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''Guardi il lato positivo Smith, Monroe ha accettato di aiutarci ancora se ne avremo bisogno.''

''Se ne avremo bisogno? Davvero?! Ormai chiunque ha compreso che ne avremmo bisogno, un disperato bisogno! Quel mostro si trova ancora là fuori e nessuno ha idea di chi potrebbe celarvisi dietro, di chi possa compiere tutte quelle atrocità e riposar la notte! E' ovvio che ne abbiamo bisogno, signor Gladstone, e lui se ne approfitterà ancora. Tutte quelle lettere e quelle brutalità... sono il frutto del nostro fallimento.'' L'agente Smith si era sfogato, per un istante aveva perduto la calma, mentre Gladstone rimase impassibile ascoltandolo, con uno sguardo però compassionevole, quasi amorevole, come quello di un padre che ascolta un figlio piagnucolone. Ma i timori di Smith erano corretti, così come le sue parole. C'era un Diavolo a piede libero, un'ombra che assoggettava Whitechapel ormai da tempo, e pareva più che insaziabile. Erano in carrozza ormai da un'ora dopo la visita a Monroe, Gladstone pensò che fosse necessario bere qualcosa per riprendersi da quella lunga e tremenda giornata. Smith non si oppose, chinò il capo in segno d'assenso e seguì il veterano agente di Scotland Yard, in silenzio. Passò un po' prima che lo scalpitio dei cavalli si fermasse, i due agenti allora scesero dalla carrozza e camminarono per una decina di metri, per uno dei vicoli di Whitechapel, arrestandosi davanti a una vecchia bottega.

''E' sicuro che qui vi sia ancora qualcuno? Pare tutto troppo tranquillo...''
''Ragazzo mio, è quello che vogliono farvi credere. ''La Volpe'', Philip Jones fece murare le finestre di proposito per non permettere a nessuno di udire o vedere ciò che accade all'interno.'' Gladstone strizzò l'occhio al collega, sorridendo sotto i baffi.
''Avvengono illeciti qui, non è vero?'' Smith roteo gli occhi e guardò in direzione della vecchia porta in legno, intagliata e impolverata a dir poco.
''Solo qualche bottiglia di Whiskey non contemplata in Inghilterra e del buon vecchio gioco d'azzardo. Pensi che Jones stesso un tempo faceva parte di Scotland Yard, ma fu una cosa breve. Un giorno la moglie rimase uccisa, si adoperò con tutte le sue forze per trovarne il responsabile, dopo che lo catturò beh... appese il cappello al chiodo.''
''Sapete, ho sentito abbastanza.'' La porta di quell'anonimo localino, senza una targa né finestre, si spalancò, rivelando colui che Gladstone aveva rinominato ''La Volpe''. Era un uomo sulla cinquantina, dagli occhi chiari e carnagione bruna. I capelli erano rossicci, particolari pensò Smith, per poi comprendere che il nomignolo affibbiatoli dal collega non era solamente un riferimento alla furbizia e alla scaltrezza di Philip Jones, ma anche al suo aspetto fisico. Pareva esser in forma, con braccia robuste e spalle larghe, ma lo sguardo ero vacuo e spento. Le labbra si mostravano sottili, il naso di poco schiacciato, e una leggera barba andava a rifinire il suo volto. Smith notò poco dopo una cicatrice al sopracciglio sinistro ed una al labbro inferiore destro, ma preferì non proferir parola in merito.
"Jones, vedo che sei ancora tutto intero."
"Gladstone, noto con piacere che la voglia di chiacchierare a sproposito non l'ha abbandonata. Allora, cosa volete?"
"Solo qualche goccio di buon Whiskey, per distendere i nervi. E magari qualche informazione utile su Ja-" la voce di Gladstone si fermò, La Volpe lo interruppe facendo segno con la mano.
"Su Jack? Mi spiace ma non ne ho. Sono uscito da questo tipo di vicende anni or sono, ormai. Ho una bambina a cui badare, non posso di certo permettermi di continuare a giocare al detective. Se avete intenzione di bere, affrettatevi. La porta deve rimanere chiusa, non voglio altri balordi qui." Jones allora rientrò all'interno del locale, senza lasciar spazio alle risposte di Gladstone. I due agenti lo seguirono, richiudendosi garbatamente la porta alle spalle. Dei lumi erano affissi alle pareti, illuminavano appena il corridoio. Quadri di ogni sorta abbellivano i muri, un odore pungente di alcol proliferava per il locale. Nella saletta principale erano presenti circa una decina di persone. L'età variava molto ma non scendeva mai sotto i trenta. Erano tutti impegnati a bere, fumare e qualche gruppetto si teneva occupato con delle vecchie carte.
"Allora Gladstone, chi è il ragazzo che ti porti dietro?" Jones si accostò dietro il bancone, pronto a prendere due bicchieri per un buon Whiskey, targato 1820.
"Piacere, sono l'agente Smith."
"Il piacere è solo vostro, agente. Non nutro alcuna simpatia nei vecchi colleghi, neanche nei vostri riguardi Gladstone. Lei non fa eccezione."
Il rancore poteva essere percepito nell'aria, le parole cariche di rabbia di Jones erano pesanti e acuminate. C'era forse qualcosa di cui Smith non era a conoscenza? Gladstone sorrise sotto i baffi, si passò la mano destra sulla nuca, grattandola per un breve istante.
"Philip, non essere così severo. Siamo vecchi amici dopotutto. Ne abbiamo passate di cotte e di crude in quel breve tempo insieme."
La Volpe rimase in silenzio, gli occhi vispi scrutavano Gladstone e dardeggiavano su Smith. L'assenza di espressione dava al giovane agente i brividi. Philip Jones iniziò a versare il Whiskey ai due uomini, per poi poggiare la bottiglia e recuperare un terzo bicchiere per sé.
"Ho sentito dire che non avete uno straccio di idea, che siete alla deriva. È così?"
"Purtroppo, mi duole ammetterlo, ma sì. È così."
"Vi state rammollendo, state invecchiando anche voi Gladstone. Un tempo l'avreste preso dopo il primo omicidio."
"Non lo sottovaluti Jones, quel Diavolo non è una persona comune. Nessuno l'ha visto o udito. Nessuno tra gli abitanti di Whitechapel ha la minima idea di chi sia costui. Eppure ne sono tutti terrorizzati."
La Volpe ascoltò con attenzione, tenendo gli occhi bassi sul suo Whiskey. Pochi istanti dopo trangugio il contenuto del bicchiere, lo mandò giù in pochi sorsi, per poi riporlo sul bancone.
"Per questo siete venuto da me? Credete che io sappia chi sia?"
"No, Jones. So che non lo sapete. Ma so anche che avrete sicuramente qualcosa che mi torni utile. Mi sbaglio?"
"Siete arrogante a pensare una cosa del genere. Perché mai dovrei rischiare? Per te, forse? Ve l'ho già detto, ho una figlia a cui badare. Le succedesse qualcosa per colpa vostra, sareste da ritenere morti."
"Aiutateci allora, e non permetteremo che le accada nulla. Avete la mia parola, Philip."
Gladstone si fece serio in volto, la voce ferma e sicura, così come la sua presa sul bicchiere. Smith per un attimo pensò quasi lo stesse per rompere, poi scacciando via quel pensiero si concentrò nuovamente sulla Volpe.
"Ho solo una cosa da dirvi. Cercate un uomo, di nome Terry Blues. Iniziate da lì."
Gladstone sollevò il suo bicchiere, brindò alla Volpe, in maniera tacita, e bevve il suo Whiskey. Smith lo seguì poco dopo sorseggiando il suo.
"Attento Gladstone, se accadrà qualcosa a me o a mia figlia, questo assassino sarà l'ultimo dei vostri problemi."
Jones recuperò i bicchieri dei due agenti e iniziò a lavarli, Gladstone assentì col capo e si diresse verso il corridoio che portava alla porta d'ingresso, Smith lo fiancheggiò e i due uscirono dal locale.

L'eleganza dell'assassinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora