2. 𝑾𝒉𝒐 𝒘𝒂𝒔 𝒉𝒊𝒎?

149 58 61
                                    

Mi sveglio di soprassalto. Una patina di sudore ricopre il viso freddo, i brividi squassano il corpo. Avevo vissuto di nuovo l'incubo che mi perseguita da tre giorni. Io, che scappo da una bestia affamata, per evitare di diventare uno spiedino. Non avevo ancora capito il come fossi riuscita a sapere del cerchio di sale in mezzo ad una foresta enorme, infatti sarei andata ad informarmi presto.

Scalcio via le coperte pesanti, la luna brilla fuori nel cielo e raggiunge camera mia, inondandola di luce argentea e mettendo in evidenza i minuscoli granelli di polvere.
Posso sentire i gufi notturni bubolare e il fruscio delle foglie al vento, sembrano sussurrare antiche parole ormai perdute nel passato, e io non posso che arrovellarmi il cervello con strane congetture arcane.

Un ticchettio sommesso proveniente dalla cucina mi distrae, perciò non mi resta che andare a controllare. Appoggio i piedi sul pavimento in legno riscaldato, e subito una sensazione di calore e casa avvolge il corpo. Mi dirigo verso la cucina, sentendo rumori plasticosi e gli stessi ticchettii di prima, e quando apro la porta... Beh, vedo un procione affamato e piuttosto grande rovistare nel mio frigo!

L'istinto prende il sopravvento per un attimo e io mi ritrovo con un mattarello stretto tra le mani; lentamente, l'animale si gira e inizia a fissarmi immobile

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

L'istinto prende il sopravvento per un attimo e io mi ritrovo con un mattarello stretto tra le mani; lentamente, l'animale si gira e inizia a fissarmi immobile. I suoi occhi sono neri, totalmente neri, come l'ossidiana, le luci della cucina si fondono ad essi e li fanno assomigliare a volte celesti piene di costellazioni.

Ma non mi soffermo su questi particolari. Il suo sguardo è profondo, quasi.. umano. Mi avvicino lentamente, facendo attenzione a non farlo spaventare. Arrivo a un metro da lui, e un brivido freddo si ripresenta di nuovo. Allungo la mano per toccargli il muso, spinta da una certezza inspiegabile, ma il procione con un solo movimento striscia via passando sotto il tavolo e scappa dalla porta d'ingresso aperta.

Ma perché è aperta? Ricordo benissimo di averla chiusa, facendo tre giri in senso orario con la chiave. Senza esitazione la richiudo nuovamente, controllando una seconda volta.

Torno in cucina per prepararmi una tisana calda, che qui a Toronto, in inverno, è fondamentale per la sopravvivenza. Tra le svariate bustine scelgo quella all'aroma di rosa selvatica e pesca dolce.
Riscaldo l'acqua nel microonde e inserisco all'interno del bicchiere il gusto. Aggiungo un cucchiaino di miele dorato e mescolo stanca.

Improvvisamente le palpebre si appesantiscono, lotto per tenerle aperte, e per poco tempo ci riesco, giusto per bere il tè caldo. Lascio sul tavolo la tazza e torno in camera, i piedi percorrono l'ormai familiare tragitto, percependo le sottili striature del legno.

Mi infilo tra le coperte, godendo del calore rimasto intrappolato qui a causa del mio corpo. Il respiro si fa pesante, un alone roseo innaturale compare di fronte al letto. Un sentore di bosco fatato ed esperienze vissute dilaga nell'aria.

Prima di addormentarmi, con la coda dell'occhio, noto un movimento provenire dall'alone, riesco ad intravedere una chioma bionda con sfumature rosa intenso

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Prima di addormentarmi, con la coda dell'occhio, noto un movimento provenire dall'alone, riesco ad intravedere una chioma bionda con sfumature rosa intenso.
La stanchezza prende adesso il sopravvento, facendomi cadere tra le braccia di Morfeo...

𝙿𝚛𝚘𝚙𝚑𝚎𝚌𝚢, 𝒊𝒍 𝒑𝒐𝒕𝒆𝒓𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒍𝒊𝒃𝒓𝒐 𝒑𝒆𝒓𝒅𝒖𝒕𝒐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora