Nonostante la distanza che Phil aveva imposto tra loro, Daisy non riusciva a togliersi dalla mente il pensiero di lui. La loro amicizia, seppure breve, aveva lasciato un segno indelebile nel suo cuore. Si ritrovò a pensare costantemente a lui, anche mentre cercava di immergersi nel suo lavoro al rifugio per animali.
Un pomeriggio, mentre si prendeva cura degli animali, Daisy sentì una voce profonda e risonante chiamare il suo nome. Era una voce che le sembrava stranamente familiare, anche se non riusciva a individuarla. Si guardò intorno, aspettandosi di vedere uno dei suoi colleghi, ma il rifugio era insolitamente silenzioso.
<<Daisy>>chiamò di nuovo la voce, questa volta più insistente.
Il suo cuore batteva forte con un misto di curiosità e disagio. <<Chi è?>>chiese con la voce leggermente tremante. <<Chi sei?>>
<<Vai da Phil>>lo esortò la voce. <<È in pericolo.>>
Il panico si diffuse in Daisy. <<Chi sei? Perchè mi stai dicendo questo?>>
Mentre parlava, una delle gabbie vicine sembrò aprirsi da sola, facendo scattare leggermente la serratura. Dall'ombra emerse un elegante gatto nero, i suoi movimenti aggraziati e decisi. Gli occhi del gatto, di un verde penetrante, fissarono quelli di Daisy con un'intensità che le fece venire un brivido lungo la schiena. I suoi baffi si contrassero mentre cominciava a parlare, la sua voce aveva lo stesso tono profondo che aveva sentito pochi istanti prima.
<<Devi andare da Phil—ripeté il gatto—È in pericolo.>>
La mente di Daisy correva, lottando per comprendere cosa stesse succedendo. <<Come puoi parlare?>>sussurrò, la sua voce piena di stupore e confusione.
Il gatto si avvicinò, lo sguardo fermo. <<Non sono solo un gatto. Sono un angelo e sono venuto per avvertirti. La vita di Phil è a rischio e tu sei l'unica che può salvarlo>>
Il respiro di Daisy si fermò in gola. Un angelo? Il concetto sembrava surreale, eppure qualcosa nella presenza del gatto sembrava innegabilmente ultraterreno. <<Ma perché io? E perché adesso?>>
<<Non c'è tempo per spiegare>>disse il gatto con voce urgente. <<Devi sbrigarti. Phil ha bisogno di te.>>
Daisy sentì un misto di paura e determinazione crescere dentro di lei. Non capiva il come o il perché, ma non poteva ignorare la supplica. Phil era stato per lei un buon amico, nonostante il loro recente conflitto, e lei non poteva sopportare il pensiero che fosse in pericolo.
Si guardò intorno nel rifugio, la sua mente piena di domande. <<Va bene, vado>> disse alla fine, con voce ferma e risoluta. <<Ma devi dirmi dove trovarlo.>>
Gli occhi del gatto si addolcirono leggermente. <<È nel suo studio. Vai veloce, Daisy. Tempo è poco >>
Senza aggiungere altro, il gatto si voltò e scivolò nell'ombra, scomparendo misteriosamente come era apparso. Daisy rimase immobile per un momento, con la mente vacillante. Poi, spinta da un senso di urgenza che non poteva ignorare, ha afferrato la borsa ed è corsa fuori dal rifugio.
Mentre si dirigeva verso lo studio di Phil, i pensieri di Daisy erano un miscuglio caotico. Non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che qualcosa fosse terribilmente sbagliato, eppure una parte di lei si chiedeva ancora se fosse tutto uno strano sogno. La voce del gatto echeggiò nella sua mente, spingendola ad andare avanti.
Quando arrivò allo studio di Phil, esitò fuori dalla porta, con il cuore che batteva forte. E se il gatto si fosse sbagliato? E se fosse tutto un errore? Ma poi si ricordò dell'urgenza nella voce del gatto e del senso di terrore che l'aveva pervasa.
Facendo un respiro profondo, Daisy bussò alla porta. Non ottenendo risposta, provò la maniglia e la trovò aperta. Aprendo la porta, entrò, scrutando la stanza scarsamente illuminata.<<Phil?>>gridò, la sua voce echeggiava dolcemente. <<Sei qui?>>
Si addentrò più in profondità nello studio, il suo sguardo cadde sulle tele che ricoprivano le pareti. Ogni dipinto sembrava pulsare di emozione, raccontando storie di amore e perdita, speranza e disperazione. Alla fine lo trovò, accasciato su una tela, con il viso pallido e tirato.
<<Phil!>>Daisy corse al suo fianco, scuotendogli dolcemente la spalla. <<Phil, svegliati!>>
Phil si mosse, aprendo gli occhi. Quando vide Daisy, uno sguardo di sorpresa e sollievo attraversò il suo volto. <<Daisy? Cosa stai facendo qui?>>
<<Un angelo... un gatto mi ha detto che eri in pericolo>>, disse senza fiato. <<Non potevo semplicemente ignorarlo.>>
L'espressione di Phil si oscurò e cercò di sedersi. <<Un gatto? Daisy, non dovresti essere qui. È una trappola.>>
Prima che Daisy potesse rispondere, la stanza sembrò spostarsi intorno a loro, l'aria si fece densa di una presenza minacciosa. Il gatto nero ricomparve, i suoi occhi verdi brillavano di una luce malevola.
<<Troppo tardi>>, sibilò, la sua voce non era più confortante. <<Siete caduti entrambi nella mia trappola.>>
Il cuore di Daisy batteva forte nel suo petto quando si rese conto della verità. Il gatto non era stato mandato per avvertirla, ma per attirarla in pericolo. Ci era finita dentro, e ora lei e Phil erano entrambi alla mercé di una forza ben oltre la loro comprensione.
Mentre le ombre si chiudevano intorno a loro, Daisy prese la mano di Phil, stringendola forte.
<<Scusami Phil>> sussurrò, con voce ferma nonostante la paura che le attanagliava il cuore.Phil le strinse la mano in cambio, i suoi occhi pieni di determinazione.