Capitolo Settimo

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<< Dai vieni qui sul letto, non stare così lontano da me.. >>

Lui la guardò, ma lei riusciva ad intravedere solo la sua figura che risaltava rispetto alla luce della luna che entrava dalla finestra aperta, situata alle spalle del ragazzo. Una leggera brezza entrava dalla finestra e andava ad accarezzare i capelli alla ragazza, seduta sul suo grande letto, con le gambe leggermente piegate e la testa poggiata su esse. La stanza era al buio, illuminata solo dalla luce naturale della luna di quella notte. Il ragazzo era arrivato da una buona ora, ma era sempre rimasto poggiato alla finestra, osservando lei che se ne stava sul letto, ad aspettarlo.

<< Jonahtan.. Perché non vieni qui..? >>

<< Oh, Natalia, non capisci che sto osservando la tua bellezza..? >>

La ragazza nascose il viso, sorridendo e ridendo dalla felicità di quella frase, mentre lui si sistemava i capelli con non scialans. Normalmente Jonahtan le sarebbe piombato addosso, baciandola e facendola sua sul momento, ma quella notte lui voleva accertarsi dei suoi sentimenti, cercando di farglieli capire anche a lei. Il silenzio rimase ancora il padrone della stanza, così Jonah decise di avvicinarsi al letto, sedendosi sul bordo, mentre guardava Nat con occhi da sognatore. Le alzò il viso con delicatezza, avvicinandosi a lei, tenendo il suo viso a pochi centimetri da quelli della ragazza. La guardò negli occhi, sussurrando..

<< Natalia sei la ragazza più bella del mondo.. >>

Lei arrossì, chiudendo gli occhi, imbarazzata, ma poco a poco li aprì, trovandosi di fronte al viso di lui.

<< Natalia voglio che tu rimanga solo mia... Per sempre. >>

Eccole le parole esca, ora Jonahtan doveva vedere soltanto se lei avrebbe abboccato all'amo.

<< Rimarrò solo tua, per sempre, al tuo fianco, Jonahtan... >>

Amo abboccato. Lui sorrise, malizioso, cominciando a baciarla con passione, approfondendo sempre di più il bacio, tanto da far mancare l'aria alla ragazza. Nat ansimava, continuando a baciarlo e si avvicinò a lui mettendosi in ginocchio di fronte a lui. Ad un tratto, lui si staccò, ridendo compiaciuto.

<< Bambina mia, come si dice...? >>

Jonahtan la guardò con uno sguardo intenso, quasi per metterle soggezione e come per farle sputare il rospo riguardo qualche segreto.

<< Lo so che lo sai, piccola. Dillo. >>

<< Jonahtan io..... Io ti amo..... >>

Le parole dette dalla ragazza erano molto flebili e quasi impercettibili, ma Jonahtan le capì bene e sorrise, soddisfatto, era esattamente quello che voleva. Lui per lei stava diventando come una specie di droga e ormai non poteva più farne a meno.

Il ragazzo si alzò dal letto, arretrando piano, fino alla finestra.

<< Continua a fare quegli splendidi disegni, io tornerò oppure sarai tu a cercarmi, piccola. >>

Dette quelle parole, Jonah uscì dalla finestra, scendendo la scala, mentre Nat si sporgeva, come a chiedergli di tornare da lei.

________


Era domenica, una soleggiata domenica, così Nat decise di andare insieme a Cami al parco, a fare un pic-nic. A Cami piaceva molto uscire a mangiare, soprattutto se mangiavano al sacco, sull'erba morbida e sotto il sole caloroso. Le due ragazze si erano trovate a casa di Nat per preparare il pranzo da mettere nel cestino.

<< Allora Nat..... Cosa mi dici di Jonahtan? >>

Disse Cami, guardandola in modo poco innocente. Sapeva che l'amica era diventata molto sensibile alla pronuncia di quel nome, soprattutto se si parlava proprio di quel Jonahtan. Nat arrossì all'istante, bloccandosi mentre stava preparando dei tramezzini con il prosciutto. Rimase a fissare il tramezzino per più di dieci minuti, fino a che l'amica la richiamò alla realtà.

<< Uh, a-ahm... Non ho nulla da dire, Cami. >>

<< Oh avanti Nat, lo vedo come tu lo guardi. Non hai intenzione di andare a parlargli? >>

<< N-non credo Cami, non è così facile... >>

<< Tu pensi questo, in realtà non lo è affatto. E poi, detto fra amiche, anche lui ti guarda spesso. >>

Cami fece l'occhiolino all'amica, continuando a preparare il pranzo insieme a lei. Una volta finito, mentre Nat si stava cambiando, Cami preparò l'acqua in due bottiglie, prese due coperte e mise tutto nel cestino. Le due amiche andarono al parco del paese, e davanti a loro si mostrò un panorama colorato di verde. Cominciarono a correre, ridendo, andando a mettersi sotto il loro solito albero, in un posto un po' isolato, per rimanere tranquille. Una volta sistemate sulle coperte, cominciarono a ridere, parlare e fare quello che più piaceva alle ragazze, Nat si mise a disegnare, poggiata con la schiena al tronco dell'albero, mentre Cami si mise a leggere un libro, sdraiata in posizione prona.

<< Allora Nat, cosa disegni? >>

L'amica era curiosa, perché Nat era particolarmente concentrata, più del solito. Ora Cami guardava il cielo, sorridendo, per poi guardare l'amica, che nel frattempo era arrossita, bloccandosi, questo significava solo una cosa....

<< Nat stai disegnando Jonahtan? >>

In risposta, lei annuì, piano, lo stava disegnando perché.. Perché lui glie lo aveva detto, lui voleva altri disegni e lei sapeva che intendeva disegni di lui. Velocemente chiuse il blocco, riponendolo sulla coperta, per poi inginocchiarsi al fianco di Cami.

<< Forza, cominciamo a mangiare che mi sta venendo molta fame! >>

Le due ragazze mangiarono, ridendo e divertendosi insieme, rilassandosi sotto il sole. Senza che se ne accorgessero, si addormentarono sulla morbida coperta.

________


<< Ehi piccola.. Sveglia >>

Un sussurro vicino al suo orecchio, svegliò lentamente Nat, che si guardò intorno, trovando Jonahtan poggiato all'albero vicino. Lei si mise in piedi, avvicinandosi a lui, chiedendosi se stesse sognando.

<< Non stai sognando Natalia. >>

Lui la tirò a se, baciandola con passione. Nat spalancò gli occhi, quello era il suo primo vero baciò, che ricambiò subito, trovando nelle labbra del ragazzo la propria vera casa. Lui si staccò, sorridendole, per poi avvicinarsi al suo orecchio, sussurrando.

<< Tu sei mia Natalia. Mia soltanto. Nessun altro ti avrà. >>

La ragazza rabbrividì, sentendosi strana, accaldata e desiderosa di un altro bacio. Lui la prese, mettendola con le spalle contro l'albero, stringendo il suo corpo con quello di lei. La baciò sorridendo tra un bacio e l'altro.

<< Ti ho detto che sarei tornato da te, Natalia. >>

Lei rise, costretta a tenere le braccia alzate da una mano di Jonahtan. Nat chiuse gli occhi, ansimando quando lui si strinse ancora di più a lei.

<< Sei solo mia. >>

Jonahtan aveva un espressione seria ed era a pochi millimetri dalle labbra di Nat, che desiderava un altro bacio, ma lui si allontanò, sorridendo, sornione, andando lontano da lei, che rimase con le spalle attaccate all'albero, ansimante e rossa in viso. Ora lo desiderava ancora di più.

The Saltasogni  ( #Wattys2016 )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora