2

108 30 18
                                    

La notte, temuta dai molti e rifugio dei pochi. Nella notte gli incubi più disparati assumono forma, consistenza e vengono mossi da un unico maligno istinto : uccidere. Le strade quasi deserte, tralasciando ovviamente le puttane dei bordelli e gli uomini ubriachi persi tra i vicoli, cedevano il posto a una coltre di nebbia, densa, silenziosa e letale.

''Salve signore, posso fare qualcosa per lei? Sembra davvero affaticato, lasci che mi occupi io del suo fardello per stasera''

L'uomo non rispose, ma le sorrise garbatamente. Nascondeva la mano sinistra dietro la schiena, quasi come a tener qualcosa, ma la donna non se ne curò affatto. Si trovavano qualche metro più avanti rispetto al bordello presso cui lei stava. Le case quella notte parevano accartocciarsi su sé stesse, troppo cariche e affollate, stanche di dover reggere il peso della miseria in cui Whitechapel versava, quasi come fosse un mondo estraneo a Londra, un mondo dalla quale non si può fuggire.

Il signore portò la mano sinistra di fronte alla donna, scoprendola. Con enorme stupore di lei vi nascondeva un fiore, tanto bello quanto delicato. La donna accettò di buon grado il regalo e adesso, che dio potesse esserne testimone, era ancora più eccitata del solito. Si lanciò fra le braccia di lui, stringendolo e ringraziandolo per il gesto, che lei considerò un barlume di speranza in quei tempi bui. Non passò molto prima che lui iniziasse a baciarle dolcemente il collo e portarsi piano piano alle spalle di lei, con passi che parevano di velluto. Lei lo lasciò fare, chiudendo gli occhi e godendosi il momento, e poi... il sangue. Uno zampillio tale da far rendere conto alla donna che qualcosa non andava, mentre la sua veste si tingeva di rosso e il bruciore, il dolore, di quel taglio si facevano largo in lei.

L'uomo che un tempo reggeva quel bellissimo fiore ora aveva tra le sue mani un lama lunga, affilata, con cui in un istante aprì una voragine nella gola della donna, sgozzata con una maestria tale che la poverina non emise un fiato, seppe solo di esser già morta e alla mercé del diavolo di Whitechapel. Una volta caduta in terra, ormai priva di vita, la famelica voglia di Jack non si placò, così non si diede pace e continuò. Le sollevò la sottana e cominciò a pugnalarla al ventre, una, due, cinque, sette volte, ancora e ancora finché di quella povera donna non rimasero che piccoli lembi legati l'uno coll'altro per chissà quale miracolo, mentre il sangue sgorgava a fiotti dalla gola e da quello che era una volta lo stomaco, riversandosi in strada. Ancora una volta quel demonio non perse tempo nello stracciarle le vesti e inorridirle il corpo, brutalizzandolo. Le staccò entrambi i seni, lacerandoli e tagliandoli con minuzie e straordinaria velocità, ne ripose quindi uno, il sinistro, sotto la testa di lei, come a farle da cuscino, mentre il destro trovò posto tra le sue gambe ormai gelide, inserito per metà nella vagina della poveretta. Provava piacere nel sentire il calore del sangue sulle sue mani, provava eccitazione alla vista di quel corpo oramai senza vita, provava letizia nel farlo. Le squarciò il polpaccio destro, quasi lo staccò di netto, le pugnalò l'occhio sinistro e cavò il destro riponendolo nella sua bocca semi aperta, le aprì le braccia con dei tagli profondi, in verticale e non si sentì ancora soddisfatto. Con le mani si fece strada nel ventre di lei, tirò fuori i reni e li posizionò sulla strada, poco sopra le spalle, rovistò ancora come farebbe un bambino con una vecchia scatola dei giochi e uscì il fegato, lo ammirò un'istante e poi lo gettò via. Lo stupore era finito, quella sensazione di tepore che lo aveva accompagnato durante l'atto si esaurì. Il diavolo di Whitechapel aveva mietuto un'altra vittima e ancora una volta neanche un grido, un sussurro, nulla. Il silenzio dopo quel massacro fu assordante, possibile che il mondo fosse così immobile e indifferente alle disgrazie di quella poverina? Ma d'altronde, Whitechapel era così, complice di quell'efferatezza, di quella paura e di quell'odio verso sé stessa. Complice della propria Morte.

Quasi alle prime luci dell'alba, un poliziotto con in mano una lanterna a occhio di bue, che eseguiva come di consueto la sua ronda, ritrovò il corpo mutilato e disfatto di quella che era un tempo Joana Thompson, una puttana di quarantaquattro anni e con due figli a carico. Quel povero poliziotto non diede subito l'allarme, sconvolto della scena che si ritrovò di fronte vomitò e svenne poco dopo, solo una volta sveglio allertò gli altri agenti e nel quartiere di Whitechapel scoppiò il chaos.

L'eleganza dell'assassinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora