Capitolo 14: Furia contro L'Affranta

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Furia si muoveva con passo deciso attraverso gli acquitrini putridi, l'aria era carica dell'odore stagnante di fango e decomposizione. Il suo cavallo, Distruzione, avanzava sicuro nel terreno viscido, i suoi zoccoli lasciavano impronte luminose. Le acque torbide riflettevano il bagliore della frusta che Furia teneva stretta nella mano.

L'Affranta si ergeva imponente al centro di una vasta palude. I suoi occhi multipli scrutavano Furia con una malvagia intelligenza, le mandibole scattanti erano pronte a fare a pezzi qualsiasi intruso osasse avvicinarsi.

"Finalmente un po' di divertimento," mormorò Furia, il suo sorriso predatorio illuminato dalla luce di Distruzione. Saltò giù dal cavallo, avvicinandosi all'Affranta con una sicurezza incrollabile. La creatura emise un ruggito stridulo, lanciandosi su di lei con una velocità sorprendente per una bestia di quelle dimensioni.

Furia schivò agilmente il primo attacco, la sua frusta saettava nell'aria con un sibilo minaccioso. Le lame colpirono l'esoscheletro dell'Affranta, creando scintille e profondi solchi. La creatura reagì con rabbia, cercando di afferrare Furia con le sue zampe possenti, ma il cavaliere era troppo veloce. Ogni movimento era un balletto mortale, un equilibrio perfetto tra grazia e brutalità.

Furia utilizzava le sue abilità elementali per confondere e danneggiare l'Affranta. Con un gesto, evocò il potere del Fulmine, colpendo la creatura con scariche elettriche che la fecero urlare di dolore. Poi cambiò forma, diventando Fuoco, le fiamme la avvolgevano mentre attaccava con colpi incandescenti. L'Affranta tentava di contrattaccare, ma ogni tentativo veniva frustrato dalla velocità e dalla potenza dei colpi di Furia.

La battaglia continuava, brutale e senza tregua. Furia era instancabile, riusciva a sfruttare ogni debolezza dell'avversario. Quando la creatura sembrava sul punto di sopraffarla, Furia cambiava forma, diventando Acqua e scivolando via dai suoi attacchi, o Stasi, rallentando il tempo intorno a sé per ottenere un vantaggio decisivo.

Finalmente, con un colpo finale combinando tutte le sue forme, Furia riuscì a infliggere un colpo devastante. La frusta dalle 347 lame saettò nell'aria, avvolgendosi intorno al corpo dell'Affranta e stringendo con forza. Le lame penetrarono profondamente, tagliando l'insettoide in due.

Furia si avvicinò al corpo caduto della creatura, con il respiro pesante ma il volto determinato. Con un gesto deciso, estrasse il cuore pulsante dal petto dell'Affranta.

Con il cuore dell'Affranta in mano, Furia si voltò e ritornò verso Distruzione, che la attendeva pazientemente. Montò in sella e si allontanò dagli acquitrini, portando con sé il secondo dei quattro cuori.

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