Capitolo 12: L'Incontro con Samael

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Sara avanzava con cautela attraverso il paesaggio desolato che portava al dominio di Samael. Ogni passo sembrava più pesante, come se un'invisibile forza cercasse di respingerla. L'aria era carica di un'energia oscura che le faceva venire i brividi. Finalmente raggiunse un'enorme porta di pietra, incisa con simboli antichi che pulsavano con un'energia inquietante.

Con il medaglione stretto in mano, Sara avanzò con determinazione. La porta si aprì lentamente, rivelando un vasto salone oscuro. Le pareti erano coperte di antiche iscrizioni e torce che ardevano con fiamme nere, illuminando appena l'interno. Al centro del salone, su un trono imponente, sedeva Samael, il Signore Oscuro, una figura dall'aspetto terribile e magnifico. Le sue ali nere si aprivano dietro di lui e i suoi occhi rossi scintillavano con una luce malvagia.

"Sara, la ragazza della profezia," disse Samael con una voce profonda e risonante. "Cosa ti porta qui nel mio dominio?"

Sara prese un respiro profondo, cercando di mantenere la calma. "Sono qui per chiedere il tuo aiuto," disse con la sua voce tremante. "I Cavalieri dell'Apocalisse stanno cercando di ristabilire l'Equilibrio, ma per farlo abbiamo bisogno del tuo potere. Abbiamo scoperto che il tuo potere è stato diviso e nascosto nei cuori degli Eletti."

Samael la osservò attentamente, il suo sguardo era penetrante. "Lucifero, in un tempo remoto, temeva il mio potere. Così, decise di dividerlo e nasconderlo nei cuori di quattro potenti creature, gli Eletti: Tiamat, L'Affranta, lo Stygian e Silitha. Solo recuperando quei cuori, il mio potere potrà essere ristabilito."

Sara annuì. "I Cavalieri si sono divisi per affrontare ciascuno di questi Eletti. Io sono venuta qui per chiederti di aiutare noi una volta che avremo recuperato i cuori. Dobbiamo affrontare Uriel e Abaddon, e senza il tuo potere, non avremo alcuna possibilità."

Samael rise, un suono profondo e inquietante che riecheggiò nella sala. "Uriel e Abaddon... due traditori che cercano di sconvolgere l'Equilibrio per il loro guadagno personale. Eppure, il mio potere è limitato dalla vendetta e dalla mia attuale prigionia."

Sara lo guardò con attenzione. "Qual è il tuo prezzo?"

Samael si inclinò in avanti, i suoi occhi erano fissi su di lei. "Il prezzo è il controllo dell'Inferno. Voglio regnare su tutti i domini dell'Inferno, vendicarmi di Lucifero e riprendere il mio legittimo potere. Se tu e i Cavalieri riuscirete a recuperare i cuori degli Eletti, io vi aiuterò. Ma il mio aiuto richiede che tu mi garantisca il pieno controllo dell'Inferno."

Sara sentì un brivido lungo la schiena. "Dovrei promettere qualcosa che non posso controllare da sola."

Samael alzò un sopracciglio, un sorriso sinistro comparve sulle sue labbra. "Non è una richiesta che puoi ignorare, Sara. Se non mi concedi questo potere, il mio aiuto non sarà garantito. Se tu e i Cavalieri riuscirete nella vostra missione, dovrai assicurarti che io possa finalmente regnare come desidero."

Sara prese un momento per riflettere, consapevole che la sua missione era ora più complicata di quanto avesse immaginato. "Accetto le tue condizioni. Farò tutto il necessario per recuperare i cuori degli Eletti e ti darò il potere che desideri, se riusciremo a ristabilire l'Equilibrio."

Samael si appoggiò nuovamente al suo trono, un sorriso trionfante era dipinto sul suo volto. "Bene, allora. Vai, Sara, e dimostra il tuo valore. Io aspetterò il tuo ritorno, pronto a reclamare il mio dominio."

Con queste parole, Sara si voltò e uscì dal salone, con il cuore pesante ma determinato. Era pronta a dimostrare il suo valore e a convincere Samael a unirsi alla loro causa. La strada era pericolosa e incerta, ma lei avrebbe fatto tutto il possibile per portare a termine la missione.

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