >>

Lui sorrise inebriato dal profumo della pelle della ragazza, la quale sussultò e si eccitò ancora di più sentendo pronunciare il suo nome completo in un modo così... Così sexy. Lei in tutta risposta tolse la maglietta al ragazzo in modo frettoloso e con un sorriso sulle labbra quasi maligno, poi fece scendere le sue mani sui suoi muscoli, percorrendoli con calma, ancora più giù, sul suo addome e poi sui suoi jeans, che gli slacciò per poi abbassarglieli. Una volta calati i jeans, Nat posizionò una mano sul membro di Jonahtan e cominciò ad accarezzarlo da sopra i boxer. Subito la reazione di lui fu positiva, cominciò ad avere il fiato corto e il suo sesso rispondeva allo stimolo diventando duro ed ingrossandosi, lei sorrise, soddisfatta dei risultati che stava ottenendo.

Jonahtan ormai non riusciva più a resistere, la voleva, voleva farla sua, così portò le sue mani agli shorts di lei e glie li abbassò in un solo colpo, poi strinse i suoi glutei e la alzò di peso, facendola poggiare al muro e facendole mettere le gambe intorno alla sua vita. La guardava avido, si vedeva dalla sua espressione che era estasiato, eccitato, che la voleva solo per sé e che non l'avrebbe concessa a NESSUNO. I loro due visi si incrociarono in un bacio passionale, pieno di voglia l'uno dell'altra, le loro lingue si scontravano e insieme ballavano nelle loro bocche, muovendosi in sincro. Il bacino di Nat cominciò a muoversi contro il ventre di Jonahtan, lui la sentiva bagnata e non poteva non sorridere.

<< Natalia, sei bagnata, lo sento.. >>

Le sue parole uscirono come piccoli sussurri, nella sua voce si sentiva l'eccitazione che provava, la voglia che aveva di farla sua, il modo in cui la sua mente annebbiata gli faceva compiere azione violente, ma eccitanti al tempo stesso, e a Nat piacevano.

<< Prendimi ora, buttami su quel dannato letto Jonahtan! >>

Le parole di lei invece erano ansiose, quasi urlate, come spinte fuori da quella bocca così piccola e dolce, ma la voce era tremante, eccitata dalla situazione in cui Nat si trovava e dalle parole di lui, che non facevano altro che aumentare il tutto.

<< Oh, non preoccuparti, ora ci penso io a... >>

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La sveglia suonò all'improvviso quella mattina, Natalia controllò l'ora sul cellulare e.. Erano già le 7.45! La ragazza si guardò in giro, era in super ritardo, aveva caldo, era sudata fradicia, come ogni mattina, ma quella volta non aveva la forza di alzarsi, così mandò un messaggio a Cami.

"Non vengo oggi a scuola, sto male. Baci Nat."

Più freddo di così non lo avrebbe potuto scrivere di certo, ma lei in quel momento non ci fece caso, come non fece molto caso al fatto che quella era la prima volta in tutta la sua vita che non andava a scuola. Fin da piccola i suoi genitori l'avevano abituata ad andarci sempre, in ogni caso, ma quella mattina, Nat non era in sé.

Quando sua madre entrò in camera per controllare come mai la figlia non era andata a scuola, la trovò nel letto, sotto le coperte, a dormire. Si sedette sul bordo e le scoprì il viso, trovandolo tutto caldo e sudato.

<< Piccola mia non ti senti bene? >>

<< No, mamma, penso di avere la febbre.. >>

Ma Nat sapeva benissimo che quella non era febbre, bensì altro. Prima bugia a sua madre, appena detta.

<< Allora riposati, chiamo la scuola. Hai avvisato Cami? >>

<< Si. >>

Alla risposta così fredda della figlia, la madre uscì dalla camera lasciandola sola. La ragazza si ricoprì il viso con il piumone e si rimise a dormire, sperando, vivamente, che il suo Jonahtan tornasse da lei.

The Saltasogni  ( #Wattys2016 )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora